La SFIDA TATTICA

Mou contro Mendilibar: solidità e verticalizzazioni contro la pioggia di cross

La finale di Europa League di Budapest è anche uno scontro tra diverse filosofie di gioco

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Si è già visto contro la Juventus: il Siviglia prova a schiacciarti nella tua trequarti con insistite percussioni, soprattutto esterne, ma ha dei limiti, anche notevoli, in fase difensiva. Limiti sia individuali che di organizzazione collettiva. Le diagonali non sono così ferree, anche perché i laterali bassi spingono entrambi e spesso anche contemporaneamente. La squadra di Mendilibar avrà anche dalla sua la tradizione e la qualità di molti suoi elementi ma è tutt'altro che invulnerabile.

Per questo si potrebbe anche ipotizzare un inizio di partita differente dal solito da parte giallorossa. Un quarto d'ora, o poco più, di pressing alto per recuperare palla in zona avanzata e andare in porta con uno-due tocchi. E' una possibilità, anche se la logica della partita seguirà, inevitabilmente, un copione abbastanza logico. Il Siviglia tenterà di fare la partita utilizzando le armi che conosce meglio: superiorità numerica sulle fasce per liberare un uomo al cross. Ecco, il cross è il vero mantra della squadra di Medilibar, un gesto tecnico talmente usato da essere spesso anche abusato, come quando capita di mettere in mezzo palloni in un area occupata più da avversari che da compagni di squadra. La Roma si difenderà con cinque giocatori nel reparto arretrato più un blocco di quattro a centrocampo, i due centrali e i trequartisti che si abbasseranno a creare una densità difficilmente scalfibile dalle iniziative degli andalusi.

Le giocate della squadra di Mendilibar sono abbastanza prevedibili, lo diventano meno quando entrano i giocatori capaci di variare, con la loro tecnica, un copione che si ripete in modo abbastanza monotono. Suso, Lamela e il Papu Gomez propongono soluzioni differenti, fatte di tagli, conclusioni da fuori, dribbling o imbucate centrali che cambiano in un attimo le coordinate offensive della squadra, come ha dimostrato la partita con la Juve. Da parte giallorossa, comunque, ci sono tutte le possibilità per far male al Siviglia, lasciandogli un possesso palla che si andrà a schiantare contro spazi impenetrabili, anche se bisognerà stare attenti all'elevazione della punta centrale, En-Nesyri, il giocatore che può cambiare l'esito di una partita con i suoi colpi di testa. La Roma, poi, cercherà di sfruttare le sue poche ma efficaci armi una volta recuperato il pallone. Il lancio per la spizzata di Abraham, la ricerca delle seconde palle, gli inserimenti in velocità dei trequartisti e di uno dei centrali di metà campo e, per l'occasione, un'altra mossa mourinhana già vista contro la Real Sociedad: tenere un giocatore "alto" sulla fascia in fase difensiva in modo che, una volta recuperato il pallone, lo si vada a pescare rapidamente per approfittare dello spazio lasciato dal terzino avversario in proiezione offensiva.

Come per il Siviglia, poi, Mou ha la possibilità di cambiare i connotati tattici del match buttando dentro Dybala. Anche se solo per pochi scampoli di partita, la tecnica della Joya può dare una scossa decisiva alla partita. La sfida tra gli allenatori, insomma, passerà anche, se non soprattutto, dell'uso che sapranno fare della panchina

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