Il nuovo coach e presidente delle basketball operations dell'Olimpia: "Le aspettative sono molto alte, per vincere il campionato e arrivare i playoff d'Eurolega bisogna prepararsi al meglio"
All'Olimpia Milano è il giorno di Ettore Messina, nuovo coach e presidente delle basketball operations che si presenta in conferenza stampa: "Dopo cinque anni da assistente di Popovich volevo tornare ad allenare. Non avrei però accettato solo il ruolo di allenatore. Non mi sarebbe interessato. Allenare, scegliere e coordinare le persone mi piace. Ma sia chiaro: scelte le persone, poi mi occuperò di allenare come Popovich a San Antonio".
Sulla scelta di Milano.
"Non sapevo di un grande interesse in precedenza, almeno negli ultimi anni. Dopo cinque anni da assistente di Popovich, volevo tornare ad allenare. Provare a fare le cose con persone con cui credo di poter lavorare bene, è stato l’aspetto più importante. Non è un tema di controllo o di manie di potere: è solo non perdere energie in confronti senza la giuste prerogative".
Sulla mancata occasione di allenare una squadra in Nba.
"San Antonio era l'organizzazione con i valori più alti del lavoro d'insieme. Si è creata l'idea che potessi diventare un head coach: con alcune franchigie ci sono andato vicino. Non ci sono riuscito. Ma la scelta dell'Olimpia Milano è un altro discorso, non collegato. Certamente, se la proposta della dirigenza fosse stata solo allenare, non mi sarebbe interessato. Allenare, scegliere e coordinare le persone mi piace. Sia chiaro: scelte le persone, poi mi occuperò di allenare, come Popovich a San Antonio. Lui, scelti i collaboratori, ha poi solo l'ultima parola. Spero di non aver necessità di mettere un veto".
Cosa serve per fare un salto di qualità?
"Non credo sia utile guarda indietro. Per me questo è il giorno 1. Quello che bisogna fare è difendere come dei matti, passare la palla in attacco e prendersi le proprie responsabilità. Chi vince, difende, si passa la palla e hanno persone che si prendono la responsabilità".
Quali sono gli obiettivi?