BASKET NBA

Basket, Nba: i Lakers passano a Houston, Milwaukee senza problemi a Brooklyn

LeBron vince 124-115 la sfida contro Harden e Westbrook, i Bucks travolgono 117-97 i Nets. I Pelicans di Melli si arrendono a un Leonard strepitoso

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Vincono le migliori nelle 11 gare della notte di Nba. Milwaukee passeggia a Brooklyn: 117-97 con 29 punti di Antetokounmpo. I Lakers passano 124-115 a Houston con i 31 punti di LeBron James che replicano ai 69 della coppia Westbrook-Harden. I Clippers battono 133-130 New Orleans (zero punti per Melli) con un sontuoso Leonard, autore di 39 punti. Ok Toronto, Utah, Philadelphia e Oklahoma (con Gallinari a riposo), Boston cade in casa contro Phoenix.

 lebron james

BROOKLYN NETS-MILWAUKEE BUCKS 97-117
Sesta vittoria di fila per Milwaukee (38-6), che espugna il Barclays Center con irrisoria facilità. I Bucks prendono da subito il comando delle operazioni e non vanno mai sotto nel punteggio, se non nei possessi iniziali. Sul +9 a un minuto dalla sirena dell'intervallo lungo, Khris Middleton piazza due triple capitali per il +15 (57-42) che lascia dormire sonni tranquilli agli ospiti, che per tre punti non arrivano alla quinta gara di fila con almeno 120 sul tabellino: sarebbe stato record di franchigia. Nella brillante serata della banda di Budenholzer (50% al tiro e 17 triple realizzate) spicca Giannis Antetokounmpo, autore di 29 punti, 12 rimbalzi, con 12/20 dal campo. Brooklyn (18-23) è al terzo k.o. di fila: serata spenta per i Nets ben rappresentata dai 17 di Kyrie Irving con 6/15 al tiro.

HOUSTON ROCKETS-LOS ANGELES LAKERS 115-124
Partita dai due volti al Toyota Center: Houston all'intervallo è avanti 65-59 grazie soprattutto a 22 punti e tre assist di Russell Westbrook, mentre James Harden parte a singhiozzo. All'uscita dagli spogliatoi, i ruoli si invertono e i Lakers (34-8) vincono la partita nel terzo quarto (32-17). LeBron James, salutato dai cori “Mvp, Mvp” dei tanti tifosi gialloviola a Houston, ma anche da parte del pubblico locale, realizza 31 punti e 12 assist con 13/25 dal campo: il secondo violino non è Anthony Davis (infortunato) ma Kyle Kuzma (23 con il 50% al tiro). Si tratta della terza sconfitta di fila per i Rockets (26-15), che pagano le 20 perse di squadra e un James Harden che sì realizza 34 punti, ma continua a faticare dal campo (8/20). Medie brutte soprattutto da tre punti, dove il Barba si ferma a un misero 2/9. Molto più performante Westbrook, 35 punti, nove rimbalzi e sette assist con 15/23 al tiro.

NEW ORLEANS PELICANS-LOS ANGELES CLIPPERS 130-133
Punteggi alti e medie realizzative ottime allo Smoothie King Center, dove i Clippers (30-13) vincono grazie a un grande ultimo quarto, soprattutto dal punto di vista difensivo. Il primo tempo termina addirittura 80-72 per i Pelicans, autori di 45 punti nel secondo quarto. Doc Rivers è disperato dalla panchina di fronte alle percentuali di realizzazione di NOLA: 63% dal campo, 11/21 da tre punti, con quattro giocatori già in doppia cifra. I Clippers rimangono a galla grazie al solito Kawhi Leonard (21 punti, di cui 15 nel primo quarto) e ai soliti contributi della panchina, con Lou Williams (32 a fine gara) e Montrezl Harrell (24) che in coppia realizzano 30 punti. Il terzo quarto è equilibrato (30-30) e precede l'assalto degli ospiti, che impattano a 110 con le triple di Williams e Green e allungano con i canestri di Leonard (39 punti) e Harrell. In casa Pelicans zero punti in sei minuti per Nicolò Melli, il miglior realizzatore è Derrick Favors (22 punti e la perfezione dal campo).

UTAH JAZZ-SACRAMENTO KINGS 123-101
Il solito trascinante Rudy Gobert, oltre al consueto contributo difensivo, mette a referto 28 punti e 15 rimbalzi, permettendo a Utah (29-13) di riprendere subito il cammino dopo il passo falso contro New Orleans, che aveva interrotto una striscia di dieci vittorie. Per il francese è la miglior prestazione stagionale in termini realizzativi, seconda solo a quella di Bojan Bogdanovic, autore di 30 punti, di cui sei triple. A Salt Lake City non c'è partita sin dai possessi iniziali, con Utah che chiude sul +16 il primo quarto e gestisce senza patemi la partita, condotta sempre con almeno la doppia cifra di margine. I Kings (15-27) sono senza Trevor Ariza, Wenyen Gabriel e Caleb Swanigan, che passeranno a Portland in cambio di Kent Bazemore, Anthony Tolliver e due scelte nel prossimo draft. Per Sacramento, che pure non tira male dal campo (48.8%), il miglior realizzatore è De'Aaron Fox con 21 punti.

MINNESOTA TIMBERWOLVES-TORONTO RAPTORS 112-122 
Nonostante il problema al tendine del ginocchio non gli consenti di essere al 100%, Fred VanVleet realizza 29 punti nel successo di Toronto, che sbanca Minneapolis ed è la nuova terza forza dell'Est, scavalcando Boston. Il numero 23 dei Raptors (28-14) ha medie ottime dal campo (11/16) e strepitose da tre (7/8). I campioni in carica ribaltano la partita nella ripresa, dopo che i Timberwolves, guidati dalla prima tripla doppia in carriera di Andrew Wiggins (18 punti, 11 assist, dieci rimbalzi), erano andati al riposo sul punteggio di 62-58. Nel terzo quarto è decisivo Kyle Lowry: 17 dei suoi 28 punti arrivano in questa frazione. E nell'ultimo periodo i campioni in carica allungano a +22 grazie a un parziale di 21-6 con 12 punti della coppia Ibaka-Powell in uscita dalla panchina. Niente da fare, dunque, per i Timberwolves (15-27) malgrado i 26 punti del rookie Jarrett Culver.

BOSTON CELTICS-PHOENIX SUNS 119-123
Devin Booker va a un assist dalla tripla doppia, avendo confezionato anche 39 punti e dieci rimbalzi, ed è decisivo nel blitz di Phoenix (18-24) al TD Garden, dove Boston (27-14) riesce a non vincere nonostante Marcus Smart sia in una serata clamorosa al tiro: 11 triple su 22 tentativi, mai nessun giocatore dei Celtics, che pure hanno avuto specialisti come Larry Bird, ci era riuscito. Smart, 37 punti, è l'11esimo nella storia a realizzare così tante triple in una partita, ma deve fare i conti con una squadra che, con questo k.o., ha perso sei delle ultime otto gare. Peraltro, contro Phoenix mancano per infortunio Kemba Walker e Jaylen Brown: non bastano i 26 di Jayson Tatum e i 22 di Gordon Hayward, ogni volta che Boston si avvicina viene respinta dai Suns, che tremano solo nel finale (+2 con il canestro di Tatum, Booker sigilla la vittoria ai liberi). Per gli ospiti la quarta vittoria in cinque partite è merito anche dei contributi di Mikal Bridges e Deandre Ayton, autori di 26 punti a testa.

NEW YORK KNICKS-PHILADELPHIA 76ERS 87-90 
Terzo successo di fila per i Sixers (28-16) nonostante i soli 90 punti realizzati al Madison Square Garden, ma contro questi New York Knicks (11-32) evidentemente bastano e avanzano insieme a una difesa molto solida, che tiene un avversario sotto la soglia dei 90 per la seconda volta consecutiva (la terza in stagione). Un'intensità difensiva dettata anche dalla voglia di un successo in trasferta che mancava da prima di Natale. I Sixers, mai oltre il +10, vanno sull'84-77 con una tripla di Tobias Harris a metà ultimo quarto ma vengono sorpassati da un parziale di 10-2 chiuso da Marcus Morris Sr. (20 punti) a 31” dalla fine. La quarta tripla di Harris pesa come un macigno e viene seguita da un gran lavoro difensivo su Julius Randle e dal libero del +3 di Furkan Korkmaz. Miglior realizzatore di serata Ben Simmons (21 punti, di cui 16 nel primo tempo, con 9/15 dal campo).

OKLAHOMA CITY THUNDER-PORTLAND TRAIL BLAZERS 119-106
Vittoria ancora più semplice di quanto già suggerisca il risultato per i Thunder (24-19), che tirano con il 51.8% dal campo e mettono a referto 25 assist di squadra, sintomo di gioco brillante e di soluzioni offensive ricercate. Netta anche la superiorità sotto canestro: 59-48 il conto dei rimbalzi, con Okc che domina 64-42 nei punti nel pitturato. A differenza delle ultime prestazioni, i padroni di casa partono bene: Chris Paul nel primo tempo realizza 21 dei suoi 30 punti totali, e i Thunder vanno al riposo sul 64-57. CP3 ha ancora più responsabilità offensiva dal momento che Danilo Gallinari, secondo miglior realizzatore dei Thunder, riposa. Damian Lillard segna 24 punti nel primo tempo per tentare di tenere a galla i Trail Blazers ma Oklahoma aumenta il suo vantaggio al +10 del terzo quarto (87-77) per poi allungare e andare anche sul +20 con un canestro di Dennis Schröder. Portland (18-26) paga le rotazioni ridotte all'osso (solo otto giocatori a disposizione) e non ha chances di rientrare in partita nonostante possa contare sui 34 punti di Lillard e i 30 di Gary Trent Jr. (12/18 dal campo di cui 5/9 da tre).

GOLDEN STATE WARRIORS-ORLANDO MAGIC 109-95
I californiani mettono fine alla peggiore losing-streak degli ultimi 18 anni. Dieci sconfitte di fila sono troppe anche per i Warriors di quest'anno, che perlomeno mostrano orgoglio e non vogliono deludere ancora il Chase Center. Senza Draymond Green, oltre - ovviamente - agli Splash Brothers, i vicecampioni in carica (10-34) partono malissimo (13-0 per i Magic) ma si rimettono subito in corsa, conducendo 28-25 dopo 12'. L'allungo dei Guerrieri della Baia arriva nella terza frazione: un canestro di Eric Paschall manda Orlando a -13 (75-62), massimo vantaggio fino alla tripla finale di D'Angelo Russell, miglior realizzatore con 26 punti conditi da 12 assist, mentre a Orlando (20-23) non bastano i 23 di Markelle Fultz.

ATLANTA HAWKS-DETROIT PISTONS 103-136
Un grande Derrick Rose (27 punti e nove assist) e un sorprendente Svi Mykhailiuk (25 dalla panchina con 9/11 dal campo) sono i migliori realizzatori della passeggiata di salute di Detroit (16-27) sul campo degli Hawks (10-33). Seconda vittoria consecutiva per i Pistons, che viaggiano a percentuali strepitose: 59.3% dal campo, due notti dopo aver tirato con oltre il 60% al TD Garden. Il pesante k.o. rovina il ritorno di Jeff Teague ad Atlanta: l'ex Minnesota realizza 15 punti in 25', fanno meglio John Collins e De'Andre Hunter, che ne segnano rispettivamente 20 e 19.

CHICAGO BULLS-CLEVELAND CAVALIERS 118-116
Uno Zach LaVine inarrestabile nell'ultimo quarto regala a Chicago (16-28) una vittoria in rimonta contro Cleveland (12-31): la point guard dei Bulls realizza 21 dei suoi 42 punti nei 12 minuti conclusivi sfruttando un lavoro difensivo encomiabile, perché i Cavaliers, avanti di 15 nella frazione ma anche di 19 nel corso della partita, riescono a realizzare solo 14 punti e a perdere ben dieci palloni nell'ultimo quarto. Gli ospiti commettono, in totale, 26 turnovers, segno anche di troppa frettolosità nelle decisioni offensive. Palpitanti i secondi finali, con la tripla di Cedi Osman che riporta Cleveland sul -1 (117-116) a 11 secondi dalla fine: Chicago perde palla con Luke Kornet e regala agli ospiti il possesso del sorpasso, ma Kevin Love perdona i Bulls, risultando tuttavia il secondo miglior realizzatore di serata con 29 punti.

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