Il presidente del club sardo ha parlato in conferenza stampa della squadra che verrà, dell'addio a Federico Pasquini e delle prospettive europee
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Nella mattinata di mercoledì, il presidente della Dinamo Banco di Sardegna, Stefano Sardara, è intervenuto in conferenza stampa di fronte ai giornalisti di tv, testate web e carta stampata.
Queste le sue dichiarazioni: "Chiudiamo una stagione complicata, come del resto lo è stata anche la precedente. Abbiamo fatto i conti con numerosi infortuni che hanno inevitabilmente condizionato il nostro cammino, ma siamo riusciti comunque a portare a casa il risultato minimo: restare in Serie A. Il nostro obiettivo è sempre stato competere per i playoff, sia per la squadra maschile che per le Dinamo Women e sul basket in carrozzina. Serve tirare fuori tutte le energie, come ha detto bene coach Bulleri: la squadra deve coinvolgere, deve divertire. E nonostante tutto, non ho mai avuto la sensazione che questa squadra stesse mollando. Abbiamo giocato per larghi tratti con giocatori fuori ruolo e, considerando le difficoltà, è stata una stagione particolare. Ma la considero anche un primo passo per ripartire. L’umore oggi è più alto che mai: negli ultimi due mesi ho messo in secondo piano altri impegni professionali per stare ancora più vicino alla Dinamo. Quando guardo agli anni migliori è perché tutti eravamo sul pezzo: quando manca anche solo un ingranaggio, qualcosa si paga. Non ho mai pensato, nemmeno per un minuto, che potessimo essere coinvolti nella lotta salvezza, ma è evidente che non si è lavorato abbastanza bene. Non voglio attribuire colpe: gli infortuni hanno pesato, ma evidentemente non si è fatto abbastanza. L’anno scorso, paradossalmente, ero più preoccupato di quanto lo sia stato quest’anno".
L'USCITA DI PASQUINI E IL FUTURO - "L’uscita di Federico Pasquini rappresenta per noi un passaggio importante. Lo ringraziamo per questi 14 anni di lavoro, di successi, di errori e di vittorie sempre condivise. È stato una pedina fondamentale della Dinamo: non sarà facile rimpiazzarlo, ma è anche l’inizio di un nuovo capitolo. Quando l’ho scelto come direttore sportivo c’era grande scetticismo, ma il tempo ha dimostrato che è stata una scelta vincente. Federico è un grande conoscitore della pallacanestro, ma anche un attento osservatore delle dinamiche sociali della città. E noi sassaresi, come i sardi in generale, non siamo semplici da decifrare. Siamo sereni: sappiamo cosa fare, stiamo sfogliando la margherita e diversi professionisti si sono proposti. Questo dimostra che Sassari ha ancora un grande appeal. Appena avremo fatto la nostra scelta sul nuovo diesse, la comunicheremo".
LA SQUADRA DEL FUTURO - "Quando si costruisce una squadra, la priorità è sempre cercare di confermare quanti più giocatori possibile, perché ogni volta che si riparte da zero si paga dazio in termini di conoscenze reciproche. Vincini è, a mio avviso, il lungo italiano giovane più forte del campionato e lo vedremo presto in Nazionale. Veronesi ha dimostrato di poter stare stabilmente in Serie A. Thomas incarna esattamente ciò che vogliamo essere: entusiasmo, voglia di fare, spirito Dinamo. La verità è che il mondo intorno a noi è cambiato: guardate cosa sta succedendo a Trapani, a Trieste con l’ingresso del fondo americano, o in altre piazze dove stanno arrivando investimenti dall’estero. Noi, invece, siamo un progetto fatto in casa. Pian piano stiamo risolvendo anche le difficoltà avute con la Regione negli ultimi anni. Il nostro budget non è mai calato, anzi, è cresciuto. Se non siamo ai playoff non è colpa del budget, ma di un lavoro che – al netto degli infortuni – non è stato abbastanza efficace. Non mi nascondo: io, ad esempio, una coppia come Bibbins-Halilovic non l’avrei mai fatta. È stata una scelta coraggiosa, ma purtroppo non ha pagato".
L’IMPEGNO EUROPEO E L’EVOLUZIONE DEL CLUB - "La Dinamo vuole tornare a giocare in Europa e credo che lo faremo. La storia di questo club parla da sola, ha crediti sufficienti per legittimare la partecipazione alle coppe: servono alla visibilità, alla crescita del brand e nella ricerca di giocatori. Anche se, va detto, Sassari non ha mai dimostrato un grande attaccamento alle coppe. In ogni caso, la società sta continuando a evolversi. Dopo un lungo lavoro di ristrutturazione, oggi abbiamo Jack Devecchi nel ruolo di direttore generale a gestire tutta la struttura interna, abbiamo risolto problemi legati alla gestione medica, stiamo portando avanti progetti come la club house e lo store. È stato un anno sfortunato dal punto di vista sportivo, ma la società è sul pezzo, e questo ci consente di proseguire il nostro percorso di crescita".
PALASERRADIMIGNI E PUBBLICO - "Sul fronte pubblico, bisogna fare chiarezza. In tanti parlano di una Dinamo che ha perso mille tifosi negli ultimi anni, ma bisogna guardare bene a cosa è successo. La capienza ufficiale del Palaserradimigni era di 4.500 spettatori, aumentata a 5.000 con adattamenti per le coppe. Poi c'è stato un comandante dei Vigili del Fuoco che ha applicato norme recenti su un impianto datato e ha revocato 800 posti. Con l’avvio dei lavori ne sono stati persi altri 700. Oggi la capienza è poco superiore alla sopra la soglia minima per la Serie A. Abbiamo partecipato alla consegna del cantiere a ottobre scorso, ma il capitolato prevede che durante il campionato non si possa lavorare. Siamo in ritardo, anche perché manca ancora la nomina del direttore dei lavori. Il parquet, però, lo smonteremo listella per listella per conservarlo: rappresenta la nostra storia".
IL RAPPORTO CON IL BANCO DI SARDEGNA - "Il contratto con il Banco scadrà ad agosto, ma non vedo problemi. Parliamo di una relazione che affonda le radici in oltre 35 anni di storia. Il nuovo direttore generale dell’istituto ha subito mostrato attenzione per il territorio e per la Dinamo, e lo stesso presidente ha espresso parere favorevole al proseguimento della sponsorizzazione".
DINAMO WOMEN - "Ho promesso al presidente Petrucci che continueremo a esserci nel femminile, anche se, va detto, sembra che negli ultimi anni si sia fatto di tutto per rendere questa strada impervia. Normative e tassazioni sono cambiate, ma nonostante questo ci crediamo. Personalmente seguo il campionato, ho l’abbonamento LBF (non ce l’ho per la maschile) e mi ha divertito. È un bello sport, che merita più attenzione. Abbiamo giocato anche partite importanti davanti a 300-400 persone: il problema non è certo il prezzo del biglietto, è un tema culturale. In Italia bisogna cambiare testa. Il prossimo allenatore sarà Paolo Citrini, che negli ultimi anni ci ha dato una mano nella comunicazione e che ora potrà tornare alla sua passione originaria: sono certo che faremo bene. Spero che anche le istituzioni ci stiano vicine: il progetto dev’essere sostenibile, e mi auguro che anche la nostra tifoseria possa scoprire uno sport affascinante quanto quello maschile".
UN MESSAGGIO AI TIFOSI - "Dispiace per lo scioglimento del Commando, ma la vita è anche questa. In questi anni è cresciuta una generazione di ventenni che oggi ha un lavoro e una famiglia. Per chi arriverà, il messaggio è chiaro. Il nostro stile è sempre lo stesso: non siamo gente da bottiglie e tifoserie fuori contesto. Vogliamo bambini e ragazzi al palazzetto, ai quali trasmettere la cultura del tifo. Questa è la Dinamo, questa è Sassari".