Nba: Milwaukee e Houston continuano a vincere nel nome di Antetokounmpo e Harden, Trae Young-show ad Atlanta

Successi per i Bucks e i Rockets, guidati dalle loro stelle. Il prodigio degli Hawks fa 50 punti contro Miami

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Torna in campo l'Nba dopo le emozioni dell'All-Star Weekend, ma non cambiano le abitudini dei Milwaukee Bucks, che a Detroit dominano i Pistons: finisce 106-126, con Giannis Antetokounmpo che mette a referto 33 punti e 16 rimbalzi. Doppia doppia anche per James Harden (29 punti e 10 assist) e Houston batte 105-135 Golden State. Quarta vittoria di fila per i Sixers (Nets ko per 112-104), Trae Young show: 50 punti nel successo di Atlanta su Miami.

DETROIT PISTONS-MILWAUKEE BUCKS 106-126
La pausa per l'All-Star Weekend ha fermato l'Nba per qualche giorno, ma non Milwaukee. Che alla ripartenza della Regular Season ricomincia da dove aveva lasciato gli appassionati di basket di tutto il mondo: da una vittoria mai in discussione. I Bucks vanno a vincere alla Little Caesars Arena di Detroit nella primissima partita dopo l'interruzione del campionato e lo fanno in maniera netta e roboante, come dimostrato dal 32-18 con cui si conclude il primo quarto e l'incredibile +29 con cui si va al riposo (70-41). Nemmeno a dirlo il protagonista è l'uomo più atteso, quel Giannis Antetokounmpo che dopo aver sfiorato la vittoria da capitano contro il Team di LeBron James nell'All-Star Game mette a referto l'ennesima doppia doppia con 33 punti e 16 rimbalzi, pur in una serata in cui le sue polveri dall'arco restano bagnate (0 canestri da 3 punti su 3 tentativi). Da rimarcare anche i 28 punti di Khris Middleton, ma in generale i quattro principali marcatori della partita giocano tutti per i Bucks, ulteriore riprova delle difficoltà attuali dei Pistons. Da quando Andre Drummond è andato via sono arrivate 5 sconfitte in altrettante partite, e il risultato è una classifica che piange sempre più (19-39 il record di franchigia, che corrisponde a un desolante dodicesimo posto in Eastern Conference).

GOLDEN STATE WARRIORS-HOUSTON ROCKETS 105-135
Piovono triple a San Francisco, dove il Chase Center assiste a un nuovo crollo di una Golden State che concede a Houston 25 canestri dall'arco (nuovo primato di sempre per la franchigia californiana, sebbene in negativo). E il poco ambito ruolino di cenerentola dell'intera Nba continua a essere stretto tra le mani degli Warriors, giunti a ben 44 ko in 56 partite stagionali. Non deve nemmeno sforzarsi più di tanto James Harden, ancora in doppia doppia ma con cifre più basse rispetto al suo solito (29 punti e 10 assist), mentre a 22+10 assist arriva Russell Westbrook. Quest'ultimo arriva anche a quota cinque falli e si fa espellere a 6 minuti dalla fine, ma non è un particolare problema per i Rockets, a quel punto già avanti di 30 punti che saranno conservati anche a fine partita.

PHILADELPHIA 76ERS-BROOKLYN NETS 112-104 OT
Dopo un periodo di appannamento, i Sixers hanno ripreso a correre senza intoppi e ora è fin troppo evidente che il quarto posto nella Eastern Conference sia nel loro mirino (ma anche i Celtics terzi non possono dormire sonni tranquilli). Philadelphia trova infatti la quarta vittoria consecutiva in un "quasi scontro diretto" contro i Nets, che al Wells Fargo Center vengono piegati solo dopo l'overtime. Fondamentale l'apporto di Joel Embiid, che regala ai suoi una doppia doppia da 39 punti e 16 rimbalzi in ben 41 minuti di partita. La sua presenza era infatti essenziale per rimediare al parzialone di 46-10 con cui Brooklyn a cavallo tra primo e secondo quarto si riporta da un incredibile 4-20 a un altrettanto sconcertante 50-30. I newyorkesi sognano con i 25 punti di Caris LeVert e i 22 di Spencer Dinwiddie, ma pagano le fatiche al termine dei 48 minuti: l'overtime recita infatti 9-1 Phila, con Alec Burks e Shake Milton nei panni dei mattatori. E il ruolino casalingo dei 76ers recita ora 26-2.

ATLANTA HAWKS-MIAMI HEAT 129-124
Non si dev'essere ancora dimenticato delle luci dello United Center, delle emozioni dell'All-Star Weekend, dei 18 punti realizzati per il Team Usa nel Rising Stars Challenge. E così Trae Young vive la notte più luminosa della sua ancora giovane carriera regalando agli Hawks una vittoria che ai fini della classifica vale poco (è solo la numero 16 in 57 partite), ma che testimonia quanto la squadra sia ancora viva e abbia voglia di basket. Dall'altra parte invece è Miami a storcere il naso, dato che Philadelphia e Indiana si avvicinano e rischiano di rendere il cammino playoff più complicato se gli Heat non dovessero darsi una svegliata nelle prossime partite. Non basta infatti la doppia doppia (28 punti e 19 rimbalzi) di un Bam Adebayo sempre più certezza per i ragazzi provenienti dalla Florida, che in un finale francamente poco spiegabile alla State Farm Arena concedono gli ultimi 10 punti del match e il sorpasso decisivo a una Atlanta che ha comunque il merito di non essere mai uscita dal match. Importanti per il sorpasso definitivo sono De'Andre Hunter e Cam Reddish, ma come detto il protagonista assoluto è Trae Young: per lui i punti sono ben 50, un traguardo che alla sua età aveva toccato solo gente come LeBron James, Devin Booker e Brandon Jennings e che in Georgia non vedevano dal 2001. Erano i tempi di Shareef Abdur-Rahim. E chissà che ora non possa davvero sorgere una nuova alba su questa squadra.

SACRAMENTO KINGS-MEMPHIS GRIZZLIES 129-125
Il vero peccato, per chi ha i Kings nel cuore, è che la squadra grigioviola abbia iniziato realmente a carburare quando ormai sembra troppo tardi per riacchiappare i playoff per i capelli. La realtà è che Sacramento nelle ultime uscite sembra finalmente squadra in salute e lo dimostra la vittoria pesantissima contro un'avversaria che in zona playoff c'è davvero, e che adesso deve anche pensare a guardarsi le spalle. Si tratta dei Grizzlies, tutt'ora ottavi in Western Conference e che possono ancora guardare da lontano i californiani ma non una Portland che potrebbe anche pensare di puntare a un recupero in extremis. Al Golden 1 Center Memphis sembra sprofondare sotto i colpi di De'Aaron Fox (26 punti) e Harrison Barnes (32, di cui 14 nel primo quarto). Ne arrivano anche 20 dalla panchina con Buddy Hield, e il punteggio recita addirittura -15 a quarto parziale in corso. Solo a questo punto Memphis entra in partita, il che vuol dire anche che Sacramento stacca la spina prima del dovuto (come fin troppo spesso già capitato): la rimonta però non arriva fino in fondo, nonostante i 24 punti di De'Anthony Melton e i 19 della stellina Ja Morant. Per i playoff servirà certamente qualcosa di più.

CHICAGO BULLS-CHARLOTTE HORNETS 93-103
C'è un discreto profumo di anni '90 in questa sfida che era uno dei classici della Eastern Conference ai tempi in cui da una parte c'era Michael Jordan e dall'altra Alonzo Mourning. A questo e a poco più possono aggrapparsi Chicago e Charlotte, che allo United Center reduce dall'All-Star Weekend si sfidano per l'onore e poco più (i playoff sono ormai fuori dalla portata per entrambe). Così sono gli Hornets a prendersi la terza vittoria consecutiva che permette anche il sorpasso in classifica sui Bulls in caduta libera dopo le speranze di fine autunno. Gli ospiti mettono le cose in chiaro già nel primo quarto, in cui travolgono i Bulls con un parziale di 33-10. Quindi possono permettersi di controllare il prosieguo del match, con ben cinque uomini che raggiungono la doppia cifra. Il migliore di loro è Malik Monk, che parte dalla panchina e arriva a quota 25. Sconcertante invece la prova di Devonte' Graham, che gioca 33 minuti ma rimane incredibilmente a quota 0. Non ne approfittano i padroni di casa, che non vanno oltre la doppia doppia di Thaddeus Young (22 punti e 11 rimbalzi) e non riescono a interrompere il filotto di sconfitte consecutive (ora sono sette), nonostante i 19 punti di uno Zach LaVine che non riesce più a essere decisivo.

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