Olimpiadi 2026, Stoccolma verso il ritiro: "Non vogliamo tassare i cittadini"

La capitale svedese può abbandonare la corsa per l'organizzazione dei Giochi invernali: per Milano-Cortina resterebbe solo Calgary da battere

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Milano e Cortina d'Ampezzo potrebbero avere solo un'avversaria da superare per aggiudicarsi l'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026. A soli tre giorni di distanza dall'annuncio del Comitato Olimpico Internazionale sulle candidature ufficiali del binomio italiano, di Calgary e Stoccolma, proprio quest'ultima rischia di tirarsi indietro all'ultimo.

I motivi sono di natura politica, non solo a livello nazionale: la Svezia è tecnicamente senza governo (sfiduciato lo scorso 25 settembre, ndr) ed è probabile il ritorno alle urne tra un paio di mesi, ma anche l'amministrazione della sua capitale vive un periodo di instabilità. La strana maggioranza raggiunta in consiglio comunale formata dal centrodestra e dagli ambientalisti dei Verdi ha deciso di "proteggere" i cittadini, evitando loro nuove imposte per finanziare gli eventuali Giochi.

La conferma è arrivata da Karin Ernlund, esponente del Partito di Centro, ai microfoni di Svt Nyether: "Il punto fermo per entrambe le parti della coalizione è quello di garantire che i Giochi Olimpici non vengano finanziati dai fondi dei contribuenti”. I Verdi ritengono che le Olimpiadi non debbano coprire il loro lavoro ambientale e climatico mentre Anna Koenig Jerlmyr del Partito Moderato ha dichiarato che non c'è una base per organizzare l'evento in un breve periodo. E se si aggiunge che Stoccolma non aveva ricevuto il sostegno dell'esecutivo svedese, l'ipotesi del ritiro per il 2026 prende sempre più piede, mentre "potrebbe tornare in pista per il 2030 o dopo" hanno fatto sapere i nuovi amministratori della capitale.

Il Cio, intanto, ha fatto sapere di essere in attesa di comunicazioni ufficiali: "Non abbiamo ancora avuto conferma di tale decisione". Ora, se Stoccolma si dovesse ritirare, l'ultimo ostacolo da superare per Milano-Cortina sarà Calgary, ma anche per la città canadese c'è da sciogliere un nodo politico. Il prossimo 13 novembre ci sarà un referendum per decidere se andare fino in fondo ed è attesa la pubblicazione dei costi previsti per l'organizzazione da parte del Comitato olimpico del Canada: questo perché sono pervenute diverse denunce per l'occultamento di spese legate alla costruzione del villaggio che potrebbe ospitare gli atleti.

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