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Nba, super Jokic trascina Denver, gli Spurs travolgono Detroit

I Nuggets battono i Clippers, San Antonio umilia i Pistons. Embiid domina (e litiga) con Washington, i Grizzlies sconfiggono Sacramento

27 Dic 2021 - 08:41
 © Getty Images

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Nikola Jokic dominante nella notte di Nba. Il serbo segna 26 punti e 22 rimbalzi (con 8 assist) nel successo 103-100 dei Nuggets contro i Clippers, confermandosi star della lega. Grande prova anche di Embiid, 36 punti e 13 rimbalzi nella vittoria di Phila contro i Wizards. Successi per Miami su Orlando e Memphis su Sacramento, i Thunder superano New Orleans. Gli Spurs spazzano via Detroit, Cleveland domina Toronto. Ok anche i Bulls con Indiana.

MIAMI HEAT–ORLANDO MAGIC 93-83
Miami si conferma una delle principali forze a est e sconfigge Orlando 93-83. Gli Heat allungano nella parte centrale dell’incontro, sfruttando una panchina più efficace e il ritorno in campo di Jimmy Butler (17 punti e 11 assist). I Magic lottano in avvio e provano a restare in scia anche quando la forbice tra le due squadre si allarga, ma nonostante i 20 punti di Gary Harris non riescono a regalarsi un finale di partita combattuto. Miami accoglie con gioia la prima da titolare di Yurtseven (16 punti e 15 rimbalzi) e trova il terzo successo di fila, Orlando ha il peggior record della storia della franchigia (7-27).

CLEVELAND CAVALIERS–TORONTO RAPTORS 144-99
Una Toronto fortemente rimaneggiata dalle tante assenze per il protocollo Covid viene travolta dai Cleveland Cavaliers, che dominano 144-99 in una serata magica. Raptors in partita giusto per un quarto, 35-34 per i padroni di casa, poi il tandem Love-Garland alza il livello e mette a referto 22 punti a testa. All’intervallo lungo il gap è di 17 punti, poi Cleveland ne fa 46 nel terzo quarto (record franchigia eguagliato) in un match con 22/52 da tre. Unica nota positiva per i Raptors sono i 26 punti e 13 rimbalzi di Watanabe, career high per il giapponese. Consolazione magrissima per i canadesi, che sperano di recuperare presto almeno parte dei dieci assenti.

SACRAMENTO KINGS–MEMPHIS GRIZZLIES 102-127
I Grizzlies si confermano un osso duro per i Kings, sconfitti per la seconda volta nell’arco di due settimane con un eloquente 127-102. Ancora una volta tocca a Desmond Bane guidare l’attacco di Memphis, mettendo a referto 28 punti e aiutando soprattutto nel terzo quarto, quando si verifica l’allungo decisivo (parziale di 40-27, confermando con il 38-25 del successivo). I Grizzlies possono contare anche su un ottimo Morant, da 18 punti, 9 assist e 7 rimbalzi, e sulla prima doppia doppia di Konchar (11 punti e 14 rimbalzi). Sacramento ritrova Fox e Beagley ma incappa nella decima sconfitta casalinga della stagione.

WASHINGTON WIZARDS–PHILADELHIA ‘76ERS 96-117
Joel Embiid si mostra in tutta la sua potenza (e i suoi muscoli) nel ritorno alla vittoria di Philadelphia, che stende i Wizards 117-96. Il centro gioca un’altra gara dominante sotto canestro, con 36 punti (12/17 dal tiro), 13 rimbalzi e due stoppate in momenti chiave dell’incontro, accennando anche una rissa con Montrezl Harrell (15 punti entrando dalla panchina) nel terzo quarto, quello che conferma l’allungo degli ospiti iniziato già nel precedente. Phila festeggia il suo secondo successo nelle ultime sei, Washington viene raggiunta in sesta posizione a est, l’ultimo posto che vale l’accesso diretto ai playoff.

OKLAHOMA CITY THUNDER–NEW ORLEANS PELICANS 117-112
I Pelicans non riescono ad allungare la striscia di vittorie consecutive e incappano nel primo ko dopo quattro successi convincenti, battuti da Oklahoma City 117-112 in uno degli incontri più tirati della notte. New Orleans parte malissimo e va subito sotto 17-3, perdendo anche Brandom Ingram nel primo quarto per un infortunio al tallone, ma trova le energie per rialzarsi poco alla volta e passare davanti nel finale del terzo periodo. I Thunder tengono botta e sorpassano di nuovo nel momento decisivo, spinti da Gilgeous-Alexander (31 punti) e Aaron Wiggins (24), a cui si aggiunge la singolare doppia doppia di Giddey: 10 rimbalzi e 10 assist senza punti a referto, con 0/8 al tiro. Entrambe le squadre cercano disperatamente vittorie per sperare di riagganciarsi al treno playoff.

SAN ANTONIO SPURS–DETROIT PISTONS 144-109
San Antonio passeggia in modo spietato su  Detroit, condizionata da tantissime assenze. Gli Spurs stravincono 144-109 con la solita prestazione corale, che manda in doppia cifra di punti ben cinque giocatori in un incontro equilibrato soltanto nel primo quarto. La voragine tra i due team si apre invece nei due periodi centrali: Keldon Johnson arriva a 27 punti a fine serata, mentre dall’altra parte un Diallo da 28 punti con 13/19 dal campo non basta per tenere i Pistons in partita. Spurs decimi a ovest, Detroit (con 5-27) ha il record peggiore della lega.

CHICAGO BULLS–INDIANA PACERS 113-105
Zach LaVine torna in campo e riprende in mano i Bulls, trascinandoli contro Indiana verso il 113-105 che li conferma tra le primissime forze della East Conference. Chicago va subito avanti nel primo quarto e all’intervallo lungo si porta sul +12, riuscendo a resistere al tentativo di rimonta dei Pacers (31-24 nel terzo quarto) per poi proteggere il vantaggio nel finale. LaVine segna 32 punti (12/18 al tiro) e ringrazia l’assistenza di Vucevic, in doppia doppia con 16 punti e 15 rimbalzi, e di DeMar DeRozan, 24 punti. A Indiana non bastano il solito LeVert (27 punti e 9 assist) e Sabonis (14 punti e 16 rimbalzi) per rialzarsi da una posizione di classifica poco esaltante.

LOS ANGELES CLIPPERS–DENVER NUGGETS 100-103
La legge di Nikola Jokic vale anche a Los Angeles, sponda Clippers. Il serbo scrive sul suo tabellino 26 punti, 22 rimbalzi e 8 assist (non succedeva dai tempi di Charles Barkley a fine anni ’80) e permette ai suoi Denver Nuggets di trionfare 103-100, nonostante un calo di concentrazione e concretezza rimetta in piedi una partita che sembrava chiusa sul 74-57 in avvio di terzo quarto. Ai Clippers va dato il merito di aver saputo tornare nell’incontro, fino a effettuare il sorpasso nel terzo periodo, ma anche riconosciuta la colpa di non aver tenuto sul +9 in una condizione psicologica nettamente favorevole. In assenza di Paul George, Bledsoe e Boston Jr. (18 punti a testa) non sembrano bastare come leader carismatici.

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