Uno è sulla soglia dei 40 anni ed è un allenatore emergente. L'altro, che di anni ne ha 37, non si è ancora stancato di fare gol. L'uno chiamasi Nicolas Cordova, cileno classe '79, ex centrocampista di Perugia, Crotone, Bari, Livorno, Ascoli, Messina, Grosseto, Parma e Brescia. L'altro è German Denis, argentino classe 1981, ex attaccante di Cesena, Napoli, Udinese e Atalanta.

L'uno - Cordova - da qualche anno allena. Quando giocava era un "piccolo Pirlo", adesso, in panchina, si ispira al suo amico Guardiola. L'altro - Denis - salutata l'Atalanta nel febbraio 2016 per tornare in Argentina dopo 4 anni e mezzo e 56 gol in nerazzurro continua il suo mestiere di bomber.

L'uno e l'altro - ieri strarivali con le maglie di Brescia e Atalanta - oggi servono insieme la causa dell'Universitario di Lima, la squadra più gloriosa del Perù, travolta da una crisi economica che l'ha portata ai bordi della retrocessione. Cordova un paio di mesi fa, con il mercato in entrata bloccato per problemi finanziari, ha proposto al vecchio amico-rivale, libero e a un passo dal ritiro, di dargli una mano nell'impresa disperata di salvare la Crema dal "descenso". Detto, fatto.

E l'altroieri l'Universitario ha vinto il clasico peruano battendo 2-1 i ricchi cugini dello Sporting Cristal (quelli della birra, tanto per intenderci...). Nel 2-1 decisivo il gol di German Denis come le mosse tattiche di Nico Cordova.

Cordova e Denis, uniti in Perù da un curioso destino italiano che sta regalando loro grandi soddisfazioni. La U, con pochi soldi ma tanta gloria (con 26 titoli è la squadra più scudettata del Perù) è in serie positiva da sei partite (cinque vittorie e un pareggio). La salvezza si avvicina. Nel segno delle alchimie di Cordova e dei gol di Denis. Nel segno, magari, di un bel piatto di casoncelli: tipico primo della zona che accomuna Bergamo e Brescia. Almeno a tavola.