Nba, Durant leader vero: "Non arretriamo di un passo"

Il numero 35 di Golden State resta concentrato sulle Finals ed elogia il gruppo

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Il protagonista delle Nba Finals è sempre lui, Kevin Durant. Dopo i 33 punti e i 13 rimbalzi di Gara 2, vinta dai Golden State Warriors per 132-113, il numero 35 non fa proclami, ma risponde con basso profilo e spirito di squadra: "Ci preoccupa solo questa finale, il resto non conta. Viviamo giorno dopo giorno". Coach Kerr lo elogia: "La sua difesa è stata incredibile". Anche Green si inchina a Durant: “E' un MVP, uno dei migliori del mondo.”

Se Golden State Warriors ha portato a casa Gara 2 delle Nba Finals, molto lo deve a Kevin Durant. Il numero 35, nel 132-113 della Oracle Arena, ha messo a segno 33 punti, 6 assist e 13 rimbalzi, di cui 11 difensivi, con annessi 5 stoppate e 3 recuperi. Gara semplicemente perfetta, come sottolineato anche da coach Steve Kerr, al rientro in panchina dopo i problemi di salute. Le sue parole sono un continuo, e giustificato, elogio a Durant: "La sua difesa è stata incredibile, irreale. Lui è stato la chiave della partita insieme al sacrificio di Thompson e Iguodala su LeBron e Ivring".

La splendida partita in difesa di Durant è dovuta soprattutto alla serata storta di Draymond Green, autore di cinque falli personali che ne hanno limitato l'impiego in questa Gara 2. Il numero 23 esalta il suo compagno. "Dire che mi ha rimpiazzato bene è un'offesa. Lui non è un rimpiazzo, ma un MVP, uno dei migliori cestisti al mondo. Loro credevano di poter creare un mismatch mettendo Kevin Love su Durant. Ma lui non solo ha stoppato la conclusione, ma ha recuperato il pallone, attraversato tutto il campo e segnato un canestro incredibile. Sapevo che non avrebbe mollato quel pallone."

Il miglior attore protagonista di Gara 2, però, a fronte di una prestazione superba, si presenta ai microfoni con la calma e il basso profilo dei campioni. Nessun commento alla personale partita, ma un'esaltazione dello spirito di squadra. "Credo che Steph sia stato molto aggressivo, i suoi 14 tiri liberi ne sono il simbolo. Ha controllato bene la partita e gestito il ritmo. Klay Thompson è un giocatore completo, non contribuisce solo con il tiro: la sua difesa è stata eccezionale, ha anche preso 7 rimbalzi. Non ha mai avuto una statistica del genere". Sulla finale e il record di vittorie nei Playoff, il numero 35 non si sbilancia. "Non faccio nessun passo indietro. Ci preoccupa soltanto vincere questa serie, il resto non conta. Viviamo giorno dopo giorno. La nostra sfida è essere contemporaneamente aggressivi e giocare ogni azione in modo intelligente."

L'altro attore protagonista è stato Stephen Curry, autore di una tripla doppia con 32 punti, 11 assist e 10 rimbalzi. Nel terzo quarto, il numero 30 di Golden State ha messo a segno un canestro clamoroso, con annessa tripla finta a LeBron James. Ma una partita non si giudica da un solo canestro, secondo le sue parole. "Non siamo al Playground, non contano gli uno contro uno. Anzi, possono distrarre dalla vittoria finale. I Cavs chiudevano regolarmente gli spazi, costringendomi a palleggiare e muovermi per arrivare a canestro. Era una giocata importante per l'inerzia della gara. LeBron è un grandissimo difensore. Per segnare contro di lui devi inventarti qualcosa di speciale."

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