IL CASO

Arbitri: da Di Bello ad Ayroldi, un lungo weekend da paura

Settimana nera per i nostri fischietti: molti errori, gravi, e la necessità, immediata, di correre ai ripari. Ma siamo ancora i migliori al mondo?

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Un weekend così, trascinatosi causa coppe da venerdì a lunedì, non si era mai visto e la domanda, a questo punto, è inevitabile: abbiamo ancora i migliori arbitri del mondo? La risposta è quanto mai complessa, ma il dubbio è legittimo, perché da Di Bello fino ad Ayroldi, l'ultima giornata di campionato ci ha davvero regalato tutto il peggio possibile: dai tre rossi (e 11 ammonizioni!) di Lazio-Milan fino al rigore fischiato ieri sera all'Inter (nonostante la chiamata al Var), passando per la direzione di Marchetti in Torino-Fiorentina che ha fatto perdere la testa ai granata e al loro tecnico Ivan Juric

Ma cerchiamo di andare con ordine e partiamo dalla notizia della serata di ieri: la questione arbitri non è ovviamente passato inosservata nemmeno ai vertici di AIA e CAN tanto che il designatore Gianluca Rocchi ha deciso di convocare una riunione d'urgenza per giovedì 7 marzo a Roma, riunione cui dovrebbe partecipare anche il presidente della Figc Gravina. Sarà l'occasione per fermarsi e riflettere, per fare il punto della situazione e per provare a ricompattare un ambiente uscito a pezzi da quest'ultimo turno di campionato. Basterà per fermare l'emorragia di errori? Probabilmente no, perché la questione più che casuale sembra tecnica, ma certamente si proverà a restituire serenità a un ambiente che, oggi, è tutto fuorché sereno. E se gli arbitri non sono tranquilli, i risultati sono questi. 

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Poi, certo, andrebbero comprese anche certe altre dinamiche. Ad esempio: com'è possibile che Di Bello, fermato in Serie A, vada in Champions a fare il quarto uomo? D'accordo, non è un ruolo di primo piano. E d'accordo, designazione e designatore sono diversi. Certamente, però, la questione stona. Tant'è che il momento è delicato. L'autorevolezza degli arbitri è il primo punto su cui costruire uno sport, quale che sia. E se gli errori sono tanti e ripetuti, è il caso di trovare immediatamente una soluzione che sia il più definitivo possibile. Anche se, oggi, la domanda è proprio quella di cui sopra: siamo ancora i migliori arbitri al mondo? 

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