L'ex attaccante di Inter e Nazionale si racconta a La Gazzetta dello Sport: "Via da Milano per Luciano, con Conte per la fatica ho vomitato"
di Marco MugnaioliMentre l'Italia aspetta di conoscere l'avversario ai playoff Mondiali, La Gazzetta dello Sport ha intervistato uno dei protagonisti dello 0-0 di San Siro contro la Svezia che sancì la mancata qualificazione della Nazionale di Ventura, Eder, che ha definito quella sfida il più grande rimpianto della sua carriera: "Maledetto spareggio. Colpa di tutti, ma Ventura non fu coerente. Belotti e Immobile giocavano anche quando non erano al 100%. A San Siro ci fregò la pressione, sarei potuto entrare nella ripresa: io e Insigne in panchina, poi ci fu quella scena con De Rossi. Eravamo sullo 0-0…".
Con la maglia azzurra Eder ha vissuto anche l'Europeo del 2016 con Conte ct: "Con Antonio vomitai. Riscaldamento, tattica, palestra, test dello jo-jo, su e giù. Mi chiedevo: 'Ma come si fa?'. Però poi volavamo... Preparavamo gli schemi dozzine di volte, come il gol di Giaccherini al Belgio. Se l’esterno destro prendeva il pallone in un modo, io e Pellé dovevamo fare una cosa. Il gol alla Svezia fu magico. Se avessimo avuto fortuna ai rigori con la Germania, avremmo vinto l'Europeo".
L'ex attaccante tra le altre di Empoli e Sampdoria ha parlato anche del difficile periodo vissuto in maglia Inter, scelta invece di raggiungere Ranieri al Leicester ("Avrei giocato dietro a Vardy, era fatta, ma Mancini e Ausilio mi fecero cambiare idea. Andai all’Inter… e giocai pochissimo. Il Leicester vinse il campionato"): "Su quasi 90 partite ne avrò giocate solo una ventina da titolare, ma sono felice del tempo trascorso a San Siro. Un orgoglio. Poi davanti c’era Icardi".
Eder ha parlato poi dell'effetto che le ingerenze di Wanda Nara avevano sullo spogliatoio nerazzurro ("C’era imbarazzo, ma Mauro era sereno") e ha spiegato senza giri di parole il motivo del suo addio all'Inter: "Per Spalletti. Non ho mai sopportato la sua ipocrisia. Allenatore top, ma come uomo... meno".
Dopo gli anni a Milano il trasferimento in Cina: "Io e la famiglia Zhang eravamo amici, ma nel 2020, dopo la vittoria del campionato, sparirono tutti. Non abbiamo visto un euro per mesi". Il suo futuro Eder lo vede ancora nel mondo del calcio: "Vorrei fare il direttore sportivo, ma per ora mi godo la famiglia. Mi sarebbe piaciuto tornare alla Sampdoria per chiudere lì. Ogni tanto rivedo i gol che ho fatto in quel periodo: che tempi…".