NBA

Nba: volano le due di Los Angeles, Durant non basta ai Nets contro Oklahoma City

I Lakers affondano Houston 120-102, i Clippers superano Chicago con 35 di Leonard. A Brooklyn non bastano 36 punti di Kevin Durant. Rinviata Boston-Miami

  • A
  • A
  • A

La notte Nba è favorevole alle due squadre di Los Angeles: i Lakers, guidati dai 27 punti di Anthony Davis, battono 120-102 Houston, mentre i Clippers (35 per Leonard) battono in casa Chicago 130-127 annullando la prova da 45 punti di LaVine. Male i Nets, che cedono 129-116 ai Thunder nonostante 36 punti dell’ex di serata Durant. Vittorie per Jazz, Warriors, Nuggets e T-Wolves. Il protocollo anti-Covid costringe la Lega a rinviare Boston-Miami.

HOUSTON ROCKETS-LOS ANGELES LAKERS 102-120
La partita più attesa della notte si rivela un affare non troppo complicato per i gialloviola (sul parquet con la canotta alternativa, bianca con bordi azzurri), che anche grazie a 54 punti della panchina, guidata dai 17 di Talen Horton-Tucker e dai 16 dell’ex di serata Montrezl Harrell, battono una Houston nervosa e inconcludente. Il più inquieto è DeMarcus Cousins, che nel secondo periodo prima ‘entra a contatto’ con Markieff Morris (tecnico per l’ex Sacramento e Golden State, esplusione per il giocatore ospite), e poi commette un flagrant foul su LeBron James (18 punti, 7 rimbalzi e altrettanti assist in una serata per lui ‘tranquilla’) che costringe gli arbitri a mandarlo via dal campo. I Rockets perdono la bussola e basta l’accelerata di Anthony Davis (27 punti complessivi) perché L.A. vada oltre i 20 punti di vantaggio all’intervallo e non si guardi più indietro. Non sono sufficienti, ai texani, 23 punti del sempre più sorprendente Christian Wood e 20 di James Harden, anche perché John Wall continua a faticare in attacco, fermandosi a 14. Con la vittoria, i Lakers si riguadagnano la vetta solitaria della Western Conference.

LOS ANGELES CLIPPERS-CHICAGO BULLS 130-127
Splendida battaglia allo Staples Center tra i Clippers guidati da Kawhi Leonard e i Bulls che sfiorano l’impresa trascinati da Zach LaVine. Alla fine la spunta ‘The Claw’, che nel match in cui supera 10mila punti in carriera ne mette a referto 35, 21 dei quali nel terzo periodo, segnando 7 triple su 9 tentativi. Dall’altra parte, però, LaVine è letteralmente l’ultimo ad arrendersi: 45 i punti del prodotto di Ucla, ben 10 i tiri dalla distanza messi a segno sui 16 tentati. È suo, però, l’errore da tre punti, proprio sul -3, a 5 secondi dalla fine che condanna Chicago, che nonostante la settima sconfitta in 11 partite giocate continua a dare segnali incoraggianti, anche grazie all’efficacia di Garrett Temple (18 punti per l’ex Junior Casale) e ai 17 di Patrick Williams. I Clippers, però, vincono non solo grazie alla prova maiuscola di Leonard, ma anche con i 28 punti di Paul George e i 21, dalla panchina, di Lou Williams.

BROOKLYN NETS-OKLAHOMA CITY THUNDER 116-129
Kevin Durant torna sul parquet dopo l’isolamento (confermata la negatività al coronavirus) contro il suo passato, ma i 36 punti, conditi da 11 rimbalzi, non bastano a una Brooklyn ancora priva di Kyrie Irving (out per motivi personali) per battere gli arrembanti Thunder guidati da un grande Shai Gilgeous Alexander. 31 punti, 7 assist e 6 rimbalzi per l’ex Clippers, che diventa il terzo under-23 della franchigia a firmare una prestazione da almeno 30 punti e 5 rimbalzi, dopo Russell Westbrook e lo stesso Durant. Notevole, per gli ospiti, anche la prova dalla panchina di Hamidou Diallo, che mette a referto 25 punti. Bene anche Al Horford, che ne aggiunge 22 e contribuisce così alla quinta vittoria stagionale di Oklahoma City, la terza consecutiva.

DETROIT PISTONS-UTAH JAZZ 86-96
I Jazz sfruttano al meglio la trasferta in Michigan per migliorare il proprio record dopo un inizio altalenante, complice una squadra avversaria tutt’altro che irresistibile. Due i protagonisti principali della serata: il primo è Donovan Mitchell, che firma 28 punti complessivi, 13 dei quali in un primo quarto in cui Utah prende immediatamente le misure al match, il secondo è invece Rudy Gobert, che pur segnando solo 4 punti mette a referto altrettante stoppate e ben 19 rimbalzi, respingendo ogni velleità di rimonta nel finale da parte dei padroni di casa. Buona prova, in casa Utah, anche per Mike Conley (22 punti e 6 assist), mentre fra gli uomini di Dwayne Casey ci sono solo tre uomini in doppia cifra, guidati dai 28 punti di Jerami Grant: troppo poco per evitare l’ottavo ko in dieci partite e dare continuità alla sorprendente vittoria contro Phoenix.

GOLDEN STATE WARRIORS-TORONTO RAPTORS 106-105
Warriors Curry-dipendenti? Non questa notte. Il due volte Mvp della regular season fatica moltissimo contro i Raptors, segnando il suo primo canestro dopo 14 tentativi sbagliati e chiudendo con appena 11 punti e 1/16 dal campo, eppure Golden State vince contro i Raptors e resta così nei piani alti della Western Conference. Con Curry poco ispirato è il resto della squadra allenata da Steve Kerr ad emergere nel suo complesso: Andrew Wiggins è il migliore dei suoi con 17 punti, Erich Paschall e Damion Lee ne aggiungono rispettivamente 15 e 13 partendo dalla panchina. Proprio il secondo, a 3.3 dalla sirena finale, si guadagna i liberi del sorpasso, con Toronto che non riesce a controrimontare sulla sirena: le speranze dei canadesi si spengono sul fadeaway sbagliato da Pascal Siakam. Proprio il camerunese è il top scorer di serata con 25 punti, cui aggiunge 11 rimbalzi, ma né la sua prova né quelle di Fred VanVleet (21 punti) e Chris Boucher dalla panchina (15 punti e ben 6 stoppate) bastano per evitare la quarta sconfitta in cinque partite.

NEW YORK KNICKS-DENVER NUGGETS 89-114
Al Madison Square Garden va in scena il 'Nikola Jokic show', in una partita che Denver domina sin dai primi possessi contro una squadra tornata evidentemente sulla terra dopo un inizio al di sopra delle aspettative. In soli 30 minuti sul parquet (coach Michael Malone gli risparmia il garbage time), Jokic mette a tabellino 22 punti, 10 rimbalzi e 5 assist, confermandosi il migliore tra i suoi. Dall’altra parte i Knicks possono vantare il top scorer di serata (Julius Randle con 29 punti) ma a parte qualche buona giocata nel primo quarto crollano nei periodi successivi, arrivando anche a toccare il -30. Entrambe le squadre sono ora a 5 vinte e 5 perse: Denver, però, ne ha vinte 4 delle ultime 5, New York è al secondo ko di fila.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-SAN ANTONIO SPURS 96-88
Dopo sette sconfitte consecutive, i T-Wolves si risvegliano dal torpore e conquistano contro una San Antonio deludente la terza vittoria stagionale. Senza Karl-Anthony Towns (a riposo per gestire al meglio il recupero dall’infortunio al polso sinistro), a guidare Minnesota sono i soliti D’Angelo Russell, autore di 27 punti, e Malik Beasley, che ne aggiunge 24. Decisivo poi, per la vittoria, il parziale di 11-0 a metà quarto periodo che, di fatto, scava il solco decisivo. Tra gli uomini di Gregg Popovich, nonostante la sconfitta, meritano menzione la prova da 25 punti di Lonnie Walker e quella da 20 punti e 9 rimbalzi di LaMarcus Aldridge, ma l’attacco sente troppo la mancanza di DeMar DeRozan (in permesso per motivi personali) e alla fine il ko è inevitabile.

BOSTON CELTICS-MIAMI HEAT rinviata
Non va in scena, al TD Garden, l’attesa rivincita della finale di conference dei playoff 2020, che premiò a sorpresa Miami. Proprio la squadra della Florida, infatti, ottiene il rinvio dell’incontro per mancanza del numero minimo di giocatori a disposizione (otto), viste le norme sul tracciamento anti-Covid che hanno costretto all’isolamento gran parte del roster. Difficile stabilire la possibile data di un recupero, visto il calendario intasato: un problema che la Nba sta cercando, a livello di organizzazione, di risolvere per evitare che la pandemia segni anche questa stagione.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments