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Nba: Detroit sfiora l'impresa, poi cade a Boston. Golden State espugna Miami, vince Minnesota

I Timberwolves consolidano il primato a Ovest, così come i Celtics a Est: Tatum e compagni rischiano di interrompere la serie negativa dei Pistons, poi rimontano e vincono nell'extratime

 

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Nba: Detroit sfiora l'impresa, poi cade a Boston. Golden State espugna Miami, vince Minnesota - foto 1
© Getty Images

La notte dell'Nba ci regala un'impresa sfiorata. I Detroit Pistons rischiano infatti di battere i Boston Celtics, la capolista dell'Eastern Conference: Cunningham e compagni volano sul +19, prima di crollare e perdere all'extratime (128-122), eguagliando la peggior striscia negativa di sempre (28 ko di fila). Sorride Minnesota, che sconfigge Dallas. Successi preziosi anche per Denver e Golden State, che espugna Miami. Utah ko, 5 punti per Fontecchio

MINNESOTA TIMBERWOLVES-DALLAS MAVERICKS 118-110
Non si ferma il cammino dei Minnesota Timberwolves, che continuano a guidare saldamente la Western Conference (23-7) e regolano i Dallas Mavericks, privi di Luka Doncic e Kyrie Irving. La svolta definitiva della gara viene impressa nel terzo quarto, quando la formazione di casa trova un parziale di 15-3 che spegne definitivamente le resistenze dei Mavs. Due triple consecutive di Anderson nell'ultimo periodo, poi, sigillano definitivamente il 13° successo su 14 gare casalinghe stagionali. L'Mvp di Minnesota e del match è Anthony Edwards, che ottiene il suo massimo stagionale con 44 punti: 14 nel primo quarto e 7 nel già menzionato parziale decisivo, con un totale di 12/23 dal campo e 6/11 da tre, ma anche e soprattutto 14/18 ai liberi. Alle sue spalle la doppia doppia di Gobert, da 20 punti e 11 rimbalzi, che si rivela un ottimo secondo violino in una squadra che porta sei giocatori in doppia cifra. Tim Hardaway Jr. realizza invece 32 punti dalla panchina, ma non bastano ai Mavericks per l'impresa senza le loro stelle: ora Dallas è sesta a Ovest (18-14), dopo due ko consecutivi. 

DENVER NUGGETS-MEMPHIS GRIZZLIES 142-105
Manca Ja Morant e la striscia di quattro vittorie consecutive dei Memphis Grizzlies evapora all'istante, col durissimo ko a Denver. Jokic e compagni dominano dal primo all'ultimo minuto, chiudendo sul +17 a metà gara e dilagando nella ripresa contro una Memphis che non rientra mai in partita. Non bastano i 23 punti di Desmond Bane e i 17 di Marcus Smart per evitare la sconfitta, che mantiene i Grizzlies al terzultimo posto a Ovest (10-20) e ferma il loro impeto. Trionfano dominando i Nuggets, trascinati dal solito Nikola Jokic. Per il serbo una tripla doppia da 26 punti, 14 rimbalzi, 10 assist e una gara praticamente perfetta: non sbaglia un tiro, chiudendo a 11/11 in meno di mezz'ora. Alle sue spalle brillano Jamal Murray (23) e Peyton Watson (20), che sostituisce egregiamente Aaron Gordon in una squadra che ne porta sei in doppia cifra. Denver vince e resta seconda, col sesto successo consecutivo, alle spalle dei T'Wolves: 23 vittorie e 10 ko per i campioni in carica. 

BOSTON CELTICS-DETROIT PISTONS 128-122 dts
Il risultato più clamoroso della notte rischia di consumarsi a Boston, dove i padroni di casa vedono vacillare la loro imbattibilità casalinga (14-0) e rischiano grosso coi Detroit Pistons. Cunningham e compagni chiudono infatti sul +19 a metà gara, prima del cambio di ritmo avversario e della rimonta che porta tutti all'extratime. Qui la spuntano i Celtics, che vincono 128-122 e infliggono una sconfitta record ai rivali: con 28 ko di fila, i Pistons eguagliano la peggior serie negativa di sempre, detenuta ora insieme a quei Philadelphia 76ers che la ottennero nel 2014/15 e nel 2015/16. Non basta la grande partita di Cade Cunningham, che chiude con 31 punti, 9 rimbalzi e 6 assist risultando protagonista nel finale: gli arbitri cancellano una sua stoppata su Tatum per interferenza a canestro, poi ecco il tiro che propizia il tap-in di Bogdanovic e manda tutti ai supplementari. Qui però Ivey (21) e il serbo (17) non riescono ad aiutare la stella dei Pistons e arriva il ko. Per i Celtics brillano Porzingis e Tatum con 35 e 31 punti, ma il grande protagonista è Derrick White: 10 dei suoi 23 punti arrivano nel vittorioso extra-time. I Celtics restano così in testa all'Eastern Conference (24-6), dove Detroit è ultimissima (2-29). 

GOLDEN STATE WARRIORS-MIAMI HEAT 102-114
Golden State crolla al Chase Center, in una prova estremamente incolore di tutta la squadra. I Miami Heat infatti si portano sul +7 a metà gara e dominano nella ripresa, ottenendo una vittoria che non è nettissima nel punteggio (114-102), ma lo è eccome nelle modalità: i Warriors questa volta non lottano e non danno mai l'impressione di poter impensierire i rivali, chiudendo con un misero 24.2% dalla distanza. L'emblema della loro gara sono i 13 punti a testa degli Splash Brothers Steph Curry e Klay Thompson, che tirano con un misero 7/26 dal campo. Golden State ne porta addirittura otto in doppia cifra provandole tutte, ma nessuno supera quel bottino e la classifica continua a piangere: i Warriors sono 11mi a Ovest con 15 vittorie e 16 ko. Sorridono invece i Miami Heat, che dominano e vincono, portandosi al quarto posto a Est (19-12) con la quarta vittoria consecutiva: Herro (26) è il trascinatore, precedendo nel boxscore Cain (18), Adebayo e Jaquez Jr. (17). 

CHICAGO BULLS-INDIANA PACERS 104-120
La seconda vittoria di fila degli Indiana Pacers arriva grazie ad un secondo quarto dominante, che consente ad Haliburton e compagni di chiudere sul +11 e ricacciare indietro in Chicago Bulls, che non riescono a reagire. Non bastano i 22 punti di Patrick Williams e i 21 di DeRozan ai padroni di casa, con quest'ultimo che chiude solo con 7/19 al tiro. Troppi errori condannano i Bulls, che vengono sconfitti dalla sontuosa prova di Tyrese Haliburton: 21 punti, 20 assist e neanche una palla persa. Indiana aggiunge a questo i 24punti di Myles Turner e i 19 di Buddy Hield, ma soprattutto trova una grande serata dai tre punti: 19/42 lo score che vale l'ottavo posto a Est (16-14), dove Chicago scivola in 10a posizione (14-19). 

LOS ANGELES LAKERS-CHARLOTTE HORNETS 133-112
Gli Hornets resistono un tempo, chiudendo a un solo punto dai Lakers, poi affondano definitivamente nel terzo quarto: il parziale di 41-23 fa abbandonare la gara a Charlotte, che di fatto concede l'area ai Lakers e viene ampiamente sconfitta. La formazione losangelina riesce anche a dare fondo alla panchina nell'ultimo quarto, portando sette giocatori in doppia cifra in un match senza storia. Il top-scorer è Anthony Davis (26), che precede Rui Hachimura e LeBron James: 17 punti e 11 assist per il Re, che chiude davanti al duo Russell-Reaves (16). Agli Hornets, sempre terzultimi a Est (7-22) dopo la nona sconfitta consecutiva, non bastano i 20 punti di Miles Bridges e i 18 di Rozier. Trionfano i Lakers, che ora sono ottavi a Ovest (17-15). 

NEW ORLEANS PELICANS-UTAH JAZZ 112-105
I big three dei Pelicans trascinano alla squadra alla vittoria contro una coriacea Utah, che non si arrende al +8 di metà gara e tiene la sfida viva fino ai minuti finali, nonostante una serataccia al tiro: alla fine sono le pessime percentuali, con 42.4% dal campo e 30.8% da tre, a condannare i Jazz. Non bastano i 26 punti di Collin Sexton e i 24 punti, a cui si sommano anche 10 rimbalzi, di Lauri Markkanen per evitare la sconfitta della formazione ospite. Utah è imprecisa in ogni fondamentale e anche Simone Fontecchio non riesce a incidere: l'azzurro parte dalla panchina e chiude con 5 punti e due rimbalzi in 14' di gioco. Nelle fila dei Pelicans, invece, bastano le tre stelle per indirizzare la sfida: alle spalle di Ingram (26), McCollum e uno Zion Williamson da 21 punti, 10 rimbalzi e 8 assist c'è ben poco, ma la vittoria è di New Orleans. La formazione di casa sale così al settimo posto nella Western Conference (18-14), dove Utah resta quartultima (13-19). 

PORTLAND TRAIL BLAZERS-SAN ANTONIO SPURS 105-118
Un sontuoso primo quarto, dominato col punteggio di 38-14, indirizza definitivamente la gara ai San Antonio Spurs, che ottengono il quinto successo stagionale e il terzo in trasferta in una durissima annata Nba. Wembanyama e compagni si fanno infatti riavvicinare dai Blazers, che però non scendono mai sotto uno svantaggio in doppia cifra e si rassegnano al ko nel finale. Non bastano i 29 punti di Jerami Grant e di Malcolm Brogdon, sommati ai 25 del rookie Scoot Henderson, per evitare la sconfitta di Portland, che resta penultima a Ovest (8-22). Di fronte c'è infatti un sontuoso Victor Wembanyama: il rookie francese chiude con 30 punti, 6 rimbalzi, 6 assist, 10/10 ai liberi e 7 stoppate, mostrando il suo talento dopo qualche gara sottotono. Una prova da trascinatore che, comunque, non evita a San Antonio l'ultimo posto a Ovest: gli Spurs chiudono la classifica col secondo peggior record Nba (5-22). 

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