"Una ben precisa strategia criminale" per "intimidire le società sportive e, nel caso in esame, la Juventus". Era questo il sospetto maturato dai Carabinieri del nucleo operativo di Torino e contenuto in una informativa inviata alla procura nel settembre del 2014: gli investigatori, dopo avere segnalato "l'interessamento di individui legati alla criminalità organizzata" verso il "sistema stadio", non parlarono di connivenze tra dirigenti e malavitosi, ma di una possibile "estorsione ai danni della Juventus Fc".
L'informativa è tra gli atti dell'inchiesta Alto Piemonte, dove si parla di contatti fra un presunto boss della 'ndrangheta e i vertici della società bianconera. I carabinieri ritenevano di avere scoperto un meccanismo finalizzato a "estorcere biglietti e ulteriori benefit che per i capi ultras rappresentano una impareggiabile occasione di profitto, che può ulteriormente moltiplicarsi attraverso il reinvestimento di quei proventi in vere e proprie attività criminali".
"Il mondo delle tifoserie organizzate - scrivono i militari - nonostante il succedersi negli anni di innumerevoli iniziative per la creazione di un ambiente sano, presenta in realtà numerosi lati oscuri in cui spesso convergono interessi economici palesemente illeciti".
I Carabinieri: "Juve intimidita dai criminali"
E' quanto emerge dal rapporto dei Cc: "Non connivenze, ma estorsione ai danni della società"
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