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Mannion: "Sto bene a Varese, non conosco il futuro". Bialaszewski ai saluti 

Dopo l'abbraccio di fine stagione con i tifosi, il Red Mamba ha parlato dei suoi mesi a Varese e del futuro. "Amo Varese con tutto il mio cuore, mi sento a casa, ma non so cosa succederà". Il club dovrebbe cambiare coach: Mandole al posto di Bialaszewski

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Mannion: "Sto bene a Varese, non conosco il futuro". Bialaszewski ai saluti  - foto 1
© IPA

Sono ore decisive per il futuro a Varese, che dovrebbe cambiare guida tecnica: il successore di Bialaszewski dovrebbe essere Hernan Mandole, già nello staff del coach americano in questa stagione e in quello di Brase in quella scorsa. Nella giornata dedicata al saluto della squadra ai tifosi, infatti, Bialaszewski non c'era e tutti gli occhi sono inevitabilmente finiti addosso a Nico Mannion.

 Il Red Mamba a Varese è rinato, con prestazioni e giocate che sono scaturite dalla fiducia ritrovata. I numeri raccontano la sua stagione: Mannion guida la classifica della media punti (20.3 a partita), quella della valutazione (21.6 a gara) e quella dei falli subiti (6.2), mentre è secondo in quella degli assist (6.6, mentre Ennis guida a 6.7).

Non sorprendono, quindi, le nomination nelle categorie MVP del campionato e miglior italiano, che lo rendono orgoglioso del suo lavoro.

"È molto bello, personalmente rappresenta tanto, vengo da due anni difficili, come sappiamo. Essere in campo e far vedere quello che riesco a fare, vedere queste nomination è molto, molto bello".

Mesi di emozioni intense, generate da un grande legame con la città e la tifoseria.

"Le emozioni che vengono dai tifosi son bellissime. Si vede che questa città vive per il basket. Si sente al palazzetto, si sente in città, ovunque sei: si percepisce l'amore per il basket".

Il Red Mamba fa fatica a trovare un momento preciso che rappresenti il punto più alto della stagione.

"È difficile trovare un momento specifico, son stati quattro mesi bellissimi, con le vittorie e con le sconfitte. Per me stare in campo è stata la cosa più bella. Ci siamo salvati ed è una grande cosa, la più importante. Ora vogliamo di più della salvezza". 

Parole figlie anche del retrogusto amaro per il mancato piazzamento playoff, con la voglia continua di migliorarsi, anche a livello di squadra.

"Certo, si può sempre fare di più, si può sempre migliorare qualcosa. Il primo obiettivo era la salvezza e l'abbiamo centrato. Abbiamo avuto alcune partite per poter essere vicini ai playoff, ma non le abbiamo vinte".

A occupare i pensieri di tutti, dei tifosi di Varese in primis, c'è il suo futuro.

"Vediamo, non so nemmeno io cosa mi aspetta. Amo Varese con tutto il mio cuore. Qui ho ritrovato l'amore per il basket, Varese ha un posto speciale nel mio cuore. Un posto speciale per i tifosi, per tutta la gente di Varese. Non posso dirti se vado altrove, se resto, ma posso dirti che mi piacerebbe restare qui. Mi piace un sacco la città, il club. Hanno fatto tantissimo per me. Luis (Scola, ndr), il general manager, tutto lo staff: hanno già fatto tutto il possibile per me. Mi sento a casa, in famiglia, stanno facendo un ottimo lavoro".

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