Nba: i 43 punti di George trascina OKC, Harden si arrende ai Nuggets

Tutto facile per i Celtics che superano 113-99 i Knicks, vincono Jazz e Hornets contro Hawks e Grizzlies

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James Harden torna 'umano' per una notte e gli Houston Rockets vanno ko contro Denver. Il 'Barba' si ferma a 30 punti e i Nuggets ne approfittano per imporsi 136-122 nel segno di Beasley e Jokic. Settima vittoria consecutiva per Oklahoma City, che schianta Miami 118-102 grazie ai 43 di Paul George. Tutto facile anche per i Celtics al Madison Square Garden: 113-99 ai Knicks. Vittorie per Utah e Charlotte contro Atlanta (128-112) e Memphis (100-92).

DENVER NUGGETS-HOUSTON ROCKETS 136-122
Questa volta ci è mancato davvero poco perché si interrompesse la striscia da record di James Harden. Il 'Barba' raggiunge quota 30 punti solo nel finale, ma i Rockets devono arrendersi 136-122 ai Denver Nuggets, che agganciano in vetta alla Western Conference i Golden State Warriors. Se da una parte Harden fatica a trovare il suo ennesimo ‘trentello' stagionale, dall'altra ci pensa Nikola Jokic a rispondere colpo su colpo, con una prestazione da 31 punti, 13 rimbalzi e 9 assist per festeggiare al meglio la prima (e meritatissima) convocazione all'All-Star Game. Il centro serbo gioca una partita perfetta, ed è il trascinatore dei Nuggets nel parziale di 48-28 del secondo quarto, che ribalta le sorti del match. Alle giocate di Jokic, si aggiungono, poi, i canestri di Malik Beasley, autore di 35 punti, che gli valgono il nuovo massimo in carriera. Tra le fila dei razzi texani, invece, parte subito fortissimo Harden, che realizza 15 punti nel solo primo quarto, facendo presagire l'ennesima notte da record. Invece, le mani del 'Barba' si fanno improvvisamente fredde (9/21 dal campo) e, con lui, si inceppa tutto l'attacco di coach Mike D'Antoni. Alla fine, la tripla che permette ad Harden di allungare la propria striscia da record arriva, ma non basta a evitare un altro brutto ko. Una sconfitta che, per l'ennesima volta, apre profonde riflessioni in casa Houston: come fare a trovare continuità senza necessariamente affidarsi ad Harden? Forse le risposte possono arrivare dal mercato. Di certo, il rientro i Chris Paul (20 punti e 6 assist) può togliere un po' di pressione dalle spalle del numero 13 ma l'ex Los Angeles Clippers deve prima ritrovare una condizione accettabile; e il tempo stringe... Sorride, invece, Denver, che con l'ennesima prova di squadra, si riprende il primo posto a Ovest, agganciando gli Warriors con lo stesso identico record dei Guerrieri della Baia: 36 vittorie e 15 sconfitte.

MIAMI HEAT-OKLAHOMA CITY THUNDER 102-118

Oklahoma City a forza sette. Contro Miami arriva la settima vittoria consecutiva per i Thunder, ancora nel segno di Paul George, vero e proprio leader di OKC in questo scorcio di stagione. I Thunder superano Miami 118-102 e si avvicinano pericolosamente a Nuggets e Warriors in classifica. L'ex Indiana Pacers gioca una partita perfetta, chiudendo con 43 punti e la bellezza di 10 triple spedite a bersaglio, che gli valgono il nuovo massimo in carriera. OKC tira con percentuali irreali dall'arco, crivellando il canestro di Miami sotto una vera e proprio pioggia di triple, che permettono di chiudere un primo tempo dominato sul 72-53. In tutto questo c'è spazio anche per la tripla doppia numero 18 in stagione per Russell Westbrook (la quinta consecutiva), che ferma il tassametro a quota 14 punti, 12 rimbalzi e 14 assist. Ancora una volta prezioso, poi, il contributo in uscita dalla panchina di Dennis Schroder, che chiude con 28 punti (24 dei quali nel solo secondo quarto, che spaccano in due la partita). Dall'altra parte, invece, non bastano la doppia doppia di Hassan Whiteside, che chiude con 12 punti e 16 rimbalzi e i 21 di Kelly Olynik uscendo dalla panchina. Grazie a questo successo, OKC diventa la squadra con la striscia di successi più lunga di tutta la lega, mentre Miami scivola all'ottavo posto a Est, superata in classifica da Charlotte.

NEW YORK KNICKS-BOSTON CELTICS 99-113
Al Madison Square Garden fanno già le prove generali in vista della prossima free agency. Il popolo newyorkese, alle prese con l'ennesima stagione fallimentare degli ultimi anni, può consolarsi solo con il mercato, dove i Knicks faranno di tutto per provare a strappare ai Boston Celtics quel Kirye Irving, individuato come una delle due stelle in grado di provare a risollevare le sorti della franchigia. E così, in attesa di abbracciare DeAndre Jordan, Dennis Smith Jr. e Wesley Matthews, il pubblico sugli spalti ha finito per osannare il numero 11 dei Celtics, che chiude con 23 punti, 10 rimbalzi e 6 assist. Ordinaria amministrazione per l'ex Cleveland Cavaliers e per Boston, che si sbarazza degli sgangherati Knicks 112-99, al termine di in una partita mai in discussione. La squadra di coach Brad Stevens chiude i conti all'intervallo lungo e poi amministra il proprio tesoretto grazie ai sei uomini in doppia cifra: oltre al già citato Irving, brillano Marcus Morris, che chiude con 18 punti, e Al Horford, che sfiora la doppia doppia con 14 punti e 9 rimbalzi. Tra le fila dei Knciks, decimati dalla trade che ha spinto Porzingis a Dallas, bene Kevin Knox e Damyean Dotson, che chiudono sopra quota 20 punti. L'unico altro giocatore in doppia cifra è Mario Hezonja, che si ferma a quota 10, uscendo dalla panchina.

UTAH JAZZ-ATLANTA HAWKS 128-112

Dopo il brutto passo falso incassato in casa dei Portland Trail Blazers, gli Utah Jazz ritrovano il successo contro Atlanta: 128-112 il punteggio finale. Il protagonista assoluto del match è il gigante francese Rudy Gobert che, per cancellare la delusione della mancata convocazione all'All-Star Game, realizza una prestazione dominante: 25 punti e 13 rimbalzi. Per i Jazz si rivede anche un'altra vecchia speranza del basket europeo, Ricky Rubio, che torna in quintetto e chiude con 22 punti e 11 assist. In totale sono sette i giocatori in doppia cifra per i padroni di casa, con Ingles che ne aggiunge 19 e Mitchell che si ferma a quota 15. Per gli Hawks, che stanno attraversando un momento altalenante della propria stagione, non basta la solita prova convincente del rookie Trae Young, che si ferma a quota 28 punti, conditi da 9 assist. A questo, si aggiungono i 19 di John Collins e i 29 della coppia Dedmon-Huerter. Una vittoria molto importante per Utah, che si conferma al settimo posto nella Western Conference, e aggancia in graduatoria Houston, caduta pesantemente contro Denver. Per Atlanta, invece, arriva la seconda sconfitta consecutiva, la sesta nelle ultime 10, la tredicesima in casa. Gli Hawks si trovano al dodicesimo posto nella Eastern Conference e già da tempo, ormai, hanno abbandonato i sogni playoff.

CHARLOTTE HORNETS-MEMPHIS GRIZZLIES 100-92
Un passo importante verso la post season per gli Charlotte Hornets che, con una bella vittoria di squadra, si sbarazzano senza troppo affanno dei disastrati Memphis Grizzlies: 100-92 il punteggio finale. Nonostante la partenza in salita, con un primo quarto da appena 17 punti segnati, Charlotte si aggrappa al solito Kemba Walker, che chiude con 23 punti e 4 assist. Preziosissimo, però, anche il contributo di Malik Monk, che ne aggiunge 20 uscendo dalla panchina. Decisivo anche l'apporto di Tony Parker, che chiude a quota 15 punti con 7 assist. Dall'altra parte, invece, Memphis finisce presto la benzina, anche complici le numerosissime assenze, non ultima quella di Mike Conley, l'unico insieme con Marc Gasol a potersi esprimere su alti livelli nell'intero roster. Per il centro catalano, però, arriva l'ennesima prestazione deludente della sua travagliata stagione: 8 punti, 2 rimbalzi e 3 assist il magro bottino. Il miglior realizzatore per i Grizzlies è Shelvin Mack, che ne mette 19 con 9 assist, non facendo rimpiangere più di tanto l'assenza del playmaker titolare. A questi, si aggiungono i 30 della coppia Holiday-Rubb (15 punti a testa). L'unica speranza per dare una sterzata alla stagione di Memphis arriva così dal mercato, con Conley e Gasol che hanno già le valigie sul letto, pronte per un lungo viaggio.

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