IL COMMENTO

C'è un'Europa che funziona: quella del calcio

L'Uefa in soccorso anche economico dei club mentre Bruxelles temporeggia verso le singole nazioni

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Prima la tragedia coronavirus, dopo la crisi economica. L’Europa è investita da una doppia tragedia alla quale fatica a dare risposte. Si veda quello che accade nell’ambito dell’Unione Europea. A due mesi dall’inizio del disastro sanitario, Bruxelles non ha ancora partorito nessuna risposta concreta. Anzi. È tutto un dibattere e un litigare su MES, Eurobond, Recovery Fond ecc. Un quadro desolante con le istituzioni comunitarie che non sembrano all’altezza della sfida che hanno di fronte. Diverso sembra l’atteggiamento del mondo del calcio. Almeno a livello continentale. La Uefa conferma tempestività e concretezza nell’affrontare la crisi del coronavirus. Chiarissime le disposizioni finali dopo il meeting che si è tenuto in videoconferenza a Nyon.

La stagione in corso non dovrà concludersi oltre il 3 agosto. L’indicazione è di concludere, entro quella data, i campionati con qualunque formula (possibile il ricorso anche a playoff, spareggi o mini tornei). Le 55 Federazioni europee hanno tempo fino al 27 maggio per presentare i piani dei singoli tornei nazionali. Se le condizioni sanitarie non permettessero lo svolgimento delle partite si dovrà optare per lo stop anticipato dei campionati (come accaduto in Belgio e Scozia). In questo caso le Federazioni (e non le Leghe) dovranno inviare la lista delle squadre qualificate alle coppe europee, in base a criteri di merito sportivo riferiti all’attuale stagione.

Le decisioni dell’Uefa non riguardano solo il piano organizzativo. I vertici di Nyon hanno anche deciso di anticipare ai club i pagamenti per il rilascio dei loro giocatori alla squadre nazionali. “Una decisione dovuta” ha spiegato il numero 1 dell’organizzazione Alexander Ceferin, necessaria per aiutare i club che si trovano ad affrontare gravi problemi finanziari. Il Comitato Esecutivo Uefa ha approvato la distribuzione di 70 milioni di euro a quei club che hanno rilasciato giocatori per le Qualificazione europee e la Nations League (altri 130milioni saranno versati alle società che rilasceranno giocatori per Euro 2020). Questi finanziamenti sono una ”iniezione di liquidità necessaria” ha commentato Andrea Agnelli, presidente dell’Eca (associazione dei club europei). Ne beneficeranno ben 676 squadre che riceveranno fino a 630mila euro per il loro contributo alle varie Nazionali.

Cambi organizzativi e finanziamenti immediati. Questa la ricetta con cui il calcio europeo prova a battere il Covid-19. Se l’Unione Europea guardasse, per una volta, all’Uefa non perderebbe il suo tempo. Insomma il consiglio è che a Bruxelles copino qualche documento redatto a Nyon. Troverebbero qualche spunto per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica.

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