Nba: gli Spurs di Belinelli passano a Memphis, i Lakers ancora sconfitti

L'azzurro mette 11 punti nel successo per 108-107 sui Grizzlies, a LA non basta la tripla doppia di LeBron contro gli Hawks

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Ora è ufficiale: i Lakers sono in crisi. Contro Atlanta arriva la settima sconfitta nelle ultime 10 partite (113-117), che allontana LA dai playoff. Ai gialloviola non basta nemmeno la tripla doppia di un super LeBron. Tornano al successo, invece, gli Spurs di Belinelli (11 punti), che passano a Memphis 108-107. Vittorie per Boston e Golden State. I Celtics superano Philadelphia 112-109 grazie ai 26 di Hayward, gli Warriors piegano Utah 115-108.

ATLANTA HAWKS-LOS ANGELES LAKERS 117-113
"In tanti non hanno mai giocato i playoff, non è una cosa che posso insegnare". Con queste parole LeBron James mette (forse) la pietra tombale sulla stagione dei Los Angeles Lakers, mai così lontani dai playoff da quando il ‘Re' è approdato in città. I gialloviola si arrendono anche agli Atlanta Hawks 117-113, incassano la seconda sconfitta consecutiva (la settima nelle ultime 10 partite) e complicano ancora di più la corsa per l'ottavo posto a Ovest. Ai Lakers non basta nemmeno la prova superlativa di un super LeBron James che chiude in tripla doppia: 26 punti, 11 rimbalzi e 16 assist. Il 'Re' resta sul parquet 43 minuti e cerca in tutti i modi di mettere in ritmo i propri compagni, senza però trovare il giusto supporto. I migliori, tra gli scudieri di James, sono Kyle Kuzma e Brandon Ingram, che chiudono con 19 punti a testa. A questi si aggiungono i 15 del neoarrivato Reggie Bullock e i 26 della coppia Rondo-Caldwell Pope. Dall'altra parte, Atlanta gioca tre quarti di grande pallacanestro, ma poi si inceppa nel quarto periodo, scoprendo il fianco alla possibile rimonta dei gialloviola. Che non arriva. Il migliore in casa Hawks è il solito Trae Young, che gioca una partita di grande maturità cestistica, chiudendo con 22 punti, 14 assist e un paio di canestri pesanti nel finale, che spengono le velleità di rimonta degli uomini di Luke Walton. A questi, si aggiungono anche i 22 di John Collins e i 17 di Taurean Prince. Una sconfitta inattesa e pesantissima per i Lakers, che tornano sotto al 50% di vittorie e scivolano al decimo posto della Western Conference, a due partite e mezzo di distanza dalla mina vagante Sacramento, ottava.

MEMPHIS GRIZZLIES-SAN ANTONIO SPURS 107-108
I San Antonio Spurs mettono fine alla striscia di quattro sconfitte consecutive e trovano un successo in volata contro i Memphis Grizzlies: 108-107 il punteggio finale. C'è la firma di LaMarcus Aldridge nella seconda gioia del 'Rodeo trip' degli Speroni: l'ex Portland Trail Blazers chiude con 22 punti, ma ha il merito di realizzare tutte le giocate decisive nel finale, compresa la tripla che, di fatto, stende i Grizzlies. I neroargento rispettano di diktat di coach Popovich e puniscono Memphis dall'arco dei 3 punti, mandando a segno la bellezza di 13 triple sui 21 tentativi di squadra. Di queste, quattro sono griffate da Davis Bertans, che chiude con 17 punti e un perfetto 4/4 dall'arco. Gli Spurs trovano anche un prezioso contributo da parte di Patty Mills, che ne mette 22 uscendo dalla panchina, e da Marco Belinelli, che si ferma a quota 11 con 4/10 dal campo. Una vittoria sofferta, che arriva contro un avversario che non ha più nulla da chiedere alle propria stagione. Partita con ben altri obiettivi, Memphis sta facendo i conti con un'annata da incubo e un processo di re-building, che ha portato in città gente come Jonas Valanciunas e Avery Bradley. Proprio l'ex Los Angeles Clippers, chiamato a sostituire Mike Conley in cabina di regia, è il miglior marcatore, fermando il proprio tassametro a quota 33 punti e aggiungendoci anche 6 rimbalzi e 6 assist. Buona anche la prova del lituano, appena arrivato da Toronto, che firma una doppia doppia da 23 punti e 10 rimbalzi.

PHILADELPHIA 76ERS-BOSTON CELTICS 109-112
Tornano al successo i Boston Celtics, che cancellano l'incredibile rimonta subita contro i Los Angles Clippers con una bella affermazione contro Philadelphia: 112-109 il punteggio finale al Wells Fargo Center. Una vittoria ancora più preziosa per i biancoverdi perché consente di agganciare proprio i Sixers al terzo posto in classifica e, soprattutto, perché arriva senza l'infortunato Kyrie Irving (botta al ginocchio per lui contro i Clippers), sostituito da Terry Rozier in quintetto. La partita corre lungo i binari dell'equilibrio, con la squadra di coach Brad Stevens che si porta avanti di 6 lunghezze all'intervallo grazie alla tripla di Al Horford. La sfida si decide così in volata: Boston cerca di prendere il largo con i canestri di Gordon Hayward, ma per ben due volte viene punita dalle triple di Joel Embiid, che riportano i Sixers a contatto. A scrivere la parola fine sul match è ancora l'ex Utah Jazz, prima della preghiera di Jimmy Butler a 2.4 secondi dalla sirena finale, che viene sputata dai ferri del Wells Fargo Center. Alla sirena, sono 26 i punti per Hayward, il miglior marcatore tra le fila dei Celtics, uscendo dalla panchina. A questi si aggiungono i 23 (con 8 rimbalzi) di un ispirato Al Horford e la doppia doppia da 20 punti e 10 rimbalzi di Jayson Tatum. Dall'altra parte, non basta la solita prova monumentale di Joel Embiid, che chiude con 23 punti, 14 rimbalzi e una vibrante polemica con gli arbitri per un fallo non fischiato nel finale. Sono 22, invece, quelli raccolti da Jimmy Butler. Tutto il quintetto di coach Brett Brown chiude in doppia cifra, ma è troppo scarso il contributo che arriva dalla pancina, dove il solo T.J. McConnell sfiora la doppia cifra, fermandosi a 9 punti.

GOLDEN STATE WARRIORS-UTAH JAZZ 115-108
I Golden State Warriors calano il poker. Contro gli Utah Jazz arriva la quarta vittoria per i campioni Nba in carica, che si confermano la miglior squadra della Western Conference davanti ai Denver Nuggets. Pensare di sbancare la Oracle Arena è davvero complicato e, a farne le spese, questa volta sono i Jazz, che devono arrendersi 115-108, nonostante una modesta serata al tiro per uno specialista come Steph Curry. La stella degli Warriors si ferma a 24 punti, ma con uno scarso 8/19 dal campo. Meglio di lui fa Kevin Durant, che di punti ne mette 28, a cui aggiunge anche 7 rimbalzi. Sono 22, invece, quelli di Klay Thompson. Il numero 30 degli Warriors ha però il merito di propiziare, con due bombe dall'arco, l'allungo decisivo dei Guerrieri, che piazzano un break di 21-4 nell'ultima frazione di gioco, che spacca in due la partita. Utah, che nonostante una partenza choc (solo 14 i punti segnati nel primo quarto), era stata brava a rimettere la testa avanti all'inizio del quarto periodo, non riesce a resistere all'urto della squadra di Steve Kerr, che sale di colpi in difesa e poi punisce in transizione con penetrazioni fulminee o conclusioni da dietro l'arco dei 3 punti. Il migliore tra le fila dei Jazz è il solito Donovan Mitchell, che si conferma il go-to-guy dell'attacco di coach Quin Snyder, chiudendo con una prova da 25 punti. Da sottolineare anche la doppia doppia del gigante francese Rudy Gobert (13 punti e 16 rimbalzi), che si aggiudica il duello sotto alle plance con DeMarcus Cousins. Buona anche la prova di Ricky Rubio, che non ha vita facile contro Curry e Thompson, ma che chiude con 16 punti e 6 assist.

NEW ORLEANS PELICANS-ORLANDO MAGIC 88-118 
I Magic sono una delle squadre più calde della lega. Contro New Orleans arriva addirittura la quarta vittoria consecutiva, che permette di avvicinare in maniera sensibile l'ottavo posto nella Eastern Conference. I Pelicans, alle prese con lo spinoso caso Anthony Davis, non sono certo un avversario irresistibile e, così, Orlando ne approfitta per imporsi 118-88 senza nemmeno sudare troppo. La prova dell'Unibrow è lo specchio reale della situazione a New Orleans: solo 24 indolenti minuti sul parquet, senza nessuno squillo, e appena 3 punti a referto. Decisamente troppo poco per un giocatore che viaggi a quasi 29 punti di media in stagione e che, se sano e motivato, è in grado di seminare il panico in qualsiasi difesa. Partita mai in discussione, con la squadra di coach Steve Clifford, che piazza un parziale di 39-17 per aprire il match senza più voltarsi indietro. Sono ben quattro i giocatori che segnano almeno 20 punti per i Magic: il miglior marcatore è il solito Nikola Vucevic, che ne mette 25 a cui aggiunge anche la bellezza di 17 rimbalzi. 22, invece, quelli di Evan Fournier e 20 a testa per Aaron Gordon e Jonathan Isaac. Dall'altra parte, il solo a salvarsi è E'Twuan Moore, che ne mette 19. Sono 15, invece, i punti di Julius Randle, che ha il difficile compito di uscire dalla panchina e di rimpiazzare lo spento e svogliato Anthony Davis. Se queste sono le premesse, i Pelicans sono attesi da due mesi davvero di fuoco.

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