NBA

Nba: Embiid affonda ancora i Celtics, Atlanta vince e ritrova Gallinari

I Sixers battono Boston per la seconda volta in tre giorni, il Gallo rientra sul parquet nella vittoria Hawks in casa T-Wolves. Cavs ancora vincenti su Brooklyn, ok Denver e i Clippers

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Ben undici le partite giocate nella notte Nba: i 76ers continuano la loro corsa ad Est battendo ancora Boston 122-110 (38 punti per Embiid), Atlanta ritrova Gallinari (10 per l’azzurro) ed espugna il parquet dei T-Wolves 116-98. Sexton e i Cavs battono di nuovo Brooklyn (125-113), Denver vince a Phoenix all’overtime 130-126. Clippers senza problemi contro Okc (120-106), successi anche per Indiana, Chicago, Dallas, Houston, Toronto e Sacramento.

PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 122-110
Come quarantott’ore fa, Boston non ha soluzioni per un Joel Embiid a dir poco ispirato e nonostante i 42 punti di Jaylen Brown è costretta a capitolare sul parquet del Wells Fargo Center, un ko che rischia di far male al morale di una squadra che aveva iniziato molto bene la nuova stagione. Embiid, però, è inarrestabile: 38 punti e 11 rimbalzi per il camerunense, che nei due scontri diretti ravvicinati contro i biancoverdi è quindi capace di sommare ben 80 punti. Accanto a lui il solito, efficace Tobias Harris, che ne mette 23 a tabellino, mentre Ben Simmons firma una doppia doppia da 15 punti e 11 rimbalzi e Seth Curry, con 3/5 dalla distanza, raggiunge quota 15 come l’australiano, giocando però otto minuti di tempo effettivo in meno. I Celtics hanno il merito di resistere per due quarti e mezzo, ma quando si spegne la luce di Brown non bastano i 20 punti complessivi di Marcus Smart e i 19 di Kemba Walker per riuscire a lottare per la vittoria.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-ATLANTA HAWKS 98-116
Si rivede finalmente sul parquet Danilo Gallinari, dopo tre settimane di assenza, nella vittoria comoda dei suoi Hawks in casa dei derelitti T-Wolves. L’ex Olimpia gioca poco meno di 15 minuti effettivi, ma realizza 10 punti e raccoglie 4 rimbalzi. I protagonisti della vittoria di Atlanta, però, sono Trae Young e Clint Capela: la guardia da Oklahoma mette a segno 43 punti compensando ampiamente le 7 palle perse complessive, mentre il lungo ex Houston fa registrare una tripla-doppia da 13 punti, 19 rimbalzi e, soprattutto, 10 stoppate (avvenimento piuttosto raro in questo senso). Cifre troppo importanti da gestire per una Minnesota che manda solo tre giocatori in doppia cifra, il migliore dei quali, Malik Beasley, si ferma appena a 17 punti. Con il risultato mai in discussione, serata di riposo per D’Angelo Russell, in campo per soli 20 minuti con 9 punti complessivi.

CLEVELAND CAVALIERS-BROOKLYN NETS 125-113
I Cavs sono finalmente maturi per il salto di qualita, o perlomeno la terza vittoria consecutiva, seconda in tre giorni contro un avversario sulla carta più quotato come i Nets, suggerirebbe che la strada è quella giusta. Collin Sexton e compagni (tra i quali non c’è più da stanotte Kevin Porter jr, ceduto a Houston in cambio di una scelta in un prossimo Draft) battono ancora la corazzata guidata da Steve Nash: 25 i punti del prodotto di Alabama, cui si aggiungono altri cinque uomini in doppia cifra guidati dai 19 segnati da Andre Drummond (per lui anche 16 rimbalzi) e dall’ex di serata, con il dente non poco avvelenato, Jarrett Allen. Doppia-doppia per Larry Nance jr, autore di 15 punti e 10 rimbalzi. Dall’altra parte non gioca Kevin Durant, lasciato a riposo visti i tanti impegni ravvicinati, ed è Kyrie Irving a fare la voce grossa in attacco, con 38 punti a tabellino. James Harden pensa più a distribuire e chiude con 19 punti e 11 assist. Ma l’impressione è che la chimica di squadra sia ancora da trovare.

PHOENIX SUNS-DENVER NUGGETS 126-130 (ot)
Settima vittoria nelle ultime dieci partite per i Nuggets, che però soffrono non poco per liberarsi di una delle sorprese di questo inizio di stagione, i Suns, riuscendo a spuntarla soltanto dopo i cinque minuti supplementari. A Phoenix, guidata dai 31 punti di Devin Booker e dalle doppie-doppie di DeAndre Ayton (27 punti e 13 rimbalzi), Mikal Bridges (24+10) e Chris Paul (11 punti e 15 assist, 14 dei quali nel primo tempo), non basta arrivare all’intervallo lungo con il loro massimo vantaggio di 14 punti. Dall’altra parte, infatti, c’è un Nikola Jokic da 31 punti, 10 rimbalzi, 8 assist e 3 palle rubate, che prima guida i suoi all’overtime con il canestro del pareggio a 1.4 secondi dal termine e poi, anche con l’aiuto di Gary Harris (19 punti) e Jamal Murray (18), permette loro di conquistare il successo alla sirena finale del supplementare. Una vittoria che, tra l’altro, permette a Denver di rientrare fra le prime otto ad Ovest.

LOS ANGELES CLIPPERS-OKLAHOMA CITY THUNDER 120-106
Tutto facile per i Clippers, che raccolgono la loro sesta vittoria consecutiva e agganciano, a quota 12 vinte e 4 perse, i Lakers in testa alla Western Conference. Merito soprattutto di una prova combinata di Paul George e Kawhi Leonard da 60 punti complessivi, 29 per il primo e 31 per il secondo. Attorno a loro si muovono in scioltezza anche Serge Ibaka, che chiude in doppia-doppia con 17 punti e 11 rimbalzi, e Nicolas Batum, che alla causa della squadra allenata da Tyronn Lue aggiunge 14 punti. Non bastano, dall’altra parte, 30 punti e 8 rimbalzi del sempre più leader di Okc, Shai Gilgeous-Alexander, tra l’altro ex di serata: per i Thunder è la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite giocate.

INDIANA PACERS-ORLANDO MAGIC 120-118 (ot)
Sono i Pacers a portare a casa la sfida tra outsider dell’ultima stagione, una partita equilibrata dall’inizio alla fine, che ha bisogno di un overtime per decretare il vincitore. L’eroe di serata alla Bankers Life Fieldhouse è Malcolm Brogdon: il prodotto di Virginia University non è solo il top scorer di squadra con 23 punti, ma è anche l’autore della tripla che a 2 secondi e 8 decimi dal termine del supplementare regala il successo alla squadra di casa. Ma non è soltanto Brogdon a brillare per Indiana: meritano menzione anche i 22 punti segnati sia da Myles Turner sia da Jeremy Lamb (quest’ultimo partito dalla panchina), mentre Domantas Sabonis sfiora la tripla-doppia con 18 punti, 11 rimbalzi e 9 assist, cui aggiunge anche 5 palle rubate. Ai Magic, incapaci di dare continuità alla vittoria di quarantott’ore fa a Minneapolis, non sono sufficienti 26 punti di Evan Fournier (che sbaglia il canestro del possibile controsorpasso allo scadere dell’overtime) e i 24 di Nikola Vucevic, che raccoglie anche 12 rimbalzi.

CHARLOTTE HORNETS-CHICAGO BULLS 110-123
Terza vittoria consecutiva per i sempre più sorprendenti Bulls, che provano a bussare ai piani alti della Nba battendo dei poco ispirati Hornets, che dal canto loro raccolgono il quarto ko di fila. Cinque gli uomini in doppia cifra per gli ospiti, guidati dai 25 punti di Zach LaVine e dai 23 di Lauri Markkanen. Notevoli, dalla panchina, Garrett Temple con 15 punti e Otto Porter jr, che ne aggiunge 13: per entrambi plus/minus di +15. Poco da dire su Charlotte, cui non bastano i 34 punti di Gordon Hayward e i 24 di Devonte’ Graham. In ombra anche LaMelo Ball, che gioca solo 17 minuti mettendo a segno 7 punti, con 3/7 al tiro.

SAN ANTONIO SPURS-DALLAS MAVERICKS 117-122
Nonostante il risultato finale suggerisca un andamento più equilibrato, la vittoria dei Mavericks nel derby texano non è quasi mai a rischio, con gli ospiti che volano fino al +18 e gestiscono il margine fino alla sirena conclusiva. Sfiora la tripla doppia il miglior giocatore di serata, Luka Doncic, che segna 36 punti, distribuisce 11 assist e raccoglie 9 rimbalzi. Per lo sloveno, inoltre, soltanto 2 palloni persi in tutta la partita. Non è soltanto il giovane campione a muovere l’attacco dei Mavs: sono 42 i punti sommati (ed equamente spartiti) fra Kristaps Porzingis e Tim Hardaway jr, mentre Jalen Brunson ne aggiunge 16. Dall’altra parte non bastano 29 punti di DeMar DeRozan e 26 di LaMarcus Aldridge: secondo ko di fila per gli Spurs, che proseguono il loro altalenante inizio di stagione.

DETROIT PISTONS-HOUSTON ROCKETS 102-103
Alla Little Caesars Arena si sfidano due deluse di questa prima parte di stagione, entrambe provenienti da una serie negativa: ad interromperla sono i Rockets, nonostante qualche sofferenza di troppo nel finale. Non bastano sette uomini in doppia cifra, guidati dai 20 punti di Eric Gordon, né un massimo vantaggio di 17 punti per consentire a Houston di superare agilmente l’ostacolo. I Pistons, infatti, rimontano brillantemente nel finale grazie soprattutto a un Jerami Grant da 21 punti, ma proprio quest’ultimo arriva troppo tardi all’appuntamento con il sorpasso: l’ex Nuggets, infatti, segna il canestro e subisce il fallo da P.J. Tucker che sembra sigillare la vittoria alla sirena, ma dopo la revisione all’instant replay gli arbitri confermano che il contatto con il numero 17 di Houston è avvenuto fuori tempo massimo. Detroit non può far altro che accettare il verdetto.

TORONTO RAPTORS-MIAMI HEAT 101-81
Nella seconda sfida in tre giorni fra le rappresentanti della Eastern Conference alle ultime due Finals, i Raptors vendicano la sconfitta di quarantott’ore prima con una prova dominante dall’inizio alla fine. Toronto non lascia scampo a Miami, che non ha antidoti contro i 23 punti di Norman Powell, i 21 di O.G. Anunoby e la doppia-doppia da 15 punti e 14 rimbalzi di Pascal Siakam. Cifre importanti, se si considera che i tre si godono il meritato riposo nel garbage time dell’ultimo periodo. Per gli ospiti stavolta non è sufficiente l’impatto dalla panchina di Kendrick Nunn, che realizza 22 punti. Il quintetto base ne somma solo 58 e sente tremendamente la mancanza di Jimmy Butler e Tyler Herro: il loro ritorno sarà fondamentale per risalire una classifica che attualmente vede i vicecampioni in carica fuori dalla zona playoff. Il tempo per recuperare, per loro fortuna, non manca.

SACRAMENTO KINGS-NEW YORK KNICKS 103-94
I fasti di fine anni 90, quando Kings e Knicks lottavano per qualcosa di importante, sono lontanissimi, anche se New York arriva alla sfida del Golden 1 Center con un record di 8 vinte e altrettante perse e un discreto ottimismo. Il rapporto vittorie/sconfitte dei newyorchesi, però, torna sotto ‘quota 500’ alla sirena finale, con i Kings che prevalgono senza grosse difficoltà. Ben sei gli uomini in doppia cifra fra i padroni di casa, guidati dai 22 punti di De’Aaron Fox e dai 21 di Harrison Barnes. I Knicks, in partita per due quarti e mezzo, crollano nell’ultima fase del match, rendendo inutile la doppia-doppia da 26 punti e 15 rimbalzi di Julius Randle e i 21 punti di un generoso R.J. Barrett. Alla fine, però, la spuntano i californiani, che mettono fine a una serie di quattro sconfitte consecutive.

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