BASKET NBA

Basket, Nba: Milwaukee fa 16 di fila, bene Lakers e Clippers, un Harden da urlo trascina Houston

Senza Antetokounmpo i Bucks dominano 127-112 i Pelicans di Melli (zero punti). Il Barba ne realizza 55 contro Cleveland, Leonard torna da protagonista a Toronto

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Milwaukee centra il 16° successo consecutivo in Nba stendendo per 127-112 i Pelicans di Melli (zero punti) nonostante l'assenza di Antetokounmpo. Harden realizza 55 punti nel 116-110 di Houston a Cleveland. I Lakers passano 96-87 a Orlando, i Clippers travolgono 112-92 Toronto: Leonard riceve l'anello del 2019 e “ringrazia” con 23 punti. Gallinari ne realizza 14, ma Sacramento batte Oklahoma.

MILWAUKEE BUCKS-NEW ORLEANS PELICANS 127-112
E con questa sono 16. Anche senza l'uomo-franchigia Giannis Antetokounmpo, fermato da un infortunio al quadricipite destro, Milwaukee (22-3) non conosce verbo diverso da “vincere”, avvicinando così il record di 20 realizzato nella stagione 1970-71. Match mai in discussione quello del Fiserv Forum, con i Bucks sul +23 dopo solo dieci minuti e mezzo, grazie a una tripla di George Hill. Pura gestione nel resto della gara: stessa distanza all'intervallo (69-46), con i Pelicans (6-19) autori di un terzo quarto orgoglioso (40 punti) e che tornano a -12 a fine partita, ma i Bucks non danno mai l'impressione di poter lasciarsi scappare il match. Per Nicolò Melli zero punti in sette minuti, il miglior realizzatore è J.J. Redick (New Orleans, 31 punti), seguito da Eric Bledsoe (Milwaukee, 29).

ORLANDO MAGIC-LOS ANGELES LAKERS 87-96
La sesta tripla doppia stagionale di LeBron James vale il 22esimo successo in campionato per i Los Angeles Lakers, alla miglior partenza degli ultimi 33 anni, avendo perso solo tre gare. Il Prescelto realizza 25 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. Numeri pesanti, perché James scardina la parità (71-71) con tre passaggi smarcanti e un layup, contribuendo dunque in prima persona al parziale di 10-0 che mette la partita sui binari gialloviola. Partenza-choc per Orlando, sotto 26-9 in un primo quarto da 17% al tiro: i Magic (11-13) vanno anche a -24, ma guidati dai 19 di Jonathan Isaac, da due triple di Evan Fournier e da un Mo Bamba solido (13 punti e 5/9 dal campo) riescono a ricucire, prima che fuoriesca lo strapotere di James. Per i Lakers anche 16 punti e 12 rimbalzi di Anthony Davis.

TORONTO RAPTORS-LOS ANGELES CLIPPERS 92-112
Si parte per forza da lui, Kawhi Leonard. L'uomo che ha trascinato Toronto verso un titolo storico torna alla Scotiabank Arena per prendersi il suo anello e, soprattutto, gli applausi e i cori “Mvp! Mvp!” di quello che fino a pochi mesi fa era il suo pubblico. È Kyle Lowry a consegnargli il simbolo della vittoria. A detta di coach Doc Rivers, Leonard è molto toccato dal calore che gli riservano i fans di Toronto: questo non gli impedisce di realizzare 23 punti (uno in meno di Pascal Siakam, miglior realizzatore di serata) e guidare i Clippers verso il successo esterno in Canada. Anzi, a soffrire l'emozione sembrano proprio i Raptors (16-8), al terzo k.o. consecutivo in casa: 35.2% dal campo, 22.2% da tre, 31 canestri (liberi esclusi). Troppo poco per far male ai Clippers (19-7), che consolidano il secondo posto a Ovest.

CLEVELAND CAVALIERS-HOUSTON ROCKETS 110-116
Il brutto per Cleveland non sono tanto i 55 punti di James Harden. È che il Barba sembra non sforzarsi. Nell'ultimo quarto, quando conta, ne arrivano 20, figli di quattro triple (su un totale di 10) e della quasi perfezione a tiro. Nonostante questo Harden, i Cavs (5-19) infilano un break di 24-0 a cavallo tra il terzo e l'ultimo quarto e restano in corsa fino all'ultimo minuto, quando vengono condannati da tre palle perse, una bomba dall'angolo di P.J. Tucker e una schiacciata di Clint Capela. Houston (16-8) si gode anche i 23 di Russell Westbrook (ma con 9/20 al tiro). Per i padroni di casa, all'ottava sconfitta di fila, non basta il season-high di Kevin Porter Jr. (24 punti).

INDIANA PACERS-BOSTON CELTICS 122-117
Malcolm Brogdon realizza 29 punti, i fratelli Holiday ne aggiungono 20 nell'ultimo quarto, e Indiana (16-9) può dunque ribaltare in maniera vincente un -10 contro Boston (17-6), battendo così i Celtics dopo una striscia di sette sconfitte consecutive, tra cui lo sweep degli ultimi playoff. A evidenziare la prestazione della squadra di coach McMillan sta anche il season-high di Kemba Walker, che nonostante i 44 punti non riesce a incidere nell'ultimo quarto, naufragando come gli altri sotto i colpi dei Pacers (16-9).

SACRAMENTO KINGS-OKLAHOMA CITY THUNDER 94-93
Ci stanno prendendo gusto a Sacramento. In California gli ultimi minuti evidentemente gli ultimi possessi portano bene. Dopo il buzzer-beater di Nemanja Bjelica che ha piegato Houston, i Kings battono sul filo di lana Oklahoma in una partita dai punteggi bassi. Decide un'altra bomba “made in Serbia”, stavolta a firma di Bogdan Bogdanovic: 94-93 a 13 secondi dalla fine e rimonta dal -11 completata. In un finale di gara confuso, con palle perse da entrambe le squadre, Shai Gilgeous-Alexander realizza i liberi del +2 (93-91) ma non fa i conti con Bogdanovic. Il serbo, che aveva sbagliato cinque delle ultime sei triple, elude Dennis Schröder, regala la terza vittoria consecutiva a coach Luke Walton e permette ai Kings di raggiungere Oklahoma nel bilancio tra vittorie e sconfitte (11-13). Per i Thunder non basta un Danilo Gallinari da 14 punti, otto rimbalzi e tre assist. Miglior marcatore Buddy Hield (Sacramento) con 23 punti.


BROOKLYN NETS-CHARLOTTE HORNETS 108-113
I Nets si buttano via e ne approfitta un Devonte' Graham da stropicciarsi gli occhi: 40 punti, di cui 27 nella ripresa, e Charlotte (11-16) trova la seconda vittoria consecutiva. Punti che arrivano quando contano, perché Brooklyn si era portata sul +20: gli Hornets nel terzo quarto infilano però un parziale di 21-7 che li riporta in partita, e nell'ultimo minuto della partita arrivano cinque punti decisivi di Graham. Ai Nets ()13-11) non bastano né i 24 punti di Spencer Dinwiddie, né i 21 di Jarrett Allen.

CHICAGO BULLS-ATLANTA HAWKS 136-102
C'è partita solo per 18 minuti allo United Center di Chicago, dove i Bulls (9-17) strapazzano gli Hawks, anche affaticati dal “back to back” che li ha costretti a viaggiare da Miami fino all'Illinois. Coach Pierce e la sua squadra arrivano infatti in albergo solo alle tre del mattino della gara. Poche ore di sonno, zero riposo, e i risultati si notano. Sul 44-42 per i padroni di casa, si spegne la luce per Atlanta, che va al riposo sotto di 14 (66-52), tiene come può nel terzo quarto prima di crollare negli ultimi 12 minuti (30-15 di parziale). I Bulls si coccolano uno Zach LaVine da 35 punti in tre quarti, 12/15 dal campo e la perfezione dall'arco (7/7). Atlanta (6-19) invece ha perso 13 delle ultime 15 partite: male anche Trae Young, autore di 15 punti con un pessimo 4/14 dal campo. Meglio di lui Alex Len, con 17 punti e 7/9 al tiro.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-UTAH JAZZ 116-127
Sesta sconfitta consecutiva per i T'Wolves (10-14), che rischiano di gettare alle ortiche le buone premesse di inizio stagione. La coppia Towns-Wiggins si ferma a 47 punti, e non basta nemmeno uno Jeff Teague da 32 nel tabellino e perfetto sia da tre che dalla linea della carità. I Jazz (14-11) vincono perché più costanti, intensi in difesa e precisi in attacco (56.6% dal campo). E perché nel terzo quarto fanno il vuoto: un 38-24 generato da due diversi parziali (8-0 e 10-0), che consegna il match nelle mani di Utah, guidata in attacco da Donovan Mitchell (30 punti), Joe Ingles (23) e Rudy Gobert (20+16 rimbalzi).

PHOENIX-SUNS-MEMPHIS GRIZZLIES 108-115
Mancano 45 secondi, Memphis è sul +4, Ja Morant ha la palla in mano. Mai una buona notizia per le difese avversarie. E infatti il rookie salta in testa ad Aron Baynes per una schiacciata da film, che mette il punto esclamativo alla vittoria dei Grizzlies. La panchina di Memphis scatta in piedi, alcuni con le mani tra i capelli, tutti a bocca aperta. Dopo aver annichilito Willie Cauley-Stein, Ja Morant miete un'altra vittima tra le difese avversarie e regala il 115-108 a Memphis, che va 8-16 nel record. Phoenix (11-13) non raggiunge il 40% dal campo e da tre viaggia con la media di 9/34. Migliori realizzatori Frank Kaminsky (24) per i Suns e Dillon Brooks (27) per i Grizzlies.

GOLDEN STATE WARRIORS-NEW YORK KNICKS 122-124 OT
Se anche questi Knicks riescono a battere Golden State, vuol dire che la stagione dei Warriors è realmente un incubo. I vicecampioni in carica perdono all'overtime e hanno così il peggior record della lega (5-21), preceduti proprio da New York (5-20). I Knicks passano a San Francisco con il loro coach ad interim Mike Miller e soprattutto con i 36 punti di un Marcus Morris Sr. particolarmente a suo agio da tre (5/9). Golden State recupera dal -18 e si guadagna un finale all'ultimo respiro: bene D'Angelo Russell con 32 punti, solido Marquese Chriss (12 con il 50% dal campo), ma è inconcepibile la decisione di Miller di non chiamare fallo sul +3. Russell ringrazia con la tripla del 112-112 che porta a un overtime comunque perso.
 

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