Nella principale competizione mondiale riservata agli atleti sotto i 20 anni, Matteo Sioli argento nell'alto e Giuseppe Disabato bronzo nei 10.000 di marcia in pista
di Redazione Sprintnews© Team Italia Lima 2024
Si sono conclusi nella passata notte italiana, a Lima in Perù, i ventesimi campionati del mondo under 20 dopo cinque intense giornate di gara, nell'ultima delle quali Erika Saraceni ha vinto la medaglia di bronzo nel salto triplo femminile, mentre nei giorni precedenti Matteo Sioli ha conquistato quella d'argento nel salto in alto maschile, e Giuseppe Disabato un altro terzo posto nei 10.000 metri di marcia in pista sempre uomini.
Interessante evidenziare subito come i due terzi posti siano arrivati da atleti al primo anno della categoria juniores, quella riservata ai nati nel 2005 e 2006, a cominciare da Saraceni che ha compiuto 18 anni a maggio e come, nella gara che le ha regalato il prestigioso podio, abbia realizzato due volte il proprio personale dapprima con 13,45 alla seconda prova e poi con 13,47 all'ultimo dei sei salti, dovendosi arrendere alla fine solamente all’uzbeka Sharifa Davronova prima con 13,75 davanti alla cinese Li Yi seconda con 13,55.
La saltatrice milanese, figlia dell'ex specialista dei 400 metri Enrico, si era già posta all'attenzione generale nel 2023 vincendo la medaglia d’oro al Festival Olimpico della Gioventù Europea di Maribor con la migliore prestazione italiana under 18 di 13.42, oltre che con il quarto posto agli europei under 20 contro avversarie più grandi di lei, e inoltre alla fine della scorsa stagione era stata premiata dalla federazione italiana con il premio di miglior giovane talento femminile dell'anno, riconoscimento assegnato per gli uomini a Mattia Furlani.
Se Erika ha compiuto i 18 anni da poche settimane, Disabato invece deve ancora compierli, li farà a novembre, e oltretutto il suo brillante bronzo nei 10.000 metri su pista è stato ottenuto con il crono di 39’31″25 che rappresenta il nuovo record italiano under 20, migliorando dopo ben 37 anni quello del grande Giovanni De Benedictis di 39’44″71 realizzato nel 1987, nella prova vinta dal tunisino Rayen Cherni in 39’24″85 davanti al messicano Emiliano Barba in 39’27″10.
© Grana/Fidal
Sioli, invece, 18 anni li ha compiuti l'anno scorso a ottobre, per cui di fatto è al secondo anno di categoria, e la sua grande impresa di conquistare la medaglia d’argento nel salto in alto è stata realizzata con l’eccellente misura di 2.23, che rappresenta anche per lui il proprio personale superato di 2 centimetri, nella gara dove l'oro è stato vinto dallo statunitense Scottie Vines che ha superato come l'azzurro 2,23 al terzo tentativo, ma ha poi saltato 2,25 alla prima prova, mentre il bronzo è stato conquistato dal giapponese Kaisei Nakatani con 2,19.
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La squadra azzurra ha terminato la manifestazione iridata giovanile al venticinquesimo posto nel medagliere, grazie ai suoi tre podi, e al quindicesimo posto nella classifica a punti con otto atleti nelle prime otto posizioni e tra questi, va particolarmente evidenziare encomiato il doppio contributo di un'altra atleta milanese, la diciassettenne Elisa Valensin, appartenente di fatto al secondo anno della categoria allieve, ma primatista italiana sia dei 200 che dei 400 metri anche nella categoria under 20, che ha corso ben 5 volte in quattro giorni sul giro di pista, conquistando nella gara individuale la finale e un brillante sesto posto con il nuovo primato di 52"23, ma pure la finale con quinto posto nella staffetta 4x400 composta peraltro solo da atlete under 18, che in semifinale hanno ottenuto il nuovo record nazionale di categoria con 3'34"14.
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