NBA ALL-STAR WEEKEND

Nba, Rising Stars: il Team Usa soffre, poi rimonta e schianta il Resto del Mondo di Nicolò Melli  

Finisce 151-131 per gli States, trovatisi anche sul -12. Per l'azzurro 3 punticini, incanta Zion Williamson che spacca il canestro

  • A
  • A
  • A

A Chicago l'All-Star Weekend inizia con la sfida tra Team Usa e Team World, giocata dalle Rising Stars (giocatori al primo o secondo anno in Nba) e vinta dagli States 151-131. Il Resto del Mondo inizia meglio e si porta anche sul +12 (Nicolò Melli contribuisce con 3 punti realizzati dall'arco), poi gli Usa risorgono e schiantano gli avversari. Sugli scudi Miles Bridges, eletto Mvp, e Zion Williamson, che con una schiacciata sradica il tabellone.

TEAM USA-TEAM WORLD 151-131
Quando si parla di basket l'America era e resta il centro del mondo, anche se quest'anno ha forse faticato un po' di più rispetto al consueto. E così in una Nba sempre più cosmopolita e in cui il giocatore più decisivo è diventato un greco di origini nigeriane chiamato Giannis Antetokounmpo, anche l'All-Star Weekend inizia all'insegna delle stelle forestiere. Il che rende la vittoria finale degli States ancora più bella da celebrare per il pubblico assiepato sugli spalti di Chicago e collegato dal resto della nazione.

La partita, che vede opposti giocatori al primo o al secondo anno di esperienza in Nba, è da dividere sostanzialmente in due parti: la prima, in cui all'interno di una sfida sostanzialmente equilibrata è il Resto del Mondo a trovarsi sempre davanti e a tentare anche qualche illusoria fuga, mentre la seconda vede il Team Usa rimontare addirittura dal -12, raggiungere gli avversari, superarli e poi scappare via per una vittoria netta, cristallina e indiscutibile. Sembra la trama di un qualsiasi film hollywoodiano a tema sportivo, e invece è proprio ciò che avviene allo United Center. Anche grazie alla prestazione di colui che sarà eletto miglior giocatore della serata: un Miles Bridges partito dalla panchina.

I quintetti iniziali vedono infatti Ja Morant, Trae Young, Kendrick Nunn, Zion Williamson e Jaren Jackson Jr. per gli Stati Uniti, Luka Doncic, Shai Gilgeous-Alexander, RJ Barrett, Rui Hachimura e Brandon Clarke per il Resto del Mondo. E il primo vero strappo arriva grazie a Gilgeous-Alexander, protagonista in un parziale di 13-2 che mette alle corde la selezione degli States. In questa fase positiva della partita per gli "stranieri" arrivano anche gli unici tre punti di Nicolò Melli, autore della tripla del 49-44 per il Team World. All'intervallo è dunque 81-71, ma gli Usa non si danno per vinto. Lo si capisce da un intervento su Twitter proprio di Miles Bridges, che ancor prima di rientrare in campo dà la carica ai suoi mostrando l'immagine di un videogiocatore svagato che decide di fare sul serio joypad alla mano. Come dire: i veri Usa non erano ancora scesi in campo.

Ed evidentemente era davvero così, almeno guardando i numeri del terzo e quarto periodo entrambi dominati dagli States (44-24 e 36-26), e in cui non mancano i momenti memorabili. Quelli che, in fin dei conti, fanno la storia dell'All-Star Weekend. E così Bridges regala al pubblico una magia ispirata alla "remix" di Tracy McGrady (palla appoggiata al tabellone e poi schiacciata nel canestro sul rimbalzo), meglio ancora fa il prodigioso Zion Williamson: la stellina dei Pelicans sul finale picchia il pallone nel cesto con una tale potenza da sradicare il tabellone, costringendo la partita a un'interruzione per permettere di risolvere il problema. Ma alla fine, com'è giusto che sia, finisce in un clima di grande festa, con i 14 punti di Williamson, i 18 di Trae Young e, dall'altra parte, i 16 di Luka Doncic (in grado di trovare il canestro anche da metà campo). Chi ne realizza di più tra l'altro non è un giocatore del Team Usa, bensì del Team World, ed è "addirittura" canadese: si tratta di RJ Barrett, che arriva a 27. Ma questa volta gli schizzinosi cugini di oltreconfine avranno poco da recriminare.

Leggi Anche

Commenta Disclaimer

I vostri messaggi 0 comments