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Albertini: "Gavi? Come un totti, in Spagna hanno coraggio"

"Gavi e' un'eccezione, e' il Francesco

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"Gavi e' un'eccezione, e' il Francesco Totti, chiamiamolo cosi'. Ma in Spagna c'e' un percorso formativo che comprende anche le seconde squadre, dove il talento si confronta con l'esperienza". Cosi' Demetrio Albertini, interpellato dall'ANSA, descrive l'approccio ai giovani in Spagna alla luce del convincente esordio del centrocampista 17enne nella semifinale di Nations League persa ieri dall'Italia. "Un giocatore talentuoso lo si vede sin da subito, li' hanno coraggio e danno l'opportunita', senza paura", spiega l'ex centrocampista colonna del Milan ma con esperienze anche in Spagna, al Barcellona e all'Atletico Madrid. Nel 2005 "quando arrivai al Barcellona - ricorda - mi fu presentato Messi come un giocatore della cantera (la squadra giovanile). Come lui altri, a partire da Puyol. Parliamo di persone che poi hanno scritto la storia del calcio mondiale". In Italia invece viene "valorizzata l'esperienza, ma il talento puoi averlo a qualsiasi eta'" portando spesso, seppur con qualche eccezione (Albertini pensa al Milan), ad avere "squadre piu' 'adulte'". A conferma di questi tesi cita un dato: "In Serie A si raggiungono le 100 partite mediamente a 24 anni, due in piu' rispetto a quanto accade all'estero". Per questo, riguardo alle seconde squadre, il dirigente sportivo si augura che altri club "possano seguire quello che ha fatto la Juventus" con la sua under 23. Pur sottolineando che "la nazionale azzurra e' abbastanza giovane", secondo Albertini "con le seconde squadre metteremmo nel nostro sistema molto prima giocatori di talento, piu' giovani, in qualsiasi categoria. Il problema e' che qualche volta le si vede come una spesa, secondo me sono un investimento".

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