Nba: Curry ne mette 48 e Dallas va ko, i Lakers sconfitti anche da Cleveland

A Houston non bastano i 38 di Harden contro Orlando (109-116), vincono Denver, Milwaukee e Toronto

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Quando Curry gioca così è impossibile fermarlo. I Golden State Warriors vincono 119-114 contro Dallas grazie ai 48 punti di Steph, che chiude con 11 triple. Tutto facile per Milwaukee, che stende Atlanta 133-114, mentre servono due overtime a Toronto per avere ragione di Washington (140-138). Male i Rockets che, nonostante i 38 di Harden, si arrendono a Orlando. Continua la crisi dei Lakers senza LeBron: i gialloviola cadono anche con Cleveland 101-95.

GOLDEN STATE WARRIORS-DALLAS MAVERICKS 119-114
Un vero e proprio show. Quando Steph Curry decide di giocare su questi livelli, è letteralmente impossibile per chiunque cercare di fermarlo. La stella dei Golden State Warriors disputa una partita mostruosa, chiudendo con 48 punti (17/32 dal campo, 11/19 da tre, 6 rimbalzi e 5 assist) e 11 triple, compresa quella che chiude i giochi a 42 secondi dalla sirena finale. Nonostante i 26 punti, 6 rimbalzi e 5 assist del solito Luka Doncic, Dallas non può arginare lo tsunami del due volte MVP e deve arrendersi 119-114. Eppure, i Mavericks hanno il merito di non essersi fatti abbattere dalla prova balistica di Curry e di averci provato fino alla fine, sprecando addirittura un paio di occasioni per provare a ripetere l'impresa di due mesi fa quando, però, i campioni Nba erano privi di Curry e Green. Che pure è decisivo con la stoppata ai danni di Jalen Brunson dopo la bomba del numero 30. Oltre ai 28 di Curry, Golden State ne trova 28 da Kevin Durant e 16 da Klay Thompson (9 dei quali nell'ultima frazione di gioco). Tra le fila del Mavs, chiudono in doppia cifra anche Harrison Barnes (ex della partita), che ne mette 22, e DeAndre Jordan, che ai 13 punti aggiunge anche 14 rimbalzi.

WASHINGTON WIZARDS-TORONTO RAPTORS 140-138 (2OT)
Una maratona di 58 minuti. Tanto ci è voluto ai Toronto Raptors per piegare le resistenze dei mai domi Washington Wizards: 140-138 il punteggio finale. Una vittoria importante per i canadesi, che mantengono la testa della Eastern Conference e il miglior record della lega. Eppure, sembrava poter essere tutto facile per i Raptors che, a metà del secondo periodo, vantavano già 23 lunghezze di vantaggio sui capitolini. A rimettere in carreggiata Washington, però, ci ha pensato un super Bradley Beal che, anche complice l'assenza di John Wall, per il quale la stagione è già finita, si è caricato la squadra sulle spalle, chiudendo con una prova monstre da 43 punti, 15 assist e 11 rimbalzi. A Beal risponde Kahwi Leonard, che ne mette 41, dominando alle due estremità del parquet. A chiudere definitivamente i conti nel secondo supplementare, però, è la tripla di Serge Ibaka, a 13 secondi dalla sirena. Otto Porter prova la replica per allungare ulteriormente la sfida, ma il suo tentativo finisce sul ferro. Da sottolineare anche la prova del solito, dominante Pascal Siakam: 24 punti con la bellezza di 19 rimbalzi (nuovo massimo in carriera). Da dimenticare, invece, quella di Satoranski che, dopo la tripla doppia contro Milwaukee, non riesce a ripetersi con i canadesi.

MILWAUKEE BUCKS-ATLANTA HAWKS 133-114
Al sofferto successo di Toronto risponde l'agevole vittoria di Milwaukee contro Atlanta (133-114), che permette agli uomini di Budenholzer di restare nella scia dei canadesi. Dopo tre quarti in cui non riescono a prendere il largo, i Bucks piazzano l'allungo decisivo nel finale, con i Falchi che non trovano più le energie per resistere all'urto e cedono sotto ai colpi di Giannis Antetokounmpo, tornato sul parquet dopo i problemi muscolari che lo avevano tenuto fuori nelle ultime partite. Il greco, in poco più di 30 minuti sul parquet, mette in cascina 33 punti, 6 rimbalzi, 4 assist e 3 palle rubate, che mettono il timbro sul successo stagionale numero 30 per Milwaukee. Alla prova del 'Greek Freak' si aggiunge quella di Eric Bledsoe, che chiude con 24 punti e 10 rimbalzi, e quella di Middleton, autore di 17 punti. Per gli Hawks, invece, il migliore è il rookie Trae Young, che chiude con 26 punti e 10 rimbalzi. In totale sono sei i giocatori in doppia cifra per Atlanta, compreso il solito John Collins (13 punti e 11 rimbalzi), una delle sorprese migliori nella stagione non certo da incorniciare degli Hawks.

NEW YORK KNICKS-PHILADELPHIA 76ERS 105-108

Reduci da tre sconfitte consecutive (ben 7 quelle casalinghe), i New York Knicks volevano provare a invertire la rotta contro Philadelphia al Madison Square Garden. Le cose, però, si mettono subito male per i padroni di casa, che vengono travolti in avvio di partita dal parziale di 17-2 dei Sixers, che smorza immediatamente gli entusiasmi del pubblico. Il moto d'orgoglio dei Knicks arriva solo nel terzo periodo, grazie alla miglior prestazione in carriera di Kevin Knox. Nonostante si trovi davanti un cliente scomodo come il ruvido Joel Embiid, il rookie gioca una partita di enorme personalità, chiudendo con 31 punti e 7 rimbalzi e meritandosi gli applausi convinti del Garden. E pensare che i Knicks avrebbero anche la chance di forzare l'overtime, ma il disperato tentativo di Mudiay sulla sirena finisce corto sul primo ferro. Per i Sixers, da segnalare la prova di del centro camerunense, che chiude con 26 punti e 8 rimbalzi nonostante le basse percentuali al tiro (9/24 dal campo) e quella di Ben Simmons, che sfiora la tripla doppia con 20 punti, 22 rimbalzi e 9 assist. Oltre al massimo in carriera di Knox, New York trova 23 punti da Luke Kennard e 19 da Emmanuel Mudiay. Philadelphia resta al quarto posto a Est, mentre New York non si schioda dalla penultima posizione e vede avvicinarsi pericolosamente anche Cleveland.

ORLANDO MAGIC-HOUSTON ROCKETS 116-109
Continua il viaggio in altalena degli Houston Rockets, un giorno la miglior squadra della lega, quello successivo solo una brutta copia. Nonostante i 38 punti di James Harden, ormai giunto alla sua sedicesima partita consecutiva sopra i 30 punti, che pareggia la striscia di Kobe Bryant, i razzi texani devono alzare bandiera bianca contro Orlando 116-109. I padroni di casa, infatti, giocano una partita maschia, senza fronzoli, con una pressione difensiva che costringe il 'Barba' a tirare con un pessimo 1/17 dall'arco dei 3 punti. Il protagonista tra le fila di Orlando è il centro montenegrino Nikola Vicevic, che chiude con 22 punti ed è l'autore delle giocate decisive nel finale. Fondamentale anche l'apporto di Aaron Gordon (22 i punti anche per lui alla sirena), che permette di rimontare le 7 lunghezze di svantaggio. Aumentano i rimpianti per i Rockets, che restano al sesto posto nella Western Conference con lo stesso record dei Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari. Oltre ai 38 di Harden, per i texani ne arrivano 25 da Austin Rivers e 17, conditi con 10 rimbalzi dal solito Clint Capela.

DENVER NUGGETS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 116-113

I Portland Trail Blazers sono una squadra vera: contro Denver, la miglior formazione della Western Conference, ne arriva l'ennesima dimostrazione. A uscire vincitori dalla sfida del Pepsi Center sono i Nuggets (116-113), ma i Lillard e compagni hanno il merito di averci creduto fino alla fine. Mike Malone, però, può contare sul contributo di un giocatore unico, che nessun'altra squadra della Nba ha a disposizione: Nikola Jokic. Il centro serbo, contro il suo ex compagno Jusuf Nurkic, sfodera una prestazione da consegnare ai posteri: 40 punti, 10 rimbalzi e 8 assist, sfiorando la tripla doppia e fermandosi a una sola lunghezza dal proprio massimo in carriera. Agli ospiti non sono bastati i 26 punti di Damian Lillard, ai quali si aggiungono i 18 del compagno di merende Cj McCollum. A fare la differenza in un finale tiratissimo sono stati i 4 punti di Jokic, decisivo soprattutto quando la palla pesa. Inutile il tentativo di forzare l'overtime di Lillard, con la palla che non trova il fondo della retina. I Nuggets si confermano così al primo posto della Western Conference in attesa della super sfida con i Golden State Warriors che servirà per testare le reali ambizioni dei ragazzi terribili di coach Malone.

LOS ANGELES LAKERS-CLEVELAND CAVALIERS 95-101
Doveva essere una delle partite più attese della stagione, quella che avrebbe messo LeBron James contro il proprio recentissimo e vincente passato. E invece, per uno scherzo del destino che ha costretto il 'Re' a restare fermo ai box, quella tra Los Angeles Lakers e Cleveland Cavaliers si è trasformata in una (brutta) partita tra due squadre nel pieno della crisi. A uscire vittoriosa dalla Staples Center è Cleveland, che pone fine a una striscia di dodici sconfitte consecutive (la più lunga di tutta la Nba) e complica il destino dei Lakers, che ora vedono riavvicinarsi in classifica tutte le pretendenti all'ottavo posto della Western Conference. Per i gialloviola, troppo fallosi al tiro (7/34 dalla lunga distanza), non possono bastare i 29 di Kuzma e i 22 di Ingram. Per Cleveland, invece, da sottolineare la prova da 20 punti di Cedi Osman, a cui si aggiungono le doppie doppie di Alec Burks (17+13) e Tristan Thompson (15+14). Dopo 10 partite, il bilancio della versione 2018/2019 dei Lakers senza LeBron è terrificante: 3 vittorie e 7 sconfitte che rischiano di mettere seriamente in discussione la partecipazione ai playoff. C'è bisogno del 'discorso del Re' o forse solo che James torni ad allacciarsi le scarpette.

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