IL COMMENTO

Usa, il doppio azzardo di Trump dietro alla volontà di far ripartire lo sport

La strategia del presidente americano: rassicurare i cittadini e puntare il dito contro l'OMS

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L’annuncio che gli Stati Uniti sospendono i finanziamenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità ha suscitato reazioni polemiche in mezzo mondo. “Non ha fatto abbastanza per sconfiggere la pandemia”, questo il pensiero di Donald Trump che da sempre ritiene l’OMS un ente costoso quanto inutile quanto l’ONU. Una polemica che ha fatto passare in secondo piano un'altra affermazione esplosiva del numero uno della Casa Bianca: “Lo sport deve ricominciare, sono stufo di vedere in tv partite di baseball vecchie di 14 anni”.

Quando il Presidente americano abbia il tempo di guardare le repliche delle partire in tv è tutto da scoprire, ma la sua è una risposta piccata a quanto sostenuto dal governatore della California. Gavin Newson (democratico) che aveva espresso scetticismo sulla possibile ripresa di eventi di massa e sportivi durante l’estate.

In perfetto stile trumpiano, The Donald ha fatto sapere che adesso ci penserà lui a risolvere il problema sentendo direttamente con tutti i responsabili delle 14 leghe sportive americane (tra cui Nba, Nhl, Mbl, Nfl, Nascar ecc) ma anche tre proprietari di club (presunti) amici come Robert Kraft dei New England Patriots, Jerry Jones dei Dallas Cowboys e Mark Cuban  dei Dallas Mavs (basket).

I vertici dello sport saranno consultati insieme a quelli di altri settori dell’economia americana (dall’agricoltura al settore bancario, dal commercio all’industria). Obiettivo della Casa Bianca lanciare un grande “revival economico ed industriale” del Paese. E questo non può succedere se non riparte lo sport. La scommessa sembra quella di far iniziare regolarmente il campionato di Football americano, in calendario a partire da settembre.

Per ragioni economiche, ma anche politiche. Il coronavirus sta colpendo duro in USA con una striscia di morti che ha già abbondantemente superato quota 25 mila (i contagiati si avvicinano ai 700 mila). Numeri che hanno messo in crisi l’Amministrazione americana che, un po’ come tutti i governi occidentali, aveva sottovalutato gli effetti devastanti di questa pandemia.

Per evitare ricadute elettorali The Donald compie due mosse: una sul fronte interno, l’altra su quello estero. Da una parte punta a rassicurare gli americani puntando promettendo la ripresa dello sport come dimostrazione di un ritorno alla normalità. Dall’altra cerca di scaricare, non senza qualche ragione, le colpe sull’OMS che gestisce un patrimonio da 6 miliardi di dollari (finanziato in buona parte dagli Stati Uniti) e che non si è dimostrata all’altezza della crisi.

Un doppio azzardo caratteristico dello stile di Trump, che prevede di attaccare soprattutto se costretto sulla difensiva. Una scommessa che nello sport ha sua prova del nove.

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