BUONI E CATTIVI

Buoni e Cattivi: i gioielli della Joya, le amnesie di Veretout e la serataccia di Kolarov

I premi di Roma-Juventus nella nostra consueta rubrica post-campionato

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Scudettino d'inverno con il brivido, per una Juventus che vince sofffendo e non convince appieno sul piano del gioco. Roma che esce ridimensionata da questo inizio 2020: per fortuna dei giallorossi non ci sono più sfide all'Olimpico contro squadre torinesi, della serie (radiofonica anni Settanta...) chiamate Roma 0212, considerato i punteggi delle vittorie di Torino e Juventus. Al netto dei gol, le emozioni più grandi sono arrivate, ahinoi, dagli infortuni di Demiral e Zaniolo. Poco spettacolo, insomma. E la piccola bestemmia tecnica di Sarri che ha richiamato in panchina (tra i rimbrotti del numero 10) il migliore in campo, Paulo Dybala.

PREMIO ANONIMO ARGENTINO - In questa partita il suo nome non entra nel tabellino dei marcatori. Ma Paulo Dybala è comunque "el hombre del partido" perché decisivo in entrambi i gol juventini: serve su punizione mancina la palla per il tocco (di stinco) di Demiral che vale l'1-0 e poi si procura il rigore andando a rubar palla al distratto Veretout e mettendoci un briciolo di malizia. In mezzo, un contropiede a tutto campo condotto con tecnica e velocità a innescare Ramsey, con Florenzi che poi ha chiuso bene su Cristiano Ronaldo. Si arrabbia molto al momento della sostituzione. Difficile dargli torto...

PREMIO CAMOMILLA - Veretout recita la parte del "brutto addormentato" in area di rigore: l'indecisione che costa il rigore è un errore da matita blu. Trattasi peraltro di recidiva: a San Siro contro l'Inter, dopo soli sei minuti, aveva avuto un'amnesia simile con Lukaku che però non riuscì ad approfittarne, tirando addosso a Mirante. 

PREMIO OCCASIONI SPRECATE - Lorenzo Pellegrini ha avuto due occasionissime. Errore veniale nel primo tempo quando, dopo un'uscita smanacciata di Szczesny, ha tirato da distanza ravvicinata addosso a Rabiot. Errore capitale nella ripresa a pochi minuti dalla fine quando da buona posizione ha buttato in curva la palla del possibile 2-2.

PREMIO  SERBO STANCO - Classe '81, come Ibrahimovic. Aleksandr Kolarov, con piedino fatato ed esperienza da vendere, contro la Juventus è sembrato l'ombra di se stesso. Cross sballati, stop mancati, palloni persi. In più la responsabilità (con Smalling) nel gol di Demiral e due punizioni (la specialità della casa) gettate alle ortiche: la prima spedita altissima, la seconda buttata contro la barriera. Non era serata, insomma...

PREMIO LAVORO OSCURO - Non si vede ma si "sente". Ruba e recupera decine e decine di palloni, guadagna cartellini (per falli ai suoi danni, ammoniti Mancini nel primo tempo e Florenzi nella ripresa). Una vita da mediano, come cantava Ligabue. Del resto, come il mediano di Ligabue (Lele Oriali) anche Blaise Matuidi è campione del mondo...

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