NBA

Nba: LeBron James demolisce i Nets, super Lillard non basta contro Dallas e Doncic

I Lakers vincono a Brooklyn con la tripla doppia della loro stella, i Mavericks si impongono a Portland

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I Los Angeles Lakers continuano a vincere e per la seconda volta di fila lo fanno a New York. Precisamente a Brooklyn, dove si impongono 128-113 sui Nets: mattatore assoluto è LeBron James, che firma una tripla doppia da 27 punti, 12 rimbalzi e 10 assist. A Portland i 47 punti di Damian Lillard non bastano ai Trail Blazers: Dallas vince 133-125, con Luka Doncic che arriva a quota 27. Washington vince a Cleveland: 124-112 per i capitolini.

BROOKLYN NETS-LOS ANGELES LAKERS 113-128
La campagna newyorkese dei Lakers prosegue come meglio non potrebbe. E così dopo aver vinto al Madison Square Garden contro i Knicks, i gialloviola espugnano anche il Barclays Center casa nei Nets. Lo fanno prevalendo al culmine di una battaglia equilibrata e decisa da una poderosa accelerazione sul finire del terzo quarto, lo fanno grazie a un bottino di 19 triple a segno a livello di squadra, e lo fanno soprattutto nel nome di un LeBron James protagonista assoluto della nottata: il 'Chosen One' regala a se stesso e al popolo gialloviola una prestazione da 27 punti, 12 rimbalzi e 10 assist, che gli vale la decima tripla doppia stagionale. L'uomo decisivo contro i Knicks, Anthony Davis, si "ferma" invece a 16+11 rimbalzi, ma in doppia doppia va anche un vecchio leone come Dwight Howard. Tutti contribuiscono alla ventesima vittoria in trasferta per i Lakers (nessuno come loro in Nba quest'anno), che poi corrisponde al quinto ko di fila per i Nets, cui non bastano i 20 punti di Kyrie Irving per tenere testa all'armata losangelina. E l'ottavo posto a Est, garanzia dei playoff, è ancora in pugno ma non più così certo.

PORTLAND TRAIL BLAZERS-DALLAS MAVERICKS 125-133
La forza del singolo contro quella di una squadra, la cui stella si mette al servizio del gruppo. Così potrebbe essere riassunta la sfida del Moda Center, che regala a Dallas la seconda vittoria sui Blazers nel corso di una settimana, e fornisce anche un'interessante lezione di sport. Con CJ McCollum ancora assente, Damian Lillard prova infatti a vincere la partita da solo o quasi per Portland: lo dimostra la sua prova da 47 punti nell'arco di 42 minuti di gioco, con l'altalenante supporto di Hassan Whiteside (14+10) e Carmelo Anthony (16+11). I Mavericks rispondono però con un quintetto iniziale tutto in doppia cifra, con anche due giocatori provenienti dalla panchina (Jalen Brunson e Maxi Kleber) che si aggiungono alla fiera del canestro. In tutto questo il trascinatore è ancora una volta e come sempre Luka Doncic, che festeggia la convocazione per l'All-Star Game con 27 e 9 assist che gli fanno sfiorare a sua volta la doppia doppia. Da rimarcare anche i 20 punti di Kristaps Porzingis e i 17 di Seth Curry, che permettono a Dallas di tenere a distanza i cugini di Houston e guardarli dall'alto della quinta posizione della Western Conference.

CLEVELAND CAVALIERS-WASHINGTON WIZARDS 112-124
Serviva un riscatto, ed è puntualmente arrivato. Gli Wizards erano reduci dal cocente ko all'overtime a Miami e meno di 24 ore dopo si presentano nella non vicinissma Cleveland per mettersi tutto alle spalle e dare seguito al loro buon momento che da squadra senza obiettivi a Est l'ha trasformata in mina vagante della Conference (specie se i Nets continueranno con il passo del gambero cui si sono dedicati negli ultimi tempi). Dall'altra parte la resistenza opposta dai Cavaliers è come fin troppo spesso avviene non particolarmente agguerrita, così Bradley Beal non ha particolari problemi a mettere a referto 36 punti, vero e proprio leader di una squadra che sembra aver trovato i propri automatismi (come confermato dai 17 realizzati da Davis Bertans e Ish Smith). In casa Cavs si prova a sorridere timidamente per i 29 punti di Collin Sexton, i 22 di Larry Nance Jr. e i 21 punti di Kevin Love, ma non basta: la difesa fa acqua da tutte le parti, i ko di fila sono ora sei e la stagione sembra già ampiamente compromessa. A meno che non si trovi qualcuno da crescere in vista di un eventuale, nuovo, futuro rilancio che al momento appare tutto da programmare.

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