La solita 'tassa' nazionali: tutti gli indisponibili squadra per squadra per la 7^ giornata
© sportmediaset
© sportmediaset
Lo stop di De Bruyne e quello di Mkhitaryan in Napoli-Inter tornano a far riflettere sui troppi infortuni che colpiscono le squadre
di RedazioneLa sfida tra Napoli e Inter ha regalato spettacolo in campo e fatto riflettere su quanto il calcio moderno spinga i calciatori a dare il massimo. Ne sono l'esempio De Bruyne e Mkhitaryan, che hanno dovuto abbandonare il campo nel corso del primo tempo a causa di infortuni muscolari. A uscirne più malconcio è stato De Bruyne, che ha rimediato uno stop di 3-4 mesi.
"Quella subita da Kevin De Bruyne è una lesione muscolare di alto grado, il terzo nella classificazione tradizionale e tra il terzo e quarto grado secondo la classificazione più moderna. Stando a quanto emerso finora, il giocatore potrebbe tornare in campo tra tre mesi". È l'analisi di Riccardo Torquati, presidente della Federazione Italiana Fisioterapisti dello Sport e titolare dei centri Sport Health, intervenuto per commentare l'infortunio del centrocampista del Napoli, che verrà operato in Belgio. "Nella medicina sportiva si sta parificando la lesione muscolare di alto grado a una frattura e sempre più giocatori si sottopongono a interventi chirurgici per curare questa tipologia di infortuni. Nella fattispecie vengono applicate delle suture, con ancore se necessario, per far sì che la lesione si saldi prima e con esiti migliori. Negli spogliatoi si punta a un recupero che sia il più rapido possibile: operandosi, De Bruyne potrebbe ridurre i tempi di recupero da 4 a 3 mesi. Solitamente in questi casi è previsto un lavoro sulle aderenze e l'elasticizzazione della cicatrice per evitare potenziali recidive, sulla rivascolarizzazione e soprattutto sul tono muscolare, in modo da sopperire allo stop prolungato dall'attività agonistica".
Stesa sorte (con tempi di recupero ridotti) anche per Mkhitaryan, a conferma di una tendenza di infortuni sempre più frequenti tra i calciatori. Secondo Torquati, "il fatto che si giochino regolarmente due partite a settimana rappresenta uno dei fattori principali. Nel caso di De Bruyne, potrebbe incidere anche l'età sportiva di un atleta che da diversi anni partecipa a campionati stressanti e logoranti. I tessuti nel tempo tendono a cedere dal punto di vista della qualità e non rispondono più alle sollecitazioni come fanno i tessuti di un calciatore giovane, fermo restando che abbiamo visto infortunarsi anche i giovani, laddove incide l'aspetto legato alla genetica". "Sono convinto che tutti i fisioterapisti a servizio delle squadre di Serie A svolgano un lavoro essenziale per la salvaguardia della salute degli atleti. L'intervento dei colleghi durante le partite può risultare determinante: quando i giocatori subiscono una lesione muscolare, è fondamentale applicare subito un bendaggio compressivo, direttamente in campo. In questo modo - conclude il presidente della FIFS - si consente ai lembi muscolari interessati dalla lesione di avvicinarsi e di avviare nell'immediato un processo di autoriparazione, che può contribuire ad accorciare i tempi di recupero".
© sportmediaset
© sportmediaset