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Pistoia, Paschall: "I Rowan? Il loro addio è stato positivo per tutti"

03 Mag 2025 - 09:15

Ospite di "White & Red" su TV Prato, canale ufficiale dell'Estra Pistoia, Eric Paschall ha raccontato la stagione vissuta sin qui in Italia: "La vittoria a Venezia? Ha significato tanto. Giocavamo contro una squadra davvero forte, abituata a giocare in Eurocup. È un successo che ci aiuta anche nel morale, visto ciò che abbiamo passato lungo la stagione. Penso che la chiave della vittoria sia stato il piano partita di coach Okorn e dello staff: hanno studiato bene l’avversario e ci hanno reso il lavoro più facile. Avevamo bisogno di tornare a vincere ed è stato bello farlo in questo modo. Il post-partita è stato fantastico: è bello tornare negli spogliatoi e vedere i compagni finalmente sorridenti e intenti a festeggiare. Sappiamo di essere a un passo dalla retrocessione, dopo la brutta stagione che abbiamo vissuto: vedere facce diverse e un umore più positivo fa solo che bene. Nell’ultimo periodo siamo stati giù di morale: non è facile essere visti come la squadra-materasso di turno, contro cui la vittoria è scontata. Battere la Reyer è stato come lanciare un segnale a tutti. Martedì siamo rientrati in palestra col giusto atteggiamento: vincere aiuta a lavorare meglio e con più convinzione. A livello di campo, non cambia molto rispetto alle ultime settimane: l’approccio da parte nostra dovrà essere serio e dovremo ascoltare le indicazioni del coach. Stiamo studiando bene i nostri avversari e penso che possiamo assolutamente giocarcela. Un bilancio dell'annata? Una stagione folle: mentalmente non è facile affrontare così tanti cambiamenti nell’arco di una sola stagione. Tre allenatori diversi, tanti giocatori arrivati e tanti altri che se ne sono andati e svariate situazioni di cui eravamo completamente all’oscuro. Ora siamo più sereni e possiamo giocare con la testa libera. Penso che il presidente Joe David abbia fatto un lavoro grandioso nel garantirci tutto questo, rassicurandoci subito sul fatto che nulla era più come prima. Penso che anche i nostri tifosi, i migliori di tutta la Serie A, abbiano accolto positivamente questo cambiamento. Va detto però che, anche prima, non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto. Com'è stato il rapporto con Ron Rowan e i suoi uomini? Naturalmente la situazione era molto diversa. Negli USA non è difficile trovare squadre di livello più basso dove ci sono figli che giocano nella squadra di proprietà del padre. Ma qui era tutto diverso. Credo che il loro addio sia stato positivo per tutti, in particolare per gli italiani che si sono sentiti più liberi e sono tornati ad aiutarci. Abbiamo bisogno di loro: sono ragazzi fantastici che ci aiutano tanto in campo. Non si può pretendere di vincere con gli americani che fanno 37 minuti sul parquet e gli italiani che al massimo arrivano a 5. Voglio comunque ringraziare Ron Rowan per avermi chiamato in estate e avermi permesso di tornare a giocare".

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