Il greco dei Bucks ancora protagonista fissa una nuova serie di record, ma a sorpresa l'uomo della notte è Tony Snell dei Pistons
Per la prima volta in questa stagione i Los Angeles Clippers cadono allo Staples Center, dove vincono i Milwaukee Bucks (129-124): protagonista un Giannis Antetokounmpo da record e che piazza un'altra doppia doppia con 38 punti e 16 rimbalzi. Ne fa 36 James Harden per i Rockets, che battono per 129-112 una Golden State sempre più in difficoltà. Pazzesco Tony Snell a Detroit: 6/6 da tre punti, è il nono della storia della Nba a riuscirci.
LOS ANGELES CLIPPERS-MILWAUKEE BUCKS 124-129
Se prima o poi la prima sconfitta dei Clippers sul parquet amico dello Staples Center doveva arrivare (ed è arrivata già all'ottava partita stagionale), fa certamente effetto il fatto che a vincere a Los Angeles siano i Bucks in un confronto che tanti ritengono una potenziale Nba Finals anticipata. Il vero, grande dispiacere è che i californiani debbano rinunciare a Kawhi Leonard, con la grande sfida tra stelle con Giannis Antetokounmpo che vede il greco in campo senza ritrovarsi di fronte l'altro Mvp in carica. Il risultato è che l'uomo simbolo di Milwaukee giganteggia dall'alto di una doppia doppia composta da 38 punti (massimo stagionale) e 16 rimbalzi: per lui è già una stagione da primato, dato che in otto paartite ha sfondato il muro dei 200 punti, 100 rimbalzi e 50 assist, e nessuno in Nba ci era mai riuscito. La franchigia del Wisconsin prevale però anche grazie ai 24 punti di George Hill e i 20 di Eric Bledsoe, anche perché i Clippers non sono certo solo Leonard: lo dimostrano Lou Williams e Montrezl Harrell, entrambi a quota 34 punti e in doppia doppia. Lo dimostra anche la rimonta losangelina dai -17 del secondo quarto al sorpasso nel terzo. Ma questa volta allo Staples Center è la notte dei Bucks. E di Antetokounmpo.
HOUSTON ROCKETS-GOLDEN STATE WARRIORS 129-112
In un tempo non lontano quella tra Houston e Golden State sarebbe stata una tra le sfide più stuzzicanti dell'intera Western Conference, ma la realtà oggi vede i Warriors come la penultima forza a Ovest e anche i texani come una squadra dal record a malapena positivo ma decisamente più in salute rispetto agli avversari, così la notte del Toyota Center si trasforma in una sorta di passerella per il solito James Harden: il Barba si scatena, realizzando 36 punti e abbinandoli a 13 assist in una vittoria che per i Rockets si rivela mai in discussione dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato: nella ripresa infatti i padroni di casa si scatenano, superando più volte i 20 punti di divario grazie ad altre due doppie doppie (Tucker 22+11, Capela 19+16) e al ritorno ad alti livelli di Russell Westbrook, che infila 18 punti e 8 rimbalzi. Ancora lontanissimi da un livello accettabile invece i Warriors, che devono aggrapparsi a volti nuovi come quello di Alec Burks (28 punti) o del rookie Eric Paschall (19), ma è chiaro che per le recenti abitudini del pubblico californiano non può e non deve bastare.
TORONTO RAPTORS-SACRAMENTO KINGS 124-120
Dopo due vittorie che avevano raddrizzato un inizio di stagione da profondo rosso, i Kings tornano a cadere in quel della Scotiabank Arena. Ma se non altro possono dire a se stessi di essere riusciti a spaventare i campioni Nba in carica. Toronto rischia infatti di perdere una partita in cui si erano ritrovati sul +15 e chiusa invece in affanno e con appena 4 lunghezze di vantaggio su un'avversaria che vuole fare di tutto per ripresentarsi ai quartieri alti della Nba. Ai Raptors serve quindi una prestazione di livello da parte di tutte le sue star in campo, da Kyle Lowry (24 punti) a Pascal Siakam (23+13 rimbalzi). Decisivo è però anche Serge Ibaka, che parte dalla panchina e chiude il match con 21 punti, di cui 10 fondamentali nel quarto periodo. Nella stessa frazione ne ha però messi 13 Bogdan Bogdanovic (in una serata da 22 punti) e Sacramento si è anche presa il lusso di mandare Harrison Barnes a quota 26 punti (top scorer di serata e massimo stagionale personale). E i californiani se ne tornano a casa forti anche di un record di 20 triple a segno, eguagliando il primato di franchigia. I Kings implacabili dall'arco: un dettaglio che dalle parti di Sacramento potrebbe riportare alla mente dolci ricordi quasi dimenticati...
UTAH JAZZ-PHILADELPHIA 76ERS 106-104
Attenzione, Philadelphia: qualcosa si è rotto. I Sixers, che fino a domenica dominavano incontrastati a Est forti delle loro 5 vittorie in 5 partite, trovano a Salt Lake City il secondo ko consecutivo dopo quello di Phoenix e vengono ora risucchiati a centrogruppo nel gruppone di chi lotta per i playoff. Merito di una prestazione solida da parte dei Jazz, che dopo il -8 accumulato sul parquet amico già nel corso del secondo quarto riescono a trovare la quadra e rimontano fino a trascorrere una ripresa sempre in vantaggio, resistendo alla tardiva rimonta degli ospiti. Donovan Mitchell piazza 24 punti, ma sono in cinque in doppia cifra (da segnalare i 20 di Bogdanovic e il 14+16 di un Gobert di nuovo in doppia doppia), segnale che la macchina Utah funziona a meraviglia. Fronte Phila è sontuosa la prova del rientrante Joel Embiid (27 punti e 16 rimbalzi), ma anche Josh Richardson fa il suo arrivando a quota 24 punti. Le percentuali di squadra al tiro e al rimbalzo sono però fin troppo basse, e spiegano questo inatteso crollo di chi sembrava avere in mano la Eastern Conference.
DALLAS MAVERICKS-ORLANDO MAGIC 107-106
I Mavericks si aggrappano al solito immenso Luka Doncic e si aggiudicano una partita tutt'altro che banale, con Orlando che già nel primo quarto si porta su un eloquente +10 (avviene sul 20-10) e per tutta la durata del secondo periodo dell'American Airlines Center conduce sui texani. Poi però è lo sloveno, ormai signore e padrone di Dallas, a prendere il controllo delle operazioni, come dimostrato da una partita caratterizzata da 27 punti, 7 rimbalzi e 7 assist. Da rimarcare anche il ritorno a grandi livelli di J.J. Barea, tornato a disposizione di coach Carlisle per la prima volta dopo il lungo stop per la rottura del tendine d'Achille e capace di dare la scossa ai suoi nel momento più delicato della partita, nei minuti precedenti all'intervallo lungo, con tre canestri dall'arco uno dopo l'altro. Dall'altra parte non mancano i rimpianti per i Magic, che mettono a referto 23 punti con Aaron Gordon e una doppia doppia con Nikola Vucevic (19+11), ma non riescono a resistere al ritorno dei Mavs e nonostante gli ultimi minuti siano di fuoco si arenano a -1 dalla nuova minirimonta.
MEMPHIS GRIZZLIES-MINNESOTA TIMBERWOLVES 137-121
Memphis rialza la testa e trova la fondamentale seconda vittoria di un inizio stagionale da profondo rosso. Lo fa contro un'avversaria mai banale come Minnesota, piegata in particolare da una prova maiuscola di Dillon Brooks: per lui 31 punti e la firma indelebile sul decisivo parziale di 10-2, quello che indirizza la partita e i cui punti hanno un solo e unico autore. I Grizzlies possono comunque applaudire anche la priva di Ja Morant, che di punti ne mette a referto 26 in appena 25 minuti di gioco, e soprattutto se stessi per non essere naufragati al cospetto di Karl-Anthony Towns: il gigante dominicano trova 25 punti e 13 rimbalzi ma non riesce a incidere, al pari di Andrew Wiggins che di punti ne mette 30. Il vero problema dei T'Wolves, al momento, è in difesa: risolto questo si potrà pensare a tramutarsi in una mina vagante della Western Conference, ma non prima.
DETROIT PISTONS-NEW YORK KNICKS 122-102
Due tra le grandi, eterne deluse della Eastern Conference si scontrano alla Little Caesars Arena e a prendersi i titoli di testa è il protagonista meno atteso: stiamo parlando di Tony Snell, più o meno anonima guardia alla prima stagione in Michigan dopo aver fatto il suo a Milwaukee nei precedenti tre anni e che riesce in qualcosa che ha solo otto precedenti nell'intera storia della Nba. Per lui arriva infatti una serata da 27 punti, ma soprattutto con una percentuale immacolata al tiro: 9/9, che diventa un 6/6 guardando i soli tentativi dall'arco (e proprio quest'ultimo rappresenta il record di cui sopra). Nessuno peraltro c'era mai riuscito con i colori di Detroit, e così i Pistons piegano la non certo coriacea resistenza degli Knicks, che rimangono fermi a una vittoria dopo 8 partite giocate. C'è anche un Andre Drummond in doppia doppia (27 punti e 12 rimbalzi), cui New York prova a rispondere con i 20 punti di Julius Randle e i 18 di Marcus Morris (che perde anche la sfida tutta in famiglia con il gemello Markieff, che ne fa 22 per Detroit). La sensazione è che anche quest'anno nella Grande Mela ci sarà da penare.
ATLANTA HAWKS-CHICAGO BULLS 93-113
C'è vita in casa Bulls. Chicago si mette alle spalle la sconfitta contro Indiana (grave) e quella interna con i Lakers (sfortunata) e sorprende gli Hawks alla State Farm Arena, andando a mettere il fiato sul collo in classifica proprio alla franchigia della Georgia. I Bulls riavvolgono forse il nastro della propria memoria e iniziano la partita travolgendo gli avversari, che si ritrovano su un inspiegabile 19-33 già in chiusura del primo quarto. Inspiegabile considerando anche la recente vittoria su una certa San Antonio, ma soprattutto guardando i numeri dall'arco: di 30 conclusioni dai 3 punti tentate, solo 6 vanno a segno. Bassi anche in generale i numeri al tiro per Atlanta, dato che nessuno va oltre i 18 punti di Jabari Parker e i 14 dell'immarcescibile Vince Carter. Dall'altra parte però Chicago ne trova ben 27 con Tomas Satoransky, al massimo in carriera. E adesso gli Hawks si ritrovano al di fuori della zona playoff, proprio al termine della serata in cui pensavano di ultimare il loro salto di qualità.
INDIANA PACERS-WASHINGTON WIZARDS 121-106
I Pacers riportano il loro record in perfetta parità battendo senza particolari grattacapi Washington, al termine di una sfida già ampiamente indirizzata prima ancora dell'intervallo lungo. Grande protagonista è TJ Warren con i suoi 21 punti, ma è da sottolineare il ritorno in campo di Domantas Sabonis, che nel recente tour de force di Indiana (tre partite giocate nell'arco di quattro giorni) ne aveva saltate due per infortunio. Il lituano fa il suo con una doppia doppia da 13 punti e 17 rimbalzi, mentre gli Wizards possono solo sorridere grazie a Bradley Beal, top scorer di serata con i suoi 30 punti. Per il resto Thomas Bryant si prende una doppia doppia da 20+11, ma la squadra fa acqua da tutte le parti: lo dimostra il secondo quarto, iniziato in vantaggio e concluso sul -8 dopo aver concesso 44 punti (massimo stagionale). E con il quarto ko nelle ultime cinque il cielo sopra la Capitale inizia a farsi veramente grigio.