Nba: Harden ne mette 57 contro Memphis, Gallinari e Belinelli vanno ko

Charlotte piega San Antonio 108-93, i Clippers si arrendono 121-117 ai Pelicans

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James Harden non si ferma più. Il 'Barba' ne mette 57 nel successo per 112-94 di Houston contro i Grizzlies e raggiunge la diciassettesima partita consecutiva con oltre 30 punti, superando Kobe Bryant. Cadono gli Spurs di Belinelli (out per un problema al ginocchio) contro Charlotte (108-93) e i Clippers di Gallinari (25 punti per lui), sconfitti 121-117 dai Pelicans di un incontenibile Anthony Davis da 46 punti e 16 rimbalzi. Brooklyn supera Boston 109-102.

HOUSTON ROCKETS-MEMPHIS GRIZZLIES 112-94
James Harden sta riscrivendo il libro dei record della Nba. Il 'Barba', reduce dalla serata storta al tiro contro gli Orlando Magic, in cui aveva fatto segnare un pessimo 1/17 dall'arco, gioca una partita sensazionale, chiudendo con la bellezza di 57 punti (17/33 dal campo, 6/15 dalla lunga distanza), che distruggono i Memphis Grizzlies 112-94. Con quella di questa notte, sono 17 le partite consecutive con almeno 30 punti per la stella dei Rockets, che supera così il record di Kobe Bryant della stagione 2002/2003 e si avvicina alle 20 del leggendario Wilt Chamberlain nell'anno di grazia 1964. Nonostante i continui raddoppi della difesa dei Grizzlies, Harden ci mette un solo tempo per arrivare a quota 36 punti, che permettono ai Rockets di chiudere avanti all'intervallo lungo. Il break decisivo arriva al rientro dagli spogliatoi, con Houston che allunga le mani sulla partita spinta dalle magie del numero 13. Oltre a Harden, scollinano in doppia cifra anche Austin Rivers, House Jr. e Gerald Green. Per Memphis, invece, ci sono cinque giocatori in doppia cifra ma nessuno sopra i 14 di Mike Conley e Garrett Temple. Numeri che spiegano il momento di grande difficoltà di Memphis, all'ottavo ko nelle ultime 10 partite, il secondo consecutivo, che la lascia al penultimo posto nella Western Conference davanti solo ai Phoenix Suns.

SAN ANTONIO SPURS-CHARLOTTE HORNETS 93-108

Senza Marco Belinelli, tenuto ai box da coach Gregg Popovich per un problema al ginocchio, i San Antonio Spurs devono alzare bandiera bianca contro gli Charlotte Hornets dell'ex indimenticato Tony Parker, accolto dalla standing ovation da lasciare senza fiato del pubblico di San Antonio. Una partita complessa per gli Spurs, che faticano a trovare la via del canestro con grandi percentuali e che vengono dominati nella lotta a rimbalzo, concedendone 8 agli Hornets. L'allungo decisivo per Charlotte arriva però solo nell'ultimo periodo quando, a punteggio già acquisito, coach Borrego getta nella mischia proprio il franco-belga, acclamato e invocato da tutto l'AT&T Center. Per gli Hornets arrivano 33 punti dal solito Kemba Walker, che chiude con un eccellente 7/13 dall'arco dei 3 punti, ai quali si aggiungono anche i 19 di Jeremy Lamb. Per gli Spurs, invece, non può bastare la solita prova di LaMarcus Aldridge, che chiude in doppia doppia con 28 punti e 10 rimbalzi. Prosegue, invece, il momento di appannamento di DeMar DeRozan, che mette a referto solo 14 punti, tirando 7/15 dal campo. Una sconfitta, che rischia di complicare il cammino degli Spurs, avvicinati pericolosamente in classifica dagli Utah Jazz.

LOS ANGELES CLIPPERS-NEW ORLEANS PELICANS 117-121
Nemmeno i 25 punti di Danilo Gallinari (con 6/9 da 3) servono a Los Angeles per arginare lo strapotere fisico e tecnico di Anthony Davis. I Clippers sono costretti a piegarsi ai 46 punti, conditi da 16 rimbalzi, della stella dei Pelicans nella sconfitta 121-117 allo Staples Center contro New Orleans. LA si trova costretta a inseguire per larga parte del match, con gli ospiti che, trascinati dai canestri dell'Unibrow, scappano anche sul +20 all'uscita dagli spogliatoi. I Clippers, però, non si scompongono e piazzano un parziale di 16-2 (che diventa 29-8 complessivo tra la fine del terzo e l'inizio del quarto periodo), che permette di tornare in parità all'inizio del quarto quarto. Lo sforzo, però, fa perdere lucidità in attacco ai padroni di casa, che, dall'altra parte, devono fare i conti con la serata di grazia dell'implacabile Davis e con quella di un Julius Randle da 27 punti e un plus/minus di +21. Per i Pelicans, ci sono anche 19 punti per Jrue Holiday nonostante una serata non proprio fortunata al tiro (8/24). Detto dell'ottima prova offensiva del 'Gallo', per i Clippers ne arrivano 26 da Montrezl Harrell, che aggiunge anche 10 rimbalzi al proprio bottino, e 18 dal solito Lou Williams, che dà energia e sostanza in uscita dalla panchina.

BROOKLYN NETS-BOSTON CELTICS 109-102
Altra battuta d'arresto, la terza consecutiva per i Boston Celtics, che alzano bandiera bianca contro i Brooklyn Nets al Barclays Center e soffrono del ‘mal di trasferta'. I newyorkesi si impongono 109-102, spezzando una 'maledizione' che durava da quasi 3 anni contro i biancoverdi. Senza Kyrie Irving, tenuto ai box per un problema al quadricipite femorale, i Celtics appaiono distratti e poco lucidi, soprattutto in attacco, dove le idee scarseggiano. A non far rimpiangere l'assenza dell'ex Cleveland Cavaliers ci pensa il solito Jason Tatum, che chiude con una prova da 34 punti totali, (12/19 al tiro, a cui aggiunge anche cinque rimbalzi). Il break decisivo, però, arriva nel terzo periodo e porta la firma di D'Angelo Russell: l'ex Los Angeles Lakers ne mette 18 nella sola terza frazione (chiusa sul 44-21 per bianconeri), che permette di spaccare la partita. Alla fine, saranno 34 per lui alla sirena, con 13/26 dal campo, 7/13 dall'arco e 7 assist. Per Boston, che manda solo altri due uomini in doppia cifra, ne arrivano 22 da Jaylen Brown e 13 da Brad Wanamaker. Sono cinque, invece, i giocatori dei Nets in doppia cifra: 19 per Kurucs e Allen, 13 per Harris e 10 (con 14 rimbalzi per DeMarre Carroll). Una vittoria preziosissima per Brooklyn, che blinda il settimo posto a Est e si avvicina a un record del 50% di vittorie in stagione regolare (22-23).

UTAH JAZZ-DETROIT PISTONS 100-94
Dopo i 44 punti messi a referto nella vittoria contro i suoi ex Los Angeles Clippers, che sembravano poter porre un freno alla crisi senza fine dei Pistons, Blake Griffin si prende un turno di riposo nella sconfitta di Detroit contro gli Utah Jazz: 100-94 il punteggio finale. Ringalluzziti dall'aver superato i Los Angeles Lakers all'ottavo posto della Western Conference, i Jazz allungano sui gialloviola grazie ai 28 punti di Donovan Mitchell, giunto alla sua sesta partita consecutiva con almeno 25 punti a bersaglio. A questi, si aggiunge anche la doppia doppia del gigante francese Rudy Gobert, che chiude con 18 punti e la bellezza di 25 rimbalzi (nuovo massimo in carriera per lui). Gobert si aggiudica così la sfida con Andre Drummond sotto alle plance: il centro dei Pistons chiude in doppia doppia, ma con solo 15 punti e 13 rimbalzi a tabellino. Il miglior marcatore per i 'Pistoni' resta comunque Griffin, che chiude con 19 punti. Da sottolineare, per i Jazz, anche la prova del veterano Kyle Korver: 19 punti e la solita glaciale freddezza dall'arco dei 3 punti con 5 bombe a bersaglio.

SACRAMENTO KINGS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 115-107

Inatteso scivolone per i Portland Trail Blazers, che non approfittano delle sconfitte di Spurs e Clippers e si arrendono 115-107 ai Sacramento Kings. Per i padroni di casa, il protagonista è ancora una volta De'Aron Fox, che firma la tripla decisiva che scrive la parola fine sulla partita a 90 secondi dalla sirena finale. In totale, a dimostrazione dell'ottimo sistema offensivo della squadra californiana, sono ben sette gli uomini in doppia cifra per i Kings, guidati dai 19 di Buddy Hield. Ai Blazers, reduci dal ko contro i Denver Nuggets, non bastano i 35 punti di Damian Lillard, l'ultimo a mollare nonostante i tanti errori dal campo. Il numero 0 deve fare di necessità virtù, visto che manca totalmente l'apporto dei suoi due fedeli scudieri. Sono solo 6, infatti, i punti di Cj McCollum e Jusf Nurkic (che aggiunge però 11 rimbalzi): decisamente poco per il secondo e il terzo violino di una squadra che punta alla finale di Conference. Una sconfitta che porta la squadra dell'Oregon al quinto posto in classifica, scavalcata dai Rockets dell'incontenibile James Harden. Sacramento, invece, raggiunge i Los Angeles Lakers e continua a sognare un posto al sole in vista dei prossimi playoff.

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