NBA

Nba: Utah vince la sfida al vertice, Gallinari ne fa 16 ma Atlanta perde a New York

I Jazz battono i 76ers 134-123 nell’incontro fra le leader di conference, l'azzurro ne fa 16 ma gli Hawks si arrendono ai Knicks. Nets ok senza Durant, vincono anche i decimati Clippers

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Va ai Jazz il match clou della notte Nba: grazie soprattutto a 40 punti di uno scatenato Clarkson, Utah batte Philadelphia 134-123. Hawks in caduta libera nonostante 16 punti di Gallinari: Randle ne fa 44 e al ‘Garden’ vincono i Knicks, 123-112. Senza l’infortunato Durant, Irving firma 40 punti (con 9 triple) e Brooklyn supera Sacramento 136-125, mentre i Clippers privi di Leonard e George sconfiggono Miami 125-118. Ok Warriors, Bulls e Wizards.

UTAH JAZZ-PHILADELPHIA 76ERS 134-123
Non delude la sfida fra le due inattese leader di conference, una partita scoppiettante anche se l’intensità delle due difese non è proprio quella di un match di livello playoff. Alla fine sono i Jazz a spuntarla, conquistando così l’ottavo successo consecutivo, che vale un record di 19 vinte e una sola persa nelle ultime 20. I protagonisti di serata non sono in realtà gli uomini più attesi dal punto di vista offensivo: per Utah, infatti, spicca il candidato numero uno al premio di sesto uomo dell’anno, Jordan Clarkson, che in poco più di 29 minuti sul parquet firma 40 punti, con 8 triple a segno su 13 tentativi. Per Phila, invece, c’è un Ben Simmons da 42 punti e 12 assist, con 15/26 da due e nessun tentativo dalla distanza, che prova a fare le veci in attacco dell’assente Joel Embiid (fuori per un problema alla schiena). Né la prestazione del nazionale australiano né quella da 36 punti di Tobias Harris sono però sufficienti ad espugnare la Vivint Smart Home Arena, anche perché per i Jazz, oltre al ‘quarantello’ di Clarkson, ci sono anche 24 punti di Donovan Mitchell e 20 di Joe Ingles, che grazie a 5 assist a referto sorpassa al settimo posto nella classifica di franchigia relativa ai passaggi decisivi un mostro sacro come Pete Maravich.

NEW YORK KNICKS-ATLANTA HAWKS 123-112
È un ritorno amaro quello di Danilo Gallinari nell’arena che ospitò le sue primissime partite casalinghe da professionista in Nba, il Madison Square Garden di New York. L’azzurro firma una buona prestazione complessiva (16 punti e 5 rimbalzi dalla panchina, con 3/4 dalla distanza) ma non bastano né lui né i 23 punti di Trae Young per ridare slancio gli Hawks, al loro quarto risultato negativo di fila, l’ottavo nelle ultime dieci partite giocate. Anche perché, dall’altra parte, c’è un Julius Randle inarrestabile: l’ex di Lakers e Pelicans, infatti, aggiorna il massimo stagionale con 44 punti a referto, registrando invece il career-high alla voce triple segnate, ben 7. Accanto a lui si muove con agilità R.J. Barrett, che segna 21 punti con 3/3 dalla distanza, mentre dalla panchina non è da sottovalutare l’impatto del rookie Immanuel Quickley, 16 punti con 4/8 da tre. È la terza vittoria di fila per i Knicks, che nonostante il record negativo (14-15) occupano la sesta posizione ad Est.

SACRAMENTO KINGS-BROOKLYN NETS 125-136
Aveva appena avuto modo di rivedere il parquet contro gli Warriors, ma la sfortuna continua a perseguitarlo: Kevin Durant è infatti costretto di nuovo a guardare i suoi compagni di squadra da bordocampo, questa volta per un infortunio al flessore (definito comunque “leggero” in un comunicato ufficiale della franchigia) che lo terrà fuori anche nella trasferta di Phoenix. Pur senza KD, però, Brooklyn non tradisce e conquista una bella vittoria in casa dei Kings, sfruttando al meglio la serata di grazie delle altre due superstar: Kyrie Irving, infatti, realizza ben 40 punti con un irreale 9/11 da tre, mentre James Harden registra nel proprio referto una tripla-doppia da 29 punti, 14 assist e 13 rimbalzi. Decisamente troppo per una Sacramento generosa, cui non bastano cinque giocatori con almeno 19 punti a tabellino (il migliore è Hassan Whiteside, con 26 punti e 16 rimbalzi, partendo tra l’altro dalla panchina): il momento positivo è ormai lontano, le sconfitte consecutive dei californiani sono quattro.

LOS ANGELES CLIPPERS-MIAMI HEAT 125-118
Il cambio di marcia definitivo negli ultimi minuti permette ai decimati Clippers, privi di Kawhi Leonard (fuori per un fastidio alla gamba), Paul George (ko al piede) e Patrick Beverley (a riposo nella seconda di un back-to-back) di avere comunque la meglio su una squadra che ancora non si è ripresa dalla scoppola contro i Jazz di quarantott’ore prima. Sono ben sei gli uomini allenati da Tyronn Lue in doppia cifra: Marcus Morris è il migliore, con un’inattesa prova da 32 punti, ma merita il plauso degli appassionati anche la panchina di L.A., con i 22 punti di Ivica Zubac, i 15 di Amir Coffey e i 10 di Luke Kennard decisivi nell’economia di quella che si rivela la quarta vittoria di fila. Miami si affida, in attacco, ai ‘soliti noti’: Jimmy Butler realizza una tripla-doppia da 30 punti, 10 rimbalzi e altrettanti assist, Bam Adebayo aggiunge 27 punti e 12 rimbalzi e ne segna 27 anche Tyler Herro dalla panchina, ma non basta ad evitare una sconfitta che fa scivolare gli Heat fuori dalla zona playoff.

GOLDEN STATE WARRIORS-CLEVELAND CAVALIERS 129-98
Successo facile facile per Steph Curry e compagni, contro una squadra che resiste solo un quarto prima di crollare sotto i colpi del sempre decisivo numero 30 della squadra di casa, autore di 36 punti e 6 assist, con un ottimo 7/11 da tre. Grazie ai molti minuti di garbage time a disposizione, le rotazioni di Golden State sono ampie e dalla panchina c’è spazio per Eric Paschall, che mette a segno 14 punti, e per Mychal Mulder, che ne firma 12 in 17 minuti, tirando 4/6 dalla distanza. Davvero poco da dire sui Cavs, fatti salvi i 23 punti di Collin Sexton e la doppia-doppia da 13 punti e 14 rimbalzi di Jarrett Allen: ci sarà da capire cosa arriverà in cambio di Andre Drummond (messo fuori rosa in attesa di una trade), ma con l’ottavo ko consecutivo l’impressione è che la sorprendente prima parte di stagione sia abbondantemente alle spalle.

INDIANA PACERS-CHICAGO BULLS 112-120 ot
Ai Pacers non basta la bella rimonta nell’ultimo periodo (35-26 il parziale), utile a portare il match al tempo supplementare: Zach LaVine, Coby White e compagni, infatti, innestano la marcia superiore nei cinque minuti extra e portano a casa una bella vittoria, utile a rimanere in linea di galleggiamento in una Eastern Conference tanto equilibrata quanto di basso livello (solo tre delle quindici squadre hanno un record superiore al 50% di vittorie). LaVine, con 30 punti, è il miglior marcatore di serata: i suoi 12 punti nel quarto periodo non sono utili a conquistare il successo prima dei cinque minuti extra (anche perché sbaglia allo scadere il tiro che li avrebbe evitati), ma nell’overtime ci pensano Coby White (19 punti e 8 assist per lui nell’arco del match) e Garrett Temple (16) a stendere la squadra di casa, cui non sono sufficienti le doppie-doppie di Domantas Sabonis (25 punti e 10 rimbalzi) e Malcolm Brogdon (23+15).

WASHINGTON WIZARDS-HOUSTON ROCKETS 131-119
Per la seconda volta in stagione gli Wizards aprono una serie positiva: dopo il successo contro i Celtics la squadra di Scott Brooks replica contro i Rockets dell’ex John Wall, alla sua prima partita da avversario nella capitale americana. Ben sette gli uomini in doppia cifra per la squadra di casa: il migliore è Bradley Beal, che contro il suo ex ‘gemello’ firma 37 punti con il miglior plus-minus di squadra, +15. Accanto a Beal, si segnala un più che discreto Russell Westbrook, che mette a referto una tripla-doppia da 16 punti, 15 assist e 13 rimbalzi. Dall’altra parte il tabellino di Wall registra 29 punti e 11 assist ma le assenze di Christian Wood, Eric Gordon e Victor Oladipo si fanno sentire e arriva così la sesta sconfitta consecutiva: non sembrano esserci soluzioni immediate alla caduta libera di H-Town.

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