Landis torna nel ciclismo: "Con la mia azienda di cannabis e i soldi di Armstrong ho fondato una nuova squadra"

L'ex corridore, squalificato per doping nel 2006 dopo il Tour vinto, fu il grande accusatore di Armstrong: "Ne avevo abbastanza di tutte quelle menzogne"

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Negli ultimi 13 anni la vita di Floyd Landis è cambiata parecchio, in un'altalena di situazioni non troppo semplici dalle quali, alla fine, ne è uscito vincitore. L'ex corridore americano nel 2006 vinceva il Tour de France, ma tre giorni dopo il successo veniva squalificato perché positivo al testosterone. Una carriera macchiata per sempre fino a quando, nel 2010, decide di raccontare tutta la verità e denuncia Lance Armstrong. "Ne avevo abbastanza di continuare a sentire tutte quelle menzogne", spiega alla Gazzetta dello Sport, a cui racconta la sua nuova vita da imprenditore. Landis nel 2016 ha infatti aperto a Leadville (Colorado) un'azienda che produce cannabis, la Floyd's of Leadville.

Dopo le accuse e i processi nei quali è stato convolto e che l'hanno portato ad attraversare un periodo di depressione, Floyd racconta di essere rinato grazie alla cannabis: "Mi faceva stare meglio", dice. E così nel 2016 matura l'idea di aprire la sua azienda insieme a David Zabriskie, altro ex ciclista. Un progetto che funziona e che macina milioni di dollari, che vanno ad aggiungersi ai 5 milioni di dollari ottenuti dal processo contro Armstrong. Cifre importanti, con le quali Landis ha fondato una nuova squadra di ciclismo chiamata come la sua azienda, la Floyd's of Leadville che ovviamente è anche lo sponsor principale: "L'idea è nata quando mi hanno sostituito l'anca -dice -. Mi avevano prescritto dei farmaci oppioidi, ma ho scoperto subito quanto potessero creare dipendenza. In quel periodo vivevo in Colorado, dove il consumo di marijuana era già legale, così ho deciso di provarla in sostituzione alle medicine. Mi sono sentito subito meglio senza subire gli effetti negativi che mi provocavano gli oppioidi. Se faccio uso di cannabis? Sì, occasionalmente".

Landis, che ha iniziato a risorgere anche dopo aver raccontato la verità ("mi sono sentito alleggerito di un peso enorme che mi portavo dietro da troppo tempo, non riuscivo più a sopportarlo"), sostiene che la cannabis possa aiutare i corridori: "Il CBD può aiutarli nel recupero post-esercizio e persino prima di una gara. Esistono numerose prove aneddotiche a supporto di questa tesi. Provengono da altri sport di resistenza come la corsa o il football americano".

Con la sua squadra, intanto, fa sul serio: "Amo il ciclismo e voglio restituirgli quello che mi ha dato - dice -. Non ho paura. Sempre più persone stanno capendo cosa accadeva nel ciclismo in quegli anni. Finora ho ricevuto solo feedback positivi, sia da parte dei fan sia da parte dei corridori. In molti ci hanno contattato per chiedere di far parte della nostra squadra. Per il momento non ci poniamo grandi obiettivi. La mia azienda è solo lo sponsor principale, tutte le decisioni sportive spettano al direttore, Gord Fraser".

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