Reduce dall'esperienza pluriennale a Venezia, il dirigente è approdato in Sardegna negli ultimi giorni ed è stato ufficialmente presentato alla stampa. Questo il resoconto delle sue dichiarazioni, presente sul sito ufficiale della Dinamo: "Ringrazio la società per la fiducia. Appena ho saputo dell’opportunità, mi sono attivato per capire se potevo essere il profilo giusto. Il feeling è nato subito e in breve tempo abbiamo trovato un accordo, condividendo progettualità e visione. È stato un percorso molto naturale. Lasciare Venezia è stata una scelta importante, ma sentivo il bisogno di uscire dalla mia comfort zone. Sassari rappresenta una realtà molto simile a quella da cui provengo: si è vinto tanto, si è lavorato bene su maschile, femminile e giovanili. Mi sono sentito da subito a mio agio.
Nuova sfida? Non vedevo l’ora di arrivare qui per riabbracciare volti noti: da avversario ho incrociato più volte la Dinamo, ma conoscevo già molte persone all’interno della società. Ora guardiamo avanti, con l’obiettivo di costruire un progetto solido. Chi viene a Sassari deve condividerne ambizioni e principi: non sempre è facile, ma stiamo lavorando per individuare i profili giusti, analizzando il mercato con attenzione.
Primi movimenti di roster? Sulle conferme, ci stiamo muovendo su tutti i fronti. I ‘matrimoni’ si fanno in due: le nostre intenzioni devono essere condivise dalle controparti. Dobbiamo essere pronti a ogni scenario, e ci stiamo preparando per non farci trovare impreparati. Le certezze? Sicuramente Vincini, che ha fatto passi da gigante e si è fatto trovare sempre pronto. È un patrimonio della Dinamo e speriamo possa essere parte integrante del nostro futuro. L’altro punto fermo è Rashawn Thomas. Per il resto ci sono situazioni personali da valutare: nella vita di tutti noi possono esserci cambiamenti, e quando ci sono richieste particolari dobbiamo saper ascoltare e trovare un equilibrio tra esigenze personali e progetto sportivo.
La Dinamo ha sempre avuto grande appeal, grazie al suo percorso simile a quello della Reyer Venezia: una realtà che ha saputo mettere in difficoltà le grandi del basket italiano. Oggi però il panorama è cambiato: leghe come quelle asiatiche o l’Australia stanno drogando il mercato dal punto di vista economico. Nonostante ciò, riceviamo riscontri positivi: i giocatori sono ancora attratti dal progetto Dinamo, ed è una testimonianza della credibilità della società.
La Dinamo del futuro e la LBA che verrà? Vorremmo costruire una squadra che porti grande energia in ogni fase del gioco. Ripartiremo dai punti fermi, da chi vorremmo confermare, e dai nuovi profili che stiamo valutando. L’obiettivo è avere una squadra aggressiva, che sappia divertire. Il prossimo campionato sarà ancora più competitivo. Torneranno piazze storiche come Cantù e Udine, con budget importanti. Sono realtà appetibili che alzeranno il livello. Difficilmente avranno un impatto immediato come Trapani, ma renderanno il campionato ancora più duro, e noi dovremo essere pronti".