Individuare il segreto di Brescia, capolista con continuità, è impossibile: la forza della squadra di coach Magro è il collettivo, in grado di esaltare diversi protagonisti. C'è però, tra tanti, una grande certezza e un grande comun denominatore nelle vittorie della Germani: Miro Bilan. Il suo rendimento, in termini di continuità, è quello che più rispecchia il cammino da battistrada della squadra, che proverà a difendersi dall'attacco di Bologna e Milano nelle ultime giornate, per affrontare i playoff nella miglior postazione possibile.
"Sono qui per vincere qualcosa": il centro croato, ad agosto, si era presentato così. Sfumata la riconferma della Coppa Italia, alla Germani resta il grande sogno scudetto. Se quest'ambizione è credibile, nonostante le due grandi favorite, è anche per l'apporto in campo di Bilan. La sua presenza è diffusa nel quadro generale dei migliori del campionato: secondo per rimbalzi (solo Ogbeide fa meglio di lui, ma Bilan primeggia nei rimbalzi offensivi) e per valutazione con 19.3 di media (la stessa di Rayjon Tucker, dietro a Mannion), quarto nella classifica di tiro dal campo, con 61.8, mentre in quella generale si posiziona di nuovo al secondo posto (61.1, sempre dietro a Ogbeide).
Numeri che raccontano le sue caratteristiche, il suo gioco e il suo livello: Bilan è una colonna portante nella struttura di gioco ben costruita da Alessandro Magro e un problema, visto da un'altra prospettiva, per le altre squadre, costrette a studiare un sistema per limitarlo e, di conseguenza, concedendo più spazi alle altre possibilità della Germani. Come a dire: i numeri raccontano solo l'impatto diretto del croato, che ne ha uno generale, sulla squadra e sui compagni, molto più importante.
La sua miglior prestazione è arrivata contro Varese, quando ha scritto un nuovo record per questo campionato: 42 di valutazione, un dato mostruoso (lo stesso Pinkins alla quarta giornata).
Oltre alle sue specialità, poi, ci sono i colpi eccezionali, nel senso stretto del termine: l'esempio perfetto è la tripla che, di fatto, ha deciso la grande sfida con Milano a dicembre: da fuori ci ha provato solo 6 volte, mettendo due canestri, tra cui quello.
Giocate che conserva per i momenti caldi, quelli in cui si decide una partita: altri, sicuramente, li conserva per la post season.
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