L'EDITORIALE DI BRUNO LONGHI

Il primo ko casalingo di Mou alza le quotazioni scudetto del Milan

L'Inter rincorre i rossoneri e il Napoli che stanno tenendo un ritmo vertiginoso

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Che Milan e Napoli continuino nel loro braccio di ferro non è una notizia. La vera notizia è che per la prima volta Josè Mourinho ha perso in casa una partita del campionato italiano. All’Inter non gli era mai successo. E di conseguenza i tre punti sono andati ai rossoneri che per un’ora di gara - finchè è durata la parità numerica - hanno fatto molto meglio all’Olimpico di quanto non avevano saputo fare sette giorni prima gli azzurri di Spalletti. Si potrebbe quindi azzardare che al fixing dello scudetto - parametrando le due partite contro i giallorossi - oggi l’indice di borsa si sposta leggermente verso la squadra di Pioli.

IBRAHIMOVIC DA' LEZIONE AD ABRAHAM
Il Milan, fino all’espulsione di Hernandez, e al netto delle decisioni dell’inadatto Maresca, ha fatto la partita da autentico leader. La Roma gli si è dimostrata superiore solo nel finale quando ha avuto l’uomo in più. La quotazione del titolo “tricolore” la si può leggere anche attraverso le prestazioni dei due terminali offensivi, uno per parte: Ibrahimovic, un gol (il numero 400 nei vari campionati), uno annullato e un rigore “guadagnato”, ha mostrato al ben più giovane Abraham, quanto l’età, se supportata dal talento, possa essere solo un semplice optional.

NAPOLI: I CAMPIONI CONTANTO, PETAGNA PURE
I campioni contano.E lo sa benissimo anche Spalletti che nel derby di Salerno ha sofferto cosiccome aveva faticato a Genova contro i rossoblù. E anche allora mancava Osimhen. Quindi non è un caso. E all’Arechi, pure Insigne era out. C’è voluto l’ingresso di Petagna , proprio come a Marassi, per rendere agevole una partita molto più complicata del previsto. L’ex di Milan e Atalanta mandatO in campo da Spalletti a mezz’ora dalla fine è risultato decisivo nell’azione del gol-partita di Zelinsky. Avere la panchina lunga e di valore non è una colpa. Lo sarebbe se non la si sapesse sfruttare.

L'INTER SEGNA E RINCORRE
Alla luce del risultato dell’Olimpico, l’Inter è più che mai la terza forza del torneo in virtù della continuità del suo attacco - segna da 30 gare consecutivamente, da 25 a San Siro - , della qualità delle presunte seconde scelte - leggasi D’Ambrosio a Empoli e Correa con l’Udinese - , della ritrovata stabilità della difesa e dell’imprescindibilità di “motoperpetuo” Barella. Il centrocampista viaggia in campo ad una velocità doppia rispetto a tutti gli altri. Sa fare tutto e tutto bene: difende, imposta, conclude. Una buona notizia per Inzaghi, ma anche per Mancini che, in vista di Italia-Svizzera del 12 Novembre, ritrova lui in forma smagliante (molto meglio che nella fase finale dell’Europeo) e può contare sui numeri “pesanti” di Immobile (159 gol nella Lazio, come Piola) e di Belotti (arrivato finalmente a 100 in serie A).

JUVE, UN COMPLEANNO SENZA TORTA E CHAMPAGNE
Oggi, vigilia di Champions, è anche il compleanno della Vecchia Signora: fa 124 anni esatti. Ma non è tempo di torta e champagne. Ma di ritiro anticipato. Dopo la (anche per lei) fatal Verona i suoi numeri sono impietosi: 15 punti, meno 16 dalla vetta, 15 gol segnati, altrettanti subiti. Ha sicuramente ragione Chiellini quando afferma che l’addio di Ronaldo in prossimità della chiusura del mercato, non ha dato al club la possibilità temporale di correre ai ripari. Magari avrebbe stretto i tempi per arrivare a Vlahovic, strepitoso contro lo Spezia. Ma ha ragione anche Agnelli quando invoca la Superleague. Affrontando solo e sempre le Top d’Europa, eviterebbe le figuracce come quelle contro Empoli, Sassuolo e Verona.

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