© Getty Images
© Getty Images
L'ex bomber dopo il saluto ai tifosi del Livorno: "Dovevo essere allo stadio nonostante la chemio"
© Getty Images
© Getty Images
Igor Protti si è improvvisamente trovato a dover affrontare l'avversario più difficile della sua vita: "Un avversario sleale, che non ti guarda negli occhi e che si è nascosto per tanto tempo". Così ha definito il tumore l'ex bomber, tra le altre, di Bari e Livorno in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.
Una settimana fa l'abbraccio dei tifosi all'Ardenza in occasione della prima di campionato contro la Ternana: "Le emozioni sono troppo difficili da spiegare, vanno vissute e provate in prima persona per capirle. Per me è stata una giornata molto particolare. Ci tenevo a essere allo stadio anche se stavo sotto chemioterapia. Faccio dei cicli che durano 48 ore e mi procurano tanta stanchezza, ma ci tenevo perché da quando ho annunciato la mia malattia ho ricevuto così tanta solidarietà che non mi aspettavo un’ondata di affetto del genere. Il pensiero del futuro c’è e mi sono detto: 'Igor, andiamo, perché è un’occasione e non si sa se ce ne potranno essere delle altre'".
Una vicinanza che è arrivata anche dai tifosi un tempo rivali: "Penso a quelli del Pisa, dello Spezia, del Lecce, della Roma e ne cito solo alcune. Questo mi ha confermato che il calcio è una grande comunità in cui ci sono tifoserie che la domenica tengono per la propria squadra, ma c’è sempre qualcosa di più grande che unisce tutti nei momenti di difficoltà".
Poi è il momento dei ricordi felici di una grande carriera, condita da quattro titoli di capocannoniere, tra cui quello di Serie A con la maglia del Bari nel '96: "Se lo avrei barattato con la salvezza? Assolutamente sì. Avrei regalato un gol, sarei arrivato felicemente secondo nella classifica marcatori. Quell’anno a Bari ho fatto e abbiamo fatto una stagione fuori dalla norma. Retrocessi in un campionato con 18 squadre e 4 retrocessioni…".
Al giorno d'oggi è ancora l'ultimo numero 10 a essere andato in gol con la maglia del Napoli: "Maradona è il più forte della storia del calcio, a Napoli è Dio. Mi fa un effetto… Non c’è neanche da parlarne, è successo e basta. Io con Diego non c’entro niente".
E ora c'è qualcuno in cui si rivede in Serie A? "Un giornalista di Bari quando è arrivato Lautaro all’Inter, dopo qualche partita, mi ha mandato un messaggio e mi ha scritto: 'Igor, io guardo Lautaro e mi sembra di vedere te'. L’ha detto una persona che stimo e io la riporto soltanto. Questo Igor fatto così nasce dall’educazione che ho avuto in famiglia, in particolare da mio padre. Quando avevo 11 anni volevo il pallone di Argentina ’78 e il mio babbo per farmelo avere mi ha portato in cantiere, lui era muratore. Mi ha fatto vedere come si lavorava lì e cosa significava guadagnare qualcosa per comprare quel pallone. Dopo una settimana di lavoro ho ringraziato mio papà e gli ho detto che non lo volevo più. Ho capito quanta fatica ci poteva essere dietro quel Tango".
Nonostante il palmares tutt'altro che ricco, Protti non ha rimpianti: "Sarei irriconoscente con la fortuna che ho avuto di giocare per 21 anni a calcio, ma non ho sempre preso i treni giusti. Comunque so che se tornassi indietro, in quei momenti, con quelle sensazioni, con quei pensieri, rifarei esattamente le stesse scelte".
Ora l'ex attaccante romagnolo sta giocando la partita più importante: "Si combatte. Non so cosa succederà. Tutti mi dicono: 'Igor lotta come hai fatto in campo, segna il gol più importante', e mi fa piacere, ma questa è una partita diversa. Perché quando si entrava in campo ci si guardava negli occhi da avversari con lealtà. Si partiva dallo 0-0, si metteva la palla al centro e ci si affrontava e alla fine si vedeva chi era stato più bravo. In questo caso il mio avversario si è nascosto per tanto tempo purtroppo e la partita inizia almeno con un 3-0 per lui, quindi è complicata. Molto. Io so che ce la metterò tutta, so che gli staff del Santa Chiara di Cisanello che mi stanno seguendo faranno lo stesso e poi so che c’è anche il cielo che decide come devono andare le cose. Ho una famiglia meravigliosa, allargatissima. Ora ho una compagna ma sono rimasto in ottimi rapporti con la mia ex moglie. Ho figli, nipoti, la famiglia a Rimini con mamma, sorella, cugini, una marea di parenti che sento tutti vicini. Quello che mi fa più male è far soffrire loro".