VERSO LAZIO-ATLETICO MADRID

Champions League, Sarri: "Con l'Atletico mi aspetto miglioramenti. Stimo Simeone ma la penso diversamente"

Il tecnico dei biancocelesti presenta la sfida dell'Olimpico: "Dobbiamo rimediare agli errori commessi in campionato". Luis Alberto: "Contro la Juve abbiamo preso gol che neanche in quarta categoria..."

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Il tecnico della Lazio, Maurizio Sarri, presenta la sfida di Champions League di martedì all'Olimpico contro l'Atletico Madrid. Avversario sarà il grande ex Cholo Simeone che ha da sempre una mentalità di gioco differente da quella del tecnico toscano. "Anni fa dissi che il mio modo di vedere il calcio era differente dal suo, ma avevo grandissima stima. Col suo modo di giocare ha fatto bene in Spagna e in Europa. Confermo la mia stima". Dopo il ko di Torino, comunque, la testa è solo alla sfida dell'Olimpico: "Inutile soffermarsi sulla partita precedente, bisogna rimediare agli errori. Mi aspetto che la squadra prosegua nei miglioramenti togliendo i difetti di inizio stagione".

LE PAROLE DI SARRI IN CONFERENZA

Che risposte si aspetta dalla squadra dopo la sconfitta di Torino?
"Mi aspetto che la squadra prosegua nei miglioramenti togliendo i difetti di inizio stagione. Quelli più evidenti attualmente sono un approccio alla partita in cui facciamo fatica oltre ai momenti decisivi nelle zone decisive di campo. Siamo troppo morbidi nella nostra area e in quella avversaria. A livello di gioco negli altri 70 metri di campo stiamo facendo invece dei passi in avanti".

Anni fa disse che non comprendeva il modo di gioco di Simeone. Ha cambiato opinione?
"Dissi che il mio modo di vedere il calcio era differente, ma avevo grandissima stima di Simeone. Col suo modo di giocare ha fatto bene in Spagna e in Europa. Confermo la mia stima".

L'inizio in campionato è stato al di sotto delle attese. Affrontare un impegno così duro subito può essere un'occasione per svoltare?
"Bisogna guardare partita per partita, non dobbiamo pensare ai singoli eventi. Abbiamo dei problemi da risolvere, ma nelle ultime due abbiamo fatto anche qualche passo in avanti. Ora bisogna farne uno decisivo, chiaro che contro squadre forti sono opportunità e rischi".

Meglio affrontare subito l'Atletico nel girone? Vista la poca esperienza in Champions conterà ancora di più la tattica?
"Non è che sia completamente d'accordo, la nostra squadra è rimasta corta nelle ultime due gare. C'è stato un approccio meno deciso, per questo il baricentro è stato più basso all'inizio. Ma non ci siamo mai scomposti e non abbiamo concesso agli avversari. Mi dispiace che stiamo subendo gol in situazione facilmente evitabili, anche quando siamo disposti bene. Quello che mi dispiace è che stiamo subendo gol in situazione facilmente evitabili e i 54 palloni giocati in area nell'ultima gara senza produrre qualcosa di concreto. Domani giochiamo con l'Atletico., serve un risultato, se sia il migliore o il peggiore non lo so. I risultati non sono positivi, dovrebbe essere teoricamente un brutto momento, ma non dobbiamo pensare a questo. Fare un risultato positivo sarebbe importante in ottica qualificazione".

Cosa deve fare la squadra per mettere Immobile nelle condizioni di rendere al meglio? In futuro ci sarà la possibilità di vedere insieme Kamada e Guendouzi?
"Immobile ha il destino dei grandi bomber. Un giocatore di cui non puoi fare a meno quando segna, viene criticato quando non segna ma questo è il destino dei giocatori abituati a fare 30 gol a stagione. In questo momento mi sembra che la squadra stia dando poca profondità, questo ci costerà a livello realizzativo. La squadra lo deve aiutare di più e lui deve andare più in profondità. Per quanto riguarda i due centrocampisti ci sarà la possibilità di vederli insieme Quando Luis Alberto andrà in fatica...".

Rispetto alla Lazio vista in campionato cosa ha in mente per il match con l'Atletico? Cambierà qualcuno?
"Noi siamo più strategici che tattici, l'idea è quella di far funzionare al meglio le nostre, cosa che finora non è avvenuta".

Ha parlato di approccio sbagliato. Anche a Napoli si è visto, è quello il difetto che era stato superato l'anno scorso?
"Dovessi dire che il nostro approccio è stato sbagliato direi qualcosa di troppo. La fase di difficoltà è durata 12 minuti, non 60, però anche in quel momento mancava furore agonistico. La squadra era abbastanza ordinata, ma ci mancava un po' di cattiveria".

C'è un qualche motivo dietro questi approcci, anche nelle riprese?
"L'approccio nel secondo tempo è stato un problema anche l'anno scorso, nel primo meno. Difficile trovare una spiegazione logica, anche perché la squadra si allena anche nella maniera giusta. Ne stiamo parlando per cercare di risolverla, ma qualche problema nel trovare la soluzione definitiva ne stiamo trovando".

La Champions può resettare il ko dello Stadium, visto che vi siete sentiti oggetto di qualcosa al di fuori della squadra?
"A Torino la società ci ha detto di non parlare a fine partita e noi ci siamo attenuti alle indicazioni. La Champions è un'altra storia, la manifestazione per club più importante al mondo, quindi a livello altissimo. Deve essere un piacere esserci". 

Può essere occasione di riscatto?
"Quando si gioca ogni 70 ore c'è poco da vedere perché gli allenamenti sono pochi. Inutile soffermarsi sulla partita precedente, bisogna rimediare agli errori".

Impossibile pensare a Guendouzi più arretrato in cabina di regia? Che reazione si aspetta dopo Torino in una partita così importante?
"Si, è impossibile. Non rappresenta per caratteristiche quello che intendo io come vertice basso. Non mi aspetto reazioni, i ragazzi hanno lavorato due anni per arrivare qui e adesso devono giocare questa partita. Se si pensa ai sacrifici fatti la motivazione deve essere altissima".

Come è cambiata la competizione dalla prima volta in cui ha partecipato?
"Grandi stravolgimenti non ne ho visti Le partite sono sempre difficili, le squadre sono di livello qualitativo e fisico molto alto, quindi aspettarsi partite facili è impossibile. Poi chiaramente nel corso degli anni si è appianato il divario tra le prime 7-8 d'Europa e le altre, ma era difficile già allora".

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