Champions ed Europa League, quanti italiani in finale!

Con gli ex Serie A che giocheranno a Madrid e Baku sui può fare un'intera squadra, allenatore Maurizio Sarri

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La fuga dei cervelli ha supportato la restaurazione. Gli inventori del calcio sono tornati e l'obolo versato al nostro vituperato pallone, oltre a un fiume di sterline, è un sentito "grazie". Senza i guanti di Alisson, i lampi di Salah, il senso di Jorginho e Torreira per la geometria non è affatto detto che la Union Jack avrebbe avvolto entrambe le finali, di Champions ed Europa League e se l'ex romanista Lamela, fragile riserva nel Tottenham di Pochettino, non ha contribuito troppo alla causa degli Spurs, Liverpool, Arsenal e Chelsea hanno, nel loro motore, cavalli a noi ben noti.

Nella magica notte di Anfield Salah si è limitato a ricordare ai compagni cosa fare, cioè non mollare (maglietta never give up) mentre Alisson ha provveduto con parate fondamentali ad evitare che il Barcellona segnasse quel gol che avrebbe reso la rimonta dei Reds ancora più impervia. Stra-rimpianti dai tifosi romanisti, ben poco affezionati alle plusvalenze così come ai presunti eredi del portiere brasiliano e del Faraone, cioè Olsen e Under.

Un undici, quello degli eurofinalisti della Serie A, che vedrebbe in campo altri due ex romanisti, cioè Rudiger ed Emerson: il tedesco è una colonna del Chelsea, l'oriundo italiano un'affidabilissima alternativa dell'ex fiorentino Marcos Alonso. Nello spogliatoio dei Blues, l'italiano è quasi la lingua madre, un bel colpo di fortuna per Maurizio Sarri. Il suo inglese non è ancora fluentissimo, un problema che non si pone quando c'è da interagire con Kovacic e soprattutto con Jorginho e Higuain, con cui, dopo l'esperienza napoletana, è sufficiente forse un'occhiata per intendersi.

Nell'Arsenal di Emery la spina dorsale ha i colori di Genoa, Sampdoria e di striscio, Milan. Pierre Aubameyang transitò, diciottenne, da Milanello una sola stagione senza essere evidentemente capito, così come Sokratis Papastathopoulos, cinque presenze e stop in rossonero dopo due buoni campionati col Grifone di Gasperini. E a centrocampo brilla il fosforo di Lucas Torreira, ex playmaker doriano, lasciato partire da Massimo Ferrero per trenta milioni.

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