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Nba, cadono i giganti: Milwaukee, Houston e Dallas ko, Indiana espugna San Antonio  

I Bucks perdono per la seconda volta in stagione a Miami, ritorno amaro a New York per D'Antoni

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Nottata di giganti che cadono in Nba: i Bucks perdono infatti a Miami, che già era stata in grado di batterli a inizio stagione. Finisce 105-89, battuta a vuoto per Giannis Antetokounmpo, che non va oltre i 13 punti personali. Ko anche Houston, sconfitta per 125-123 a New York dai Knicks (non succedeva dal 2009), mentre Chicago sorprende Dallas (109-107). Male gli Spurs: a San Antonio Indiana vince 111-116 e Marco Belinelli non sigla punti.

MIAMI HEAT-MILWAUKEE BUCKS 105-89
Tenere Milwaukee sotto i 100 punti quest'anno rappresenta una mezza impresa già di per sé, batterla è ancora meno banale dato che di 61 partite ne ha perse solo 9. E se scopriamo che, di queste 9, due sono arrivate contro lo stesso avversario è chiaro che questo avversario ha qualcosa di speciale. Si tratta di Miami, alla terza vittoria consecutiva in altrettante partite giocate tra le mura amiche. Ma la più importante delle quali è certamente quella ottenuta contro i Bucks, che vedono Giannis Antetokounmpo fermarsi a quota 13 punti per il suo minimo stagionale (nonostante, con 15 rimbalzi, arrivi l'ennesima doppia doppia). La realtà è che gli Heat dominano a piacimento i formidabili avversari, controllando agevolmente le operazioni per tutto il secondo tempo e mandando ben sei giocatori in doppia cifra. I migliori sono Jimmy Butler e Jae Crowder che arrivano a 18, senza un vero mattatore: ulteriore riprova di una vittoria, quella dei ragazzi della Florida, ottenuta grazie al collettivo nei confronti dei Bucks che pure fanno registrare il top scorer di serata (Brook Lopez che arriva a 21 punti).

SAN ANTONIO SPURS-INDIANA PACERS 111-116
Male San Antonio, malissimo Marco Belinelli. Questa la sintesi estrema di ciò che avviene all'AT&T Center, dove i Pacers ottengono una vittoria che pesa parecchio in ottica playoff, complicando non poco invece i piani dei texani: Memphis è in linea teorica ancora raggiungibile, ma la corsa andrebbe fatta anche su Portland, New Orleans e Sacramento, attualmente tutte davanti. Quasi impossibile pensare di risorpassarle di nuovo tutte. I Pacers partono alla grande nel primo tempo, in particolare nel secondo quarto in cui martellano i padroni di casa con 40 punti, quindi resistono alla rimonta Spurs dopo l'intervallo lungo e vanno a vincere con un risicato +5. Fondamentale Malcolm Brogdon con i suoi 26 punti, mentre i 24 di Patty Mills non evitano l'ottavo ko nelle ultime 11 uscite degli Spurs. Che oltretutto riescono a far segnare ognuno dei giocatori scesi in campo a parte uno: Marco Belinelli, che ha sì solo 5 minuti e 46 secondi per mettersi in mostra, ma durante i quali tenta a malapena una tripla. E la sbaglia.

NEW YORK KNICKS-HOUSTON ROCKETS 125-123
Trasferta facile? Neanche per sogno. Mike D'Antoni trova una brutta sorpresa in quello stesso Madison Square Garden che a lungo è stato la sua casa, e i Rockets perdono al cospetto di una versione rivitalizzata dei Knicks (che vincono per la seconda volta di fila). I Rockets perdono la partita già nel primo tempo, in cui concedono ben 73 punti ai padroni di casa che mordono in particolare a rimbalzo e mandano RJ Barrett a quota 27 punti. Si ferma a 24 per i texani Russell Westbrook, mentre il solito James Harden arriva a 35 pur in una partita in cui sbaglia molto (in particolare da tre, come la sua percentuale di 3/13 suggerisce senza tema di smentite). E New York può festeggiare la sua prima vittoria casalinga su Houston dal 2009: all'epoca in panchina c'era D'Antoni, nessuno penserà che sia un caso...

CHICAGO BULLS-DALLAS MAVERICKS 109-107
Uno di quei successi che, se non fosse che non mette in palio niente, meriterebbe un film o anche solo uno speciale televisivo: è quella dei Bulls contro i Mavericks, una delle squadre più belle dell'attuale Nba che cade sul campo di una piazza che di grande basket se ne intende, ma non lo vede da troppo tempo. E si ritrova a fine partita a festeggiare una vittoria dal copione quasi troppo perfetto per essere vero. Chicago si ritrova infatti ad affrontare Luka Doncic e compagni senza nemmeno la propria stella Zach LaVine, ma assiste al grande riscatto di Otto Porter: in campo per la prima volta addirittura dal 6 novembre, per lui arriverà una serata da protagonista culminata in 18 punti. Ma in generale è tutta la squadra a provare a dare il proprio contributo, con Coby White che aggiunge 19 punti e Denzel Valentine che ne fa registrare 17. Eppure Dallas è forte, e recupera dal -8 al -1 nell'ultimo mezzo minuto di partita. Le stelle Tim Hardaway Jr (26 punti) e Luka Doncic (23) però stavolta non bastano, e addirittura lo sloveno sbaglia il tiro della vittoria. Che invece sorride a Chicago, trovatasi senza quasi rendersene conto protagonista di una partita che sembra un romanzo.

CLEVELAND CAVALIERS-UTAH JAZZ 113-126
Sembra definitivamente ripartita la corsa di Utah, che grazie al ko di Houston rivede anche la possibilità di riprendersi il quarto posto a Ovest. Fin troppo facile la trasferta di Cleveland, sul campo del fanalino di coda della Eastern Conference e al cospetto di una squadra la cui crisi sembra sempre più profonda. I Cavaliers dispongono infatti al momento di appena 9 giocatori e coach Bickerstaff ne manda peraltro in campo solo 7: encomiabile la prova di Collin Sexton che mette a referto 32 punti, seguito dai 22 di Kevin Love. Dall'altra parte però ci sono Bojan Bogdanovic (28), Rudy Gobert (20) e Donovan Mitchell (19). C'è soprattutto ancora un grande obiettivo ancora da centrare, e la volontà di andare fino in fondo. Tutto il contrario di ciò che sta avvenendo in Ohio, dove pure appena due anni fa ci si giocavano le Nba Finals: sembra passato un secolo.

ATLANTA HAWKS-MEMPHIS GRIZZLIES 88-127
Tanti li guardano, visto che il loro ottavo posto in Western Conference è tutt'altro che scolpito nella pietra e alimenta i sogni playoff delle inseguitrici. Sta di fatto che i Grizzlies non sembrano avere più intenzione di perdere punti per strada e dopo aver battuto in casa i Lakers raccolgono un'altra vittoria fondamentale in quel di Atlanta. Per Memphis è il secondo successo consecutivo dopo un periodo decisamente complicato e una discreta fetta di merito è di Gorgui Dieng, che mette a referto 17 punti e 10 rimbalzi all'interno di una partita in cui sono ben nove i giocatori ospiti a raggiungere la doppia cifra (da rimarcare i 12 di un Anthony Tolliver appena assunto dalla franchigia del Tennessee). Rimane ampiamente negativo invece il record degli Hawks che non sembrano proprio riuscire a dare continuità alle proprie prestazioni: rimangono quindi ancora una volta solo due le vittorie consecutive, e Trae Young in questo caso non basta a dare una scossa ai suoi fermandosi ad appena 19 punti. Che lo rendono comunque top scorer di serata, senza però smuovere la classifica di una squadra che di 63 partite ne ha perse ben 44.

ORLANDO MAGIC-PORTLAND TRAIL BLAZERS 107-130
Continuano invece a sperare nei playoff i Blazers, che riprendono l'inseguimento a Memphis dopo un filotto di tre ko consecutivi che avevano messo quasi a repentaglio la missione. All'Amway Center continua a mancare Damian Lillard, così ci pensa CJ McCollum a trascinare Portland dall'alto dei suoi 41 punti. Fondamentale anche Gary Trent, che di 24 ne realizza 14 nel solo quarto periodo che decide la vittoria degli ospiti (38-19 il parziale negli ultimi 12 minuti). E continua con il fiato corto il cammino di Orlando, sempre settima a Est anche grazie all'andamento lento di chi insegue. In casa Magic, dove manca Aaron Gordon, incidono Nikola Vucevic con 30 punti e Terrence Ross con 23, ma per la seconda volta consecutiva arriva una sconfitta. Il record da inizio stagione è ampiamente negativo (27-34), ma per centrare la post-season sembra bastare.

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