CHAMPIONS LEAGUE

Milan per gli ottavi, Juve per l'obiettivo minimo: la notte dei verdetti europei

Ai rossoneri basta un pari per tornare tra le migliori 16 d'Europa, i bianconeri devono difendere almeno il terzo posto

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Milan per gli ottavi, Juve per l'obiettivo minimo: la notte dei verdetti europei - foto 1
© Getty Images

Notte di verdetti, notte di traguardi che mancano da quasi nove anni e di ripieghi che dovranno diventare opportunità: il Milan si gioca il passaggio agli ottavi di Champions (l'ultima apparizioni nella Top-16 europea risale al marzo 2014), la Juve deve difendere almeno il terzo posto nel girone e assicurarsi la caduta controllata in Europa League. Per Pioli c'è il Salisburgo, per Allegri il Psg. Per i rossoneri potrebbe bastare un pari, per i bianconeri basta fare come o meglio del Maccabi Haifa impegnato contro il Benfica. 

San Siro si prepara a vivere una serata di tensioni e speranze: il primo posto nel girone è andato - il Chelsea ha l'aritmetica certezza di non poter essere scavalcato - ma il secondo è lì a portata di mano. Un punto può bastare, tre suggellerebbero al meglio il cammino europeo sin qui fatto. Gli ottavi come crescita, esperienza, danaro in cassa: il contenuto è questo, farselo sfuggire non è tra le ipotesi contemplate, con tanta comprensione per le legittime ambizioni di un Salisburgo alquanto temibile che arriva a Milano scortato da un corposo drappello di tifosi. Una notte in cui Pioli chiede a Leao di fare il Leao, quello vero, non la copia sbiadita di Torino. Con lui l'esperienza di Giroud, la duttilità di Krunic preferito all'evanescente De Ketelaere e la rabbia agonistica di Rebic. A centrocampo c'è invece da costruire, interdire e difendere: servono idee e grinta, ben miscelate, la coppia è quella formata da Tonali e Bennacer. Poi la difesa, dove è richiesta esperienza e solidità: Kjaer le può ancora assicurare al fianco di Tomori. A Theo e Kalulu il compito di tingere di rossonero le fasce, a Tatarusanu quello di non far rimpiangere Maignan.

Di rimpianti meglio non ne abbia anche una Juve già carica di rimorsi in questa disgraziata campagna europea. Il Psg non è l'avversario più adatto per stare sereni, tanto più quando l'infermeria è stracolma (l'ultimo a dare forfait è stato Kean, fuori per una infiammazione muscolare) e le scelte risicate e obbligate, tanto più che la convocazione in extremis e a sorpresa di Chiesa appare più che altro una mossa per fare numero). Ma l'Europa League è ora un dovere perché domani potrà essere una opportunità. I bianconeri possono contare anche sul Benfica che si gioca il primo posto nella corsa a due con il Psg contro il Maccabi Haifa: agli uomini di Allegri basterà fare come gli israeliani per difendere il terzo posto nel girone. La lista degli assenti è infinita, la distinta per l'arbitro quasi obbligata: davanti spazio a Miretti alle spalle di Milik, a centrocampo Fagioli con Locatelli e Rabiot, in difesa Gatti con Alex Sandro e Bonucci a dufesa di Szczesny. Sugli esterni Cuadrado e Kostic.

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