Nuova Champions, le leghe europee contro la riforma di Agnelli: "I campionati nazionali non siano stravolti"

Il presidente dell'European Leagues: "Alle competizioni Uefa ci si qualifica attraverso i campionati nazionali"

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No alla nuova Champions che rischia di stravolgere i campionati nazionali. E' questa la dura presa di posizione delle Leghe europee, riunite a Madrid per discutere della proposta di riforma avanzata dall'Eca guidata da Andrea Agnelli, nella quale si ipotizzano posti fissi per le big a partire dal 2024. L'European Leagues, l'organizzazione che rappresenta gli interessi delle Leghe nazionali professionistiche in Europa e un ampio panel di club hanno infatti chiesto di essere consultati e di poter negoziare con la Uefa.

Lars-Christer Olsson, presidente dell'associazione, è intervenuto in conferenza stampa al termine dell'incontro di Madrid che ha visto la presenza dei rappresentanti di 244 club. "Dobbiamo essere inclusi nel processo decisionale sul futuro delle competizioni europee - spiega -. Il processo deve cambiare, dall'informazione alla vera negoziazione. Le competizioni nazionali devono essere alla base delle competizioni internazionali e ci si deve qualificare alle competizioni Uefa attraverso i campionati nazionali. Senza questo, impossibile mantenere l'interesse dei tifosi".

Il nuovo format consentirebbe alle prime cinque squadre dei quattro gironi da otto di essere qualificate direttamente alla prossima edizione, indipendentemente dalle loro classifiche di campionato, con possibili spareggi tra sesta e settima. Una riforma che vedrebbe l'opposizione dei club più piccoli, ma anche delle leghe che organizzano i campionati nazionali che temono di vedere svalutare i loro tornei, soprattutto perché le partite europee verrebbero giocate nei fine settimana. "Non possiamo riformare nulla nelle competizioni europee senza un accordo con le leghe nazionali", ha detto il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas. La Eca ha convocato una riunione dei club il 6-7 giugno a Malta.

DE LAURENTIIS: "SERVE UNA RIVOLUZIONE COPERNICANA"
"Io sono dell'avviso che sia la Champions League che l'Europa League si sono invecchiate, hanno fatto il loro corso, ma non è che con una manciata di soldi in più si accontentano gli altri club, perché così facendo non accontenti la crescita del calcio". Così il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, commenta la riunione allargata delle leghe europee a Madrid. "Secondo me, con i soldi in più si può accontentare tutti ma a condizione che si faccia una rivoluzione copernicana, che cancelli dalla faccia della terra questa Champions e questa Europa League e si stabilisca una nuova European Cup in cui lo stesso numero di club che prima partecipavano alle due coppe combattano insieme senza primi e secondi della classe, senza privilegiati e disgraziati. Pensare di tornare alla competizione per pochi eletti - ha concluso De Laurentiis - è riduttivo, sarebbe un calcio al calcio mondiale".

LOTITO: "E' FINITO IL TEMPO DEI SERVI DELLA GLEBA"
Claudio Lotito, intervento a Madrid nel corso della riunione allargata delle Leghe europee, ricorda che "qui non qui non c'è un problema di contrapposizione sul piano personale ma su quello che deve essere il futuro e la regia del calcio europeo. Il calcio non è solo business, ma devono essere salvaguardate tutte le componenti che concorrono ad alimentare questo sistema, composto non solo dalle società e dai tifosi che rinunciano a un paio di scarpe per andare a vedere la loro squadra del cuore". Per il presidente della Lazio, bisognerebbe "costituire una cabina di regia tra club e Leghe per dialogare con l'Uefa, perché le decisioni ultime non possono essere prese dall'alto ma vanno condivise con tutti gli attori. C'è un problema di rappresentanza - ha aggiunto Lotito - e le Leghe sono gli unici organi deputati a programmare e riformare il sistema calcio, gli unici organi dove sono rappresentati tutte le componenti del calcio, con grandi, medie e piccole, e non l'Eca. Oggi è finito il tempo dei servi della gleba, dei vassalli e dei valvassori. Esiste pari dignita', i voti non si pesano e chi partecipa al tavolo deve avere la rappresentanza vera delle società. Non possono essere 20 società a decidere il futuro di tutti. La solidarietà - ha concluso il n.1 della Lazio - non può essere utilizzata sic et simpliciter ma come crescita del sistema. Deve essere creata una cabina di regia tra le leghe dove il rappresentante non sia solo istituzionale, ma delegata direttamente dai club".

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