NBA

Nba: Milwaukee batte all'overtime Washington e un super-Beal, successi con firme d'autore per Houston e Philadelphia

Wizards abbattuti da Middleton in un finale senza Antetokounmpo, Harden e Embiid fondamentali per vincere su Knicks e Hawks

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I Bucks non si fermano nemmeno a Washington, nonostante affrontino una delle migliori versioni stagionali degli Wizards: Milwaukee prevale infatti 137-134 dopo un overtime in cui manca Giannis Antetokounmpo e tocca a Khris Middleton trascinare i suoi contro un Bradley Beal stellare (55 punti). Houston batte 123-112 New York con 37 punti del solito James Harden, Joel Embiid vince il duello con Trae Young e i Sixers vincono su Atlanta 129-112.

WASHINGTON WIZARDS-MILWAUKEE BUCKS 134-137 OT
Giannis Antetokounmpo fa il suo, ma se i Bucks sbancano la Capital One Arena buona parte del merito questa volta è di Khris Middleton: a Washington fa infatti registrare 40 punti, un'enormità già di per sé, ma soprattutto i 9 che chiudono un overtime che alla fine regala a Milwaukee l'ottava vittoria nelle ultime nove partite in Nba. Una vera e propria beffa per i volenterosi Wizards, capaci di rimontare dal -17 e costringere i dominatori della regular season a un surplus di fatica: quasi sensazionale il 41-28 capitolino del quarto periodo, in cui i Bucks restano anche senza Giannis (fermatosi a 22 punti e 14 rimbalzi e costretto ad abbandonare la partita per raggiunto limite di falli) e riescono a riprendersi la vittoria dopo essersi ritrovati sul -4 del corso del supplementare (132-128 Wizards). Una sonora punizione per Washington, che deve applaudire Shabazz Napier per i 27 punti che rappresentano il suo massimo stagionale e soprattutto Bradley Beal: per lui i punti sono addirittura 55, di cui 22 nel quarto periodo e 7 all'overtime. Non è tutto: nella trasferta del giorno prima a Chicago ne erano arrivati 53, il che significa due partite di fila in back-to-back oltre quota 50. E l'ultimo a farcela era stato il compianto Kobe Bryant.

HOUSTON ROCKETS-NEW YORK KNICKS 123-112
Da Salt Lake City (teatro della trasferta di due giorni fa) a Los Angeles, e quindi a Houston: questo il tour de force che si sono sobbarcati nelle ultime ore James Harden, Russell Westbrook e PJ Tucker, che hanno voluto onorare la memoria di Kobe Bryant prima di scendere in campo contro i Knicks, presentandosi al Toyota Center quando all'inizio della partita mancava solo un'oretta abbondante. Eppure per uno di loro la resa in campo è degna dei giorni migliori: si tratta del Barba, che picchia 37 punti (31 addirittura già nel primo tempo), mentre Tucker si ferma a 2 e Westbrook non prende parte al match. Per certi versi non ce n'è bisogno, dato che New York si presenta in Texas con le polveri bagnate e non va oltre i 21 punti di RJ Barrett raccogliendo il quarto ko consecutivo. Il periodo di ripresa sembra quindi già un vecchio ricordo per la franchigia della Grande Mela, mentre dall'altra parte i Rockets hanno in corso un filotto esattamente opposto: sono infatti quattro le vittorie di fila, con il sorpasso su Clippers e anche Nuggets che rappresentano tutt'altro che una chimera.

DALLAS MAVERICKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 139-123
Tornano in campo Luka Doncic e Kristaps Porzingis, e quasi magicamente i Mavericks riprendono a volare. Le due stelle europee non erano scese in campo ad Atlanta causa back-to-back e i Mavs avevano perso, si rivedono invece all'American Airlines Center e contribuiscono ad abbattere i malcapitati T'Wolves, facendo ripartire la corsa playoff dei texani (settimi a ovest e con Oklahoma City nel mirino). Lo sloveno contribuisce con 20 punti, il lettone con 15, ma la parte del leone stavolta spetta a Tim Hardaway Jr che arriva a quota 23. Minnesota non riesce a rispondere agli 81 punti messi a segno dagli avversari già nel primo tempo e con Karl-Anthony Towns fuori gioco per infortunio può affidarsi al solo D'Angelo Russell. Che di punti ne realizza 29, ma alla franchigia di Minneapolis, ormai in caduta libera, servirebbe ben di più.

LOS ANGELES CLIPPERS-MEMPHIS GRIZZLIES 124-97
I Clippers riprendono il loro cammino dopo aver perso le ultime tre partite, e anzi decidono di rimettersi a correre all'impazzata. I malcapitati di turno allo Staples Center sono i Grizzlies, che continuano a mantenere l'ottava posizione in Western Conference dove però Portland inizia ad avvicinarsi in maniera sinistra. Il problema è che a Los Angeles non c'è partita, dato che già il primo quarto fa registrare un 40-14 senza discussioni e che la partita prosegua tutta sulla falsariga del suo inizio. Per Memphis c'è poco da fare di fronte a un Kawhi Leonard che resta in campo 25 minuti e realizza 25 punti, così come un Montrezl Harrell partito dalla panchina e arrivato a quota 22. Specie se in squadra nessuno va oltre i 16 punti realizzati da Ja Morant in una prestazione che, a essere generosi, si può definire interlocutoria.

CLEVELAND CAVALIERS-MIAMI HEAT 125-119 OT
Un'altra sfida sull'asse Cleveland-Miami, a due giorni dal successo degli Heat in una sfida divenuta classica negli anni passati come il "derby di LeBron James". Che nel frattempo se n'è andato al caldo di Los Angeles, lasciando i suoi Cavaliers in condizioni tutt'altro che allegre, ma con la volontà di prendersi almeno una nuova rivincita sui vecchi nemici della Florida. E questa volta un sorriso arriva, anche se serve l'overtime per piegare un'avversaria che ora vede le rivali della corsa playoff avvicinarsi pericolosamente. Una vittoria tutta cuore per i ragazzi dell'Ohio, che iniziano il quarto periodo sul -19 (80-99) e grazie a un memorabile 31-12 trovano il modo di prolungare il match poi deciso dal rookie Kevin Porter Jr: per lui sono 30 i punti a fine partita. Ko doloroso invece per gli ospiti, pur privi di Jimmy Butler e con Bam Adebayo autore di una bella doppia doppia con 22 punti e 13 rimbalzi: il quarto posto in Eastern Conference inizia ad essere davvero a rischio.

UTAH JAZZ-PHOENIX SUNS 111-131
E in tema di sconfitte che fanno male, a Salt Lake City ne arriva una: è quella dei Jazz, che cadono alla Vivint Smart Home Arena contro una Phoenix senza obiettivi e danno così via libera ai Rockets, ora quarti in solitaria in Western Conference. A rompere gli equilibri è un vecchio amico dello Utah e di Utah come Ricky Rubio, che si ripresenta nella sua vecchia casa e fa registrare 22 punti, 11 assist e ben 7 palle recuperate. Decisivi per i rinati Suns anche Kevin Booker (24 punti e 10 assist) e Deandre Ayton (16 punti). Top scorer di giornata è invece un uomo Jazz, come Donovan Mitchell (38 punti). Ma non basta a Utah, che dopo aver corso per settimane e settimane infila ora la terza sconfitta consecutiva. E nel momento meno opportuno dell'anno sembra essersi per qualche motivo inceppata.

PHILADELPHIA 76ERS-ATLANTA HAWKS 129-112
Vittoria più complicata del previsto ma alla fine netta, quella di Philadelphia contro gli Hawks: i ragazzi della Georgia, a lungo fanalino di coda della Eastern Conference di quest'anno, sembrano aver preso un'altra marcia dopo la sosta e lo dimostrano anche al temuto Wells Fargo Center, dove riacciuffano una partita già persa e servono i migliori 76ers per riprendersela. Decisivo diventa così un Joel Embiid ai massimi storici in carriera, e che chiude con 49 punti e 14 rimbalzi a referto: vinta così a distanza la sfida con Trae Young, a sua volta in doppia doppia ma "solo" con 28 punti e 10 assist. E Atlanta come detto prova a continuare a sognare, dato che reagisce al 41-24 Phila del primo quarto riportandosi in partita in un terzo parziale da 40-22. I padroni di casa però riaccelerano nel finale e raccolgono il successo numero 27 in 29 partite finora disputate sul parquet amico.

BROOKLYN NETS-ORLANDO MAGIC 113-115
Scontro diretto al Barclays Center tra le ultime due pretendenti all'ultimo posto playoff nella Eastern Conference (al netto di crolli imprevisti o rimonte clamorose nel finale di stagione). E a vincere è chi insegue, ossia i Magic che sorprendono Brooklyn in un finale che dovrà far riflettere non poco l'universo Nets. I padroni di casa per i primi due quarti e mezzo di partita sembrano in controllo totale, poi dopo il +19 fatto registrare sul 67-48 abbandonano per qualche motivo la partita. Orlando ne approfitta subito e pone le basi per una vittoria concretizzata nel finale e ottenuta nel nome di un Aaron Gordon autore di 27 punti e 10 rimbalzi. Sono invece 24 punti e 8 assist le cifre fatte registrare da Spencer Dinwiddie, protagonista dei Nets in una serata in cui la striscia di vittorie consecutive si ferma a quota 5. E i dubbi sulla tenuta mentale della squadra tornano a bussare in terra newyorkese.
 

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