Tiro a volo: Mondiali, Rossetti si conferma re dello skeet

L'azzurro ha preceduto il tedesco Haaga e il cipriota Achilleos

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E' sempre Gabriele Rossetti il re dello skeet. L'azzurro, vincitore dell'oro un anno fa alle Olimpiadi di Rio 2016, ha conquistato la medaglia più preziosa anche ai Mondiali di tiro a volo in corso a Mosca. Con il punteggio di 54/60 il tiratore fiorentino - che aveva chiuso in testa le qualificazioni - ha preceduto il tedesco Vincent Haaga (54-51). Terzo posto per il cipriota Georgios Achilleos.

Rossetti ha conquistato l'accesso al sestetto dei duellanti da primo della classe con un solidissimo 123/125 che nessun altro dei fuoriclasse in gara a Mosca aveva saputo imitare. In finale, con 122, guadagnavano un posto altri cinque accreditati avversari: lo svedese Stefan Nilsson, il cipriota Georgios Achilleos e i russi Nikolay Teplyy e Alexander Zemlin e la rivelazione tedesca Vincent Haaga. A sorpresa è un Teplyy abbastanza distratto a lasciare il campo da sesto classificato dopo i primi venti lanci. Lo segue a ruota il suo connazionale Zemlin. Non centra il podio neppure Stefan Nilsson: lo svedese è quarto. Il "triello" per le medaglie è circoscritto dunque a Gabriele Rossetti, al tedesco Haaga e al cipriota di Londra Achilleos. Con l'azzurro che guida la volata. Dopo che Achilleos è rimasto fuori dalla corsa al titolo e si è classificato terzo, l'ostacolo tra Gabriele e la vittoria iridata è soltanto la rivelazione Haaga. E quando Rossetti sta conducendo per 50 a 48, la fatica di una gara che si è conservata sempre a livelli altissimi comincia davvero a farsi sentire. Gabriele non inquadra il Pull nella doppia inversa alla pedana 4 ed è "zero", ma il tedesco non sfrutta l'opportunità di riaprire il confronto e sbaglia lo stesso piattello. A quel punto la strada è davvero spianata per Gabriele che di lì a poco sale sul tetto del mondo battendo Vincent Haaga per 54 a 52. "Tutto quello che so di questo mio sport, lo devo proprio agli insegnamenti di mio padre Bruno - ha detto Rpssetti - È lui che mi ha insegnato a gareggiare: che è una cosa diversa dal semplice puntare alla vittoria. Gareggiare è conoscere i propri limiti e tutte le proprie capacità, valutare le proprie forze e le forze degli avversari. Gareggiare è lavorare su tutti questi elementi e farne davvero un'arma per raggiungere i traguardi che si vogliono perseguire".

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