La consueta rubrica del lunedì del nostro Matteo Dotto
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Finalmente una sfida d’alta classifica che regala spettacolo. La vittoria del Milan lascia in eredità una splendida bagarre in zona scudetto con quattro squadre nel giro di un solo punto. Dietro al Napoli (a 22), ecco (a 21) il terzetto Roma-Inter-Milan con la Juventus e il Bologna a 18, staccati comunque di sole quattro lunghezze dalla vetta.
ANDAMENTO LENTO – Tony Esposito suonava e interpretava divinamente a fine anni Ottanta questa hit. Da quattordici anni (stagione 2011-12) in effetti non si andava così piano nelle zone nobili della classifica. Allora, dopo dieci giornate, in testa c’erano a quota 21 Lazio e Udinese, con il Milan a 20 e la Juventus a 19 (ma con una partita in meno). Alla fine scudetto alla Juve di Conte con tante recriminazioni del Milan di Allegri per il gol fantasma di Muntari nello scontro diretto. Tornando all’oggi, sono proprio Milan e Roma ad aver fatto il balzo maggiore rispetto allo scorso campionato. Dopo 10 turni i rossoneri hanno conquistato con Allegri il 33 per cento di punti in più rispetto alla gestione Fonseca (21 a 14), la Roma di Gasperini ha addirittura otto punti in più (21 a 13) rispetto a quella dello scorso anno (di De Rossi per quattro giornate e di Juric nelle successive sei).
EROI – Pavlovic che firma il gol vincente; Leao che gli serve un assist coi fiocchi dopo una sgroppata devastante; Maignan che para un rigore non banale a Dybala. Modric che continua… a fare il Modric. Ma ci piace citare – in un Milan che non ha demeritato in nessuno dei suoi interpreti (tranne il solo rivedibile De Winter) – la grande applicazione di Alexis Saelemaekers. Il belga dà il via all’azione del gol, fa ammonire El Aynaoui nel primo tempo e Wesley nella ripresa, dà poi sempre la sensazione di poter accendere qualche azione ad alto tasso di pericolosità. A 26 anni e dopo le positive stagioni in prestito a Bologna e proprio nella Roma giallorossa il jolly rossonero può diventare davvero una delle carte vincenti di Allegri.
ZERO – Del fortunoso pareggio casalingo del Napoli contro il Como di sabato si è scritto e detto molto. Risultato utile numero 17 per gli azzurri al Maradona dove il Napoli nell’anno solare 2025 non ha ancora perso tra campionato e Champions. Nella stagione scorsa solo due volte il Napoli di Conte era rimasto a secco di reti in casa ed erano arrivate due sconfitte: 0-1 contro la Lazio e 0-3 contro l’Atalanta. L’ultimo 0-0 al Maradona risale invece all’ultima giornata del 2023-24 nella sfida contro il Lecce.
RITARDI – I bomber che non ti aspetti per l’esordio juventino di Spalletti. Vlahovic lotta ma non segna, Openda stecca anche la terza da titolare, David non incide nei minuti finali. Kostic torna al gol in bianconero dopo più di due anni e mezzo: ultima rete in Inter-Juve 0-1 del 19 marzo 2023. Le quattro reti del serbo hanno peraltro coinciso con quattro vittorie juventine: oltre al 2-1 di sabato a Cremona e allo 1-0 di San Siro (di cui sopra), nello score troviamo la firma di Kostic in Salernitana-Juventus 0-3 e in Juventus-Bologna 3-0, sempre nella stagione 2022-23. Primo centro stagionale anche per Andrea Cambiaso che era a secco da undici mesi: ultimo gol in Lecce-Juve dell’1 dicembre 2024.
SCUDETTI – Con il ritorno di Luciano Spalletti su una panchina di Serie A dopo la parentesi azzurra diventano cinque gli allenatori scudettati presenti in questo campionato. Per un totale di 14 titoli: 6 quelli vinti da Allegri (uno al Milan e cinque alla Juventus), 5 quelli conquistati da Conte (tre alla Juve, uno all’Inter e uno al Napoli); poi con un titolo a testa troviamo Pioli (Milan 2022), Sarri (Juventus 2020) e Spalletti (Napoli 2023). In pratica dal 2010-11 in poi troviamo tutti i tecnici vincitori con l’eccezione di Simone Inzaghi.
SPETTRO – Tre anni e mezzo fa festeggiava uno scudetto in rimonta sull’Inter, oggi è al capolinea della sua (seconda) avventura sulla panchina della Fiorentina. A inchiodare Stefano Pioli sono i numeri: zero vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte, la miseria di 4 punti raccolti sui 30 a disposizione. E poi una serie nera che – contando le ultime sette gare alla guida del Milan – dà un parziale in A di 1 vittoria, 8 pareggi e 8 sconfitte. Uno score davvero imbarazzante. Lo spettro viola si chiama Serie B. Tre volte la Fiorentina è retrocessa nella sua storia: nel 1937-38, nel 1992-93 (quando però dopo 10 giornate era in zona Europa: fatale il licenziamento di Radice con Agroppi al suo posto) e nel 2001-02 (con la società allo sbando, quindi fallimento e risalita dalla C2 con la denominazione di Florentia Viola e l’ingresso della famiglia Della Valle). I tifosi sperano ovviamente in un epilogo diverso, quello ad esempio della stagione 1977-78: dopo 10 giornate “quella” Fiorentina aveva 6 punti ed era terz’ultima con una lunghezza di vantaggio su Bologna e Pescara. La vittoria valeva due punti e dopo 10 turni lo score recitava: 1 successo, 4 pareggi e 5 sconfitte. Carletto Mazzone fu esonerato la domenica successiva dopo Fiorentina-Lazio 0-1. Al suo posto il quasi omonimo Mazzoni a sua volta rilevato dalla 17esima giornata da Beppe Chiappella. Che riuscì nel miracolo di salvare la Viola per miglior differenza reti nei confronti del Genoa (in B oltre al Grifone scesero anche Foggia e Pescara). Quella Fiorentina però aveva due giovani campioni: il 24enne Giancarlo Antognoni con la numero 10 e Giovanni Galli che, a soli 20 anni, rubò il posto tra i pali all’esperto Gedeone Carmignani.