Non solo i calciatori ma anche i tecnici made in Italy hanno poco spazio nel nostro Paese
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Si è ritrovato sul prato a piangere lacrime amare, Francesco Farioli, dopo aver buttato al vento, alla guida dell'Ajax, una Eredivisie che sembrava ormai scontata. L'allenatore italiano ha comunque portato la più prestigiosa squadra olandese in Champions League, dopo un periodo di assenza inaccettabile per un club di quel livello. Pensare a un tecnico proveniente dalla Patria del catenaccio sulla panchina di chi ha inventato il calcio totale sembra la cosa più assurda del mondo. Invece è proprio l'approccio all'avanguardia di Farioli che lo ha portato ad Amsterdam e ora, con tutta probabilità, sulla panchina di un Tottenham che ha deciso di ripartire senza Postecoglu. Il giovane italiano, insomma, all'estero piace. Molto di più che da noi.
Sembra pronto al grande salto anche Davide Ancelotti, 35 anni contro i 36 di Farioli. Già da tempo sulla cresta dell'onda come vice del padre al Real Madrid, ha aiutato Carletto a restare all'avanguardia in un calcio che cambia. La sua abilità nella lettura della gara non è passata inosservata nel mondo del pallone internazionale. I Rangers di Glasgow, che saluteranno lo zio del bolognese Ferguson allenatore ad interim dopo l'esonero di Clement, stanno pensando al più popolare dei figli d'arte per guidare il club più amato dai protestanti.
Chi all'estero è ormai di casa è Roberto De Zerbi che, quasi sicuramente, non tornerà in Italia. Può restare al Marsiglia o trasferirsi in una nuova destinazione lontana dalla madrepatria, visto che gli estimatori non gli mancano. Lo stesso vale per Enzo Maresca, anche lui alla guida di un club prestigiosissimo come il Chelsea. Sicura la sua conferma, a maggior ragione se centrerà due obiettivi a portata di mano: l'accesso alla Champions League e la vittoria della Conference. Anche per lui si era parlato, come per Farioli, di un possibile approdo alla Roma post Ranieri. Ipotesi comunque scartate dal club giallorosso.