Belinelli non basta agli Spurs

I Bucks perdono 107-102, San Antonio si arrende a Miami dopo nove vittorie di fila. Harden ne fa 57 ma Houston va ko. Philadelphia batte Boston

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Nelle gare della notte Nba, Milwaukee cade a Cleveland 107-102: i Bucks, senza Giannis Antetokounmpo, tengono il primato a Est. Si ferma la corsa di San Antonio: dopo nove vittorie di fila, arriva il ko per 110-105 contro Miami, nonostante i 17 punti di Marco Belinelli. Harden, 57 punti, e Westbrook (42) sensazionali, ma Houston e Okc perdono all'overtime contro Memphis e Toronto. Philadelphia batte Boston 118-115 con 37 punti di Joel Embiid.

CLEVELAND CAVALIERS-MILWAUKEE BUCKS 107-102
Manca Giannis Antetokounmpo, e si vede. Cleveland (19-53) batte Milwaukee (priva anche di Brogdon e Mirotic), grazie soprattutto ai 25 di Colin Sexton, il primo rookie dopo Tim Duncan a realizzare almeno 23 punti in sette gare di fila. Suoi anche i cinque punti che tengono a distanza i Bucks (59-13) negli ultimi due minuti. Non bastano i 26 punti di Middleton e i 24 di Bledsoe a Milwaukee, che per lunghi tratti del match è sotto nel punteggio (all'intervallo è 58-47 per i Cavaliers, che vanno anche sul +16). I Bucks recuperano il gap con un grande terzo quarto (dove esce Kevin Love per un infortunio alla testa) ma sprecano negli ultimi secondi la chance di pareggiare sul 105-105 non andando al tiro da tre e mandando Clarkson in lunetta per il definitivo 107-102. Milwaukee rimane la squadra con il miglior record di lega.

SAN ANTONIO SPURS-MIAMI HEAT 105-110
Si ferma a nove la striscia di vittorie consecutive di San Antonio: Miami passa 110-105 in Texas, nonostante i 17 punti di Marco Belinelli in uscita dalla panchina. Per l'azzurro, top-scorer degli Spurs insieme ad Aldridge e Mills, sei canestri e due triple. Dwyane Wade, che all'AT&T Center ha battagliato per l'anello, viene omaggiato da coach Popovich con tre maglie autografate di Tim Duncan, Tony Parker e Manu Ginobili. In campo realizza 11 punti, la metà di Goran Dragic, top-scorer. Lo sloveno è importante soprattutto nel dare a Miami il +17 del primo tempo, poi limato a 15 all'intervallo, chiuso sul 62-47. Gli Spurs (42-30) rimontano dal -12 e arrivano anche al 108-105 a un minuto dalla sirena, ma a 8" dal termine Wade ruba palla a DeRozan e Olynik congela il match dalla lunetta. Miami (35-36) ottava a Est, Spurs sesti a Ovest con Clippers e Okc.

OKLAHOMA CITY THUNDER-TORONTO RAPTORS 114-123 OT
Neanche il ritorno ai suoi standard di Russell Westbrook ferma la crisi di Oklahoma (42-30), alla quarta sconfitta consecutiva, la decima nelle ultime 14. Il numero 0 chiude con 42 punti e 11 rimbalzi, che non bastano per battere Toronto (51-21), pur priva di Kyle Lowry per infortunio. Tra gli ospiti gran prova di Siakam (33 punti), Leonard ne realizza 22. I canadesi volano anche sul +19 grazie ai punti di VanVleet. Okc, pur con un 41.2% dal campo, recupera e arriva al pareggio a 5" dalla fine, con un sottomano di Westbrook che regala il 110-110 e l'OT. Okc paga l'assenza di George, uscito per falli, e sbaglia i primi sette tiri, realizzando solo quattro punti, e per Toronto la via della vittoria è spianata. Canadesi secondi a Est, Okc ottava a Ovest.

MEMPHIS GRIZZLIES-HOUSTON ROCKETS 126-125 OT
Il solito, monumentale, James Harden supera per la seconda volta consecutiva quota 50 punti. Il tabellone ne segna 57 alla fine, e tuttavia Houston perde 126-125 in casa di Memphis, fuori dai playoff. Harden realizza 15 punti in un parziale di 17-2 nell'ultimo quarto che permette a Houston di andare all'overtime. Tra ultimo quarto e il supplementare il Barba è una furia, ne mette 28, Memphis (29-42) risponde con i 35 totali di Conley e i 33 di Valanciunas (career-high). Il lituano realizza il tiro libero decisivo dalla lunetta a un decimo dalla fine. I Rockets (45-27) pagano l'inseguimento costante a Memphis, che aveva dominato per 36' (63-53 all'intervallo), prima che Harden dettasse la sua legge. Per Houston è la seconda sconfitta in 14 gare, ora i Rockets sono terzi con mezza gara di vantaggio su Portland a Ovest.

PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 118-115
Joel Embiid è il protagonista della vittoria in rimonta di Philadelphia (47-25) su Boston. Tenuto a riposo 24 ore prima contro Charlotte, il camerunense chiude con 37 punti, 22 rimbalzi e la stoppata decisiva su Kyrie Irving (36 punti). È merito di Embiid anche lo spintone che costa l'espulsione a Marcus Smart, giocata che cambia l'indirizzo del match (subito dopo arriva un parziale di 8-0 che risveglia il Wells Fargo Center). Importante anche la prova di Jimmy Butler, autore di 15 punti nel quarto periodo, incluso il jumper che chiude la gara a 5" dalla fine. Boston (43-29) butta via una gara dominata nel primo tempo (69-58 all'intervallo, vantaggio anche di +15), Phila trova la sesta vittoria di fila ed è la terza forza a Est, con quattro partite di margine sui Celtics.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-DALLAS MAVERICKS 126-118
I 33 punti e 12 assist di Damina Lillard trascinano i Trail Blazers al 126-118 su Dallas. Portland (44-27) controlla sempre il match: Lillard fa da subito ciò che vuole realizzando 10 punti e 4 assist nel primo quarto, chiuso sul 26-17 da Portland, che poi allunga sul +13, gap che divide le due squadre all'intervallo lungo (65-52). Spettacolare il terzo quarto del numero 0, chiuso con 17 punti e quattro triple consecutive che danno ai padroni di casa il +18. Dallas (28-43) non può recuperare. Doncic chiude con 24 punti, Nowitzki, fresco di sorpasso a Chamberlain nella classifica di top-scorer della Nba, ne realizza solo tre. A fine gara il Moda Center gli dedica una standing-ovation e lo reclama in campo: “We Want Dirk”, canta il pubblico, ma il tedesco non entra. A Ovest, Portland quarta, Dallas penultima e superata da Memphis.

NEW YORK KNICKS-UTAH JAZZ 116-137
“We just got punched”, dice il coach di New York David Fizdale. Abbiamo preso un pugno. E New York non ha mai reagito. I Jazz (42-29) vincono in casa dei Knicks con ampio margine: il 137-116 finale non spiega tutto il dominio di Utah, avanti 74-49 all'intervallo, costantemente avanti di 20 nel primo tempo, in cui tira anche con il 65% (Mitchell, autore di 30 punti, realizza un 12/20 dal campo nei primi 24'). A New York non bastano i 27 punti di Knox e i 23 di Hezonja. I Knicks (14-58) nel terzo quarto affondano anche a -37. Utah è alla quinta vittoria consecutiva con almeno 16 punti di vantaggio: i Jazz ne hanno rifilati 17 a Phoenix, 20 a Minnesota, 16 a Brooklyn e 21 a Washington. Daranno filo da torcere ai playoff della Western Conference: per ora sono quinti, Portland dista due vittorie.

ORLANDO MAGIC-NEW ORLEANS PELICANS 119-96
I Magic dominano New Orleans sotto ogni punto di vista e trovano un'importante vittoria in chiave playoff. Non c'è partita all'Amway Center. Nel primo tempo Orlando conduce 68-46, con un 7/15 da tre e un Vucevic dominante a rimbalzo (ne prende 14, contro i 18 dei Pelicans). New Orleans (31-43) tira con il 34.6% e parte con 1/14 dal campo che dice tutto sulla serata. Il parziale di 15-0 nel terzo quarto in cui i Pelicans falliscono 11 tiri consecutivi demolisce ogni velleità di recupero di questi ultimi, sotto 98-67 a fine della frazione. Così Orlando (34-38) può permettersi di regalare qualche punto agli ospiti (privi di Davis, a casa per problemi familiari) nell'ultimo quarto, ma il gap rimane comunque di 23 lunghezze. Finisce 119-96, a Est i Magic continuano l'inseguimento a Miami.

CHICAGO BULLS-WASHINGTON WIZARDS 126-120 OT
Chicago supera Washington anche senza Zach LaVine e l'ex Otto Porter. Decisivi per la vittoria dei Bulls i 32 punti e i 13 rimbalzi di Lauri Markkanen, oltre al season-high di Kris Dunn (26 punti). La partita è equilibrata, si va al riposo lungo sul 60-60. A fine dell'ultimo quarto la parità è invece di 113-113, grazie a un canestro di Beal (27 punti, secondo miglior marcatore dei suoi dopo l'ex Parker, che ne mette 28). I Bulls (21-52) fanno la differenza nell'overtime, aprendolo con un 8-2 taglia-gambe: Dunn in grande spolvero con due triple e otto punti decisivi. Decisiva anche la difesa: Washington (30-42) non trova mai il canestro dal campo, logico che arrivi la terza sconfitta nelle ultime quattro gare e, quasi certamente, l'addio ai playoff: Miami dista cinque gare e mezzo a Est.

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