Missione compiuta, ma che fatica. L'Inter esce da San Siro con l'accesso diretto all'Europa League in tasca, ma la gara con l'Empoli è lo specchio esatto di un'annata di alti e bassi. I picchi di Icardi e Perisic fanno il paio con le amnesie difensive, gli svarioni a centrocampo e i cali di concentrazione. A una sola gara dalla fine del campionato il progetto nerazzurro mostra ancora grandi margini di miglioramento. Tecnici, fisici e caratteriali. L'Europa però ora è una certezza ad Appiano Gentile e forse il quarto posto non è poi così da buttare. Certo, vista la partenza a razzo, i presupposti sembravano diversi. Ma a conti fatti Juve, Napoli e Roma sembrano superiori rispetto a questa Inter. Lo dice la classifica e anche l'ultima uscita stagionale a San Siro.
Mancini ripropone Juan Jesus centrale al posto dello squalificato Murillo, con Melo e Kondogbia e centrocampo e il "tridente" slavo alle spalle di Icardi. Scelte quasi obbligate invece per Giampaolo, che si presenta al Meazza col solito 4-3-1-2 con Saponara dietro a Pucciarelli e Maccarone. L'Inter parte subito forte, spingendo sulla sinistra. Dopo un minuto Perisic semina il panico e inventa per D'Ambrosio, che prova a pescare Icardi in mezzo all'area. Poi tocca a Brozovic mettere pressione sul lato opposto. Davanti alla difesa Kondogbia fatica un po', ma quando si tratta di impostare innesca subito la manovra, verticalizzando nello spazio. L'Empoli trema, ma continua ad aggredire, prestando però il fianco al contropiede nerazzurro. E così al 12' proprio da una ripartenza sull'asse Perisic-Icardi arriva il gol che sblocca la gara, con l'argentino che firma la 16.ma rete in campionato. Sulla sinistra l'Inter ha un altro passo e i toscani rischiano grosso sugli inserimenti di Perisic, ma in fase di impostazione i nerazzurri subiscono l'organizzazione di gioco degli uomini di Giampaolo, che pressano alti e si affacciano pericolosamente dalle parti di Handanovic prima con Saponara e poi con Pucciarelli. Alla mezz'ora l'Empoli alza il ritmo e l'Inter va in affanno soprattutto quando prova a costruire da dietro. I toscani si muovono a memoria, trovano spesso la superiorità sugli esterni e al 37' pareggiano i conti con Pucciarelli, marcato da Juan Jesus con troppa sufficienza. Un gol che sveglia i nerazzurri. Dopo tre minuti, infatti, gli uomini di Mancini prima tornano subito in vantaggio con Perisic, bravo a ribadire in rete una respinta corta di Pelagotti, e poi sfiorano il terzo gol ancora con Icardi e Kondogbia.
Nella ripresa la squadra di Giampaolo rientra in campo senza paura. I toscani prendono in mano la manovra e provano ad aggirare il bunker nerazzurro passando per linee verticali. L'Inter invece gioca a sprazzi, soprattutto in contropiede. Il lato buono è sempre quello sinistro, con Nagatomo, Jovetic e Perisic sempre pronti a inserirsi. In mezzo al campo l'Empoli gioca di prima e quando la palla passa dai piedi di Paredes, Zielinski e Saponara i nerazzurri soffrono. Al 65' un guaio muscolare ferma Icardi (distrazione ai flessori della coscia destra) e Mancini fa entrare Biabiany dopo aver gettato anche Eder nella mischia. Col 4-3-3 e Perisic e Brozovic un po' sulle gambe, l'Inter però perde campo e negli ultimi venti minuti i nerazzurri giocano più per difendere il risultato che per affondare il colpo. E, nonostante un brivido nel recupero, la missione riesce. Al triplice fischio l'Inter raccoglie gli applausi del Meazza e si guadagna l'accesso diretto all'Europa League.