L'ANALISI

Ormai non ci sono più dubbi: ora è davvero la Juve di Allegri

La vittoria di stretta misura a San Pietroburgo è il perfetto manifesto programmatico delle idee dell'allenatore juventino

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Vincere è l'unica cosa che conta. Il vecchio mantra bianconero trova la sua più perfetta espressione con l'Allegri-bis. Ora che anche le ingenuità della difesa e del suo portiere delle prime partite di campionato sono alle spalle, la Juventus può gustarsi il piacere di aspettare, difendersi ad altezze più o meno alte (solitamente basse), limitare il pressing ad alcune specifiche porzioni di tempo e spazio e affidarsi alle qualità indiscutibili dei suoi singoli

La formula funziona e, se è stucchevole e inutile il dibattito tra risultatisti e giochisti, quello relativo a dove possa arrivare, soprattutto in Europa, una squadre che ritiene inutile cercare una qualsiasi formula offensiva collaudata (se non lo strappo individuale di qualcuno dalla metà campo in su), importa molto poco a tifosi che in testa hanno una sola cosa: i tre punti. Esattamente come Allegri. La Juve vista contro lo Zenit ha messo in mostra quella che forse è la sua arma migliore: la pazienza. Aspettare il momento giusto, alternare un limitato possesso a un'attesa più prolungata anche contro una squadra nettamente inferiore e praticamente incapace di costruire qualcosa di concreto in avanti, si è rivelata, per l'ennesima volta da un mese a questa parte, la chiave per la vittoria. 

Allegri varia senza troppi problemi uomini e sistemi di gioco. A San Pietroburgo ha rispolverato McKennie in mezzo al campo, con Locatelli e Bentancur, con Bernardeschi e Chiesa esterni d'attacco chiamati a mettersi in linea con il centrocampo in fase difensiva, e Morata al centro. Ma non cambia mai l'atteggiamento di una squadra che ormai ha interiorizzato l'atteggiamento tattico che la contraddistingue. L'allenatore bianconero ha valutato le caratteristiche dei suoi e ha stabilito che questa rosa possa giocare solo così. Sarri e Pirlo avevano provato a forzare le logiche di una squadra e di una società che da decenni concepisce solo un tipo di calcio. Dopo due anni sono tornati al punto di partenza. Che, visti i risultati, sembra proprio l'unico giusto. 

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