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L'ex attaccante del Livorno a Il Tirreno: "Mi sentivo immortale, ora sono pronto a combattere"
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"Ho uno sgraditissimo ospite". Così, lo scorso 5 luglio, Igor Protti annunciava tramite i propri social di essere malato. L'ex attaccante del Livorno ha parlato per la prima volta della propria situazione e l'ha fatto in un'intervista rilasciata a Il Tirreno: "Ormai da due mesi convivo coi miei problemi. Operato di stomia per la deviazione dell'intestino e con la chemioterapia in corso. Navigo a vista, giorno dopo giorno. Alcuni sono più facili, altri molto più difficili". Giorni che, secondo Protti "Sono semplicemente diversi. Esco poco, gran parte della giornata la trascorro in casa. Faccio delle passeggiate ma devo gestire le energie che ho. Da giugno il mio mondo è stravolto".
Tra le cose che, sicuramente, mettono più a dura prova Protti c'è sicuramente lo stato d'animo dei suoi cari: "Quando guardo le persone a cui voglio bene, la mia famiglia, e vedo nei loro occhi la sofferenza. Ecco, sapere che posso far soffrire queste persone è il mio cruccio maggiore". Soprattutto perché lo Zar ammette di avere paura del futuro: "Ho paura e non ho nessun problema ad ammetterlo. La paura è un sentimento naturale, ti aiuta nella sopravvivenza. È vero, magari da fuori mi hanno sempre visto come un guerriero indistruttibile, ma sono un uomo e ho sempre avuto le mie debolezze. Anche quando ero calciatore: perché c'era il timore, la paura di non riuscire a soddisfare le aspettative. Questa però è una paura diversa". E poi aggiunge: "Paura di guardare al futuro. Mi sentivo immortale. Ho passato giornate intere pensando al futuro, senza goder- mi il presente. Poi un giorno ti dicono che sei malato e d'improvviso questo futuro cosa diventa? Niente. Perché non sai se ci sarà ed eventualmente non sai per quanto ci sarà".
Subito dopo la diagnosi, Protti si era dichiarato pronto a combattere la malattia: "In quei giorni mi dicevo "ok Igor, hai un problema, ma hai la possibilità di combattere". E pensavo alle persone vittime di incidenti che non hanno neanche avuto questa possibilità. Poi pian piano sono iniziati gli accertamenti, le cure, l'intervento, e li è arrivato un po' di buio". Come in campo, Protti non vuole togliere la gamba e continuare a lottare: "Questa è una partita infame. Io giocavo partite che iniziavano 0-0 e potevo guardare in faccia il mio avversario. Con lealtà, ma lo guardavo. Qui non lo posso vedere e sono entrato in campo in ritardo, sul 3-0 per lui". Nonostante ciò, le rimonte esistono: "Sì, esistono. Sono qui e ora provo a recuperare questo 3-0".
Lo scorso venerdì, il 22 agosto, Protti è stato allo stadio Armando Picchi per il debutto in C del suo Livorno con la Ternana. "Sì, ci tenevo, sono arrivato con la chemioterapia attaccata, ma volevo esserci per ringraziare tutti - racconta - I ragazzi che sono venuti con gli striscioni all'ospedale e a casa, i tanti che mi hanno fatto sentire il loro affetto. E sono venuto con la famiglia, che è la mia grande forza. La mia compagna Daniela, i miei figli Nicholas e Noemi, i nipotini Flavio e Gregorio Armando, il compagno di mia figlia Giacomo, mancava la compagna di mio figlio Samantha ma è come se fosse stata lì con me. E naturalmente Cristiano Lucarelli mio compagno di tante battaglie. Doveva essere lui a dare il calcio d'inizio alla partita, ma sai cosa mi ha detto? "Igor, scordatelo, te vieni in mezzo al campo con me sennò la partita non inizia". Era giusto che la scena fosse per lui, ma Cristiano è un generoso. Gli voglio bene".
Sulle sensazioni provate, Protti non ha grandi dubbi: "Non è descrivibile. Ho i brividi ogni attimo che ci ripenso. Ho pianto, ho pianto tanto. Sono state lacrime di affetto, lacrime di nostalgia ma anche lacrime pensando al futuro. Perché mi sono detto "e se questa fosse l'ultima volta che entro nel mio stadio?". Poi aggiunge: "Ci ho messo tutta la forza che avevo per venire allo stadio. Ho pensato che la mia presenza poteva essere un messaggio per chi come me sta combattendo contro una malattia. Ci sarà stato qualcuno anche in quei 7000: a loro va il mio abbraccio ancora più stretto". Forza, Igor!